In città per ritirare il premio “Archi di Pace”
Romano Prodi, ex Presidente del Consiglio e della Commissione Europea in città per ritirare il premio “Archi di Pace”, conferitogli dal direttivo del Centro Studi per la Comprensione tra i Popoli presieduto dal dottor Antonio Cafaro.
È cominciata con la celebrazione eucaristica e la visita al convento dei Frati Minori Cappuccini di San Giovanni Rotondo la giornata del Professore Romano Prodi. L’ex Presidente del Consiglio ha poi visitato i luoghi della fede e l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza fondato da San Pio.
Sceso in paese dove è stato accolto dal Sindaco Pompilio e ricevuto nella stanza del Primo Cittadino per la firma del registro dei “visitatori illustri”, si è poi recato al Cinema Palladino per il ritirare il premio “Archi di Pace” assegnatogli dal direttivo del Centro Studi per la Comprensione tra i Popoli, dove ha ricevuto una buona dose di applausi dalla platea, e i saluti istituzionali del Sindaco di San Giovanni Rotondo Luigi Pompilio, del Sindaco di Bari Michele Emiliano, oltre che del presidente del centro studi dott. Antonio Cafaro.
Più fredda l’accoglienza in città. All’arrivo fuori dal Cinema Palladino è stato civilmente contestato da giovani di Rifondazione Comunista che hanno consegnato all’ex Presidente un volantino in cui si ricordano le parole sulle rosee prospettive dell’ingresso nell’Unione Europea “lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo come se avessimo lavorato un giorno in più” e ci si interroga sulle sue responsabilità del fallimento europeista, con i popoli impoveriti e schiacciati dalle politiche di austerity imposte da banche e interessi finanziari. Contestazione ripartita sempre civilmente, all’uscita, quando c’è stato anche uno scambio di battute tra il Professore ed i Giovani Comunisti, e dove ha ricevuto la contestazione di un altro gruppetto di giovani che chiedendo lumi su Fiscal Compact, MES, sovranità monetaria e “Club Bildeberg” accusavano l’ex Premier di fuggire dalle domande scomode.
Pio Matteo Augello
Qui sotto il video della contestazione