Lunedì 20 novembre l’incontro dell’assessore Michele Crisetti con gli studenti delle elementari e delle medie della città
In occasione della ricorrenza della proclamazione della «Giornata nazionale dell’infanzia e dell’adolescenza» prevista per lunedì 20 novembre anche l’amministrazione comunale ha inteso dare un contributo ed un significato alla giornata offrendo ai bambini, ai ragazzi e a tutta la cittadinanza un momento di riflessione.
L’assessore ai servizi sociali, Michele Crisetti nella mattinata di lunedì visiterà le scuole elementari e medie della città per offrire agli studenti (circa 3000) un opuscoletto, con un breve commento introduttivo, della «Carta dei Diritti del Fanciullo» approvata il 20 novembre 1959 dall’«Assemblea Generale delle Nazioni Unite» e revisionata nel 1989.
«La convenzione internazionale – ha commentato l’assessore – è importante, al pari di altri titoli, perché consacra la specificità del bambino e dell’adolescente distinguendoli dall’adulto e riconoscendo loro diritti particolari dovuti alla loro mancanza di maturità, al loro bisogno di protezione e a cure appropriate in seno alla famiglia. Le leggi, si sa, camminano sulle gambe degli uomini e, mentre il legislatore pone al centro dell’attenzione i bambini e gli adolescenti, la società civile li vede spesso protagonisti di gesti delittuosi. Spesso i minori sono vittime della trascuratezza e della distrazione degli adulti, della violenza familiare assistita, delle paure, della denutrizione, dello sfruttamento sessuale, della droga, dell’AIDS, della strumentalizzazione economica, della pubblicità».
Nel pomeriggio, alle ore 17 presso la Sala Consiliare, è stato convocato con seduta congiunta il consiglio comunale ragazzi e quello di amministrazione della città degli adulti.
Oggetto di discussione e contenuti riguarderanno i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, problematiche legate alla viabilità e sicurezza con riferimento all’accesso alle strutture scolastiche, inquinamento elettromagnetico e regolamentazione delle modalità e sistemi di controllo. Ancora, saranno discussi gli interventi di completamento della scuola elementare «Melchionda» ai fini del rispetto dei parametri previsti dalla normativa sulla sicurezza e, infine, oltre alla richiesta di poter istituire aree ciclabili, la proposta di un progetto preliminare per la realizzazione di una piscina al coperto, argomento verso cui i ragazzi e la cittadinanza stanno ponendo da tempo particolare attenzione.
g.p.
L’Amministrazione Comunale conoscendo l’alto valore della Dichiarazione dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza quale atto di giustizia verso i piccoli di tutto il mondo non tutelati dalle leggi nazionali e spesso neppure dalle tradizioni, plaude all’iniziativa e si rallegra con tutti i bambini e i ragazzi della nostra città di voler ricordare con particolari manifestazioni il giorno dell’anniversario della proclamazione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza ed esprime l’augurio che possa nascere in tutti il desiderio della loro attuazione e realizzazione.
E’ stata una donna, Eglautyne Jebb, fondatrice dell’Union internazionale de secours des enfants, che per prima, nel 1924, ebbe l’intuito di proclamare i diritti dei fanciulli successivamente, riveduta, ampliata e adottata, è stata fatta propria dall’ONU il 20 novembre 1959.
L’iniziativa è stata eccellente, ma pur traducendo una volontà politica, presentava l’inconveniente di essere una semplice Dichiarazione di principio senza valore di legge. Il passaggio dà un diritto declaratorio a uno costrittivo, ha richiesto dieci anni di lavori preparatori: il 20 novembre 1989 l’ONU ha proclamato la Convenzione Internazionale relativa ai diritti del Fanciullo, intendendo per Fanciullo “ogni essere umano in età inferiore ai diciotto anni” (art. 1).
Una Convenzione che costituisce un riferimento obbligatorio per tutte le nazioni e che ha la forza di legge se ratificata per via parlamentare. Alla fine dell’anno 2001, solo due paesi, il più potente, USA, e il più povero del pianeta, la Somalia, non si erano ancora messi al passo con il movimento eccezionalmente rapido di ratifica di questa Convenzione.
La Convenzione Internazionale è importante a più di un titolo:
– Contribuisce alla diffusione della conoscenza e della comprensione dei problemi relativi all’Infanzia e all’Adolescenza. È un “asse di riferimento” nella condotta e nel sostegno delle azioni da intraprendere allo scopo di incoraggiare le autorità nazionali a meglio proteggere l’infanzia e l’adolescenza.
– Riconosce al fanciullo la stessa dignità e uguaglianza dell’adulto, manifesta decisamente che è “una persona” non un uomo in miniatura: il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, di avere un nome, una nazionalità e di salvaguardare la propria identità, di venire registrato subito dopo la nascita e di possedere una nazionalità che lo colleghi a uno Stato per beneficiare della protezione dovuta ai cittadini di tale Stato; i diritti sanitari e sociali, a un livello di vita sufficiente per consentire il suo pieno sviluppo fisico, mentale, spirituale, religioso e sociale.
– Afferma il principio “dell’interesse superiore del bambino” come unico criterio che deve ispirare i genitori e le istituzioni amministrative e/o giudiziarie nelle misure da prendere nei confronti del minore a livello.
– Impone agli Stati l’obbligo di rispettare il diritto e il dovere che hanno i genitori o altre persone responsabili “di dare al bambino l’orientamento e i consigli appropriati all’esercizio dei diritti che la Convenzione gli riconosce” (Art. 3). Questa disposizione pone il principio del primato del ruolo della famiglia rispetto alle autorità sociali, politiche o giudiziarie. La “collettività”, lo Stato non ha il dominio sui bambini e gli adolescenti, ma il dovere di garantire la loro protezione nel caso di assenza e di carenze familiari.
“Poiché li amiamo tanto, come mai non sappiamo quel che fa loro male?”. È l’interrogativo che M. T. Hermauge, rappresentante del presidente della Repubblica Francese, ha posto ai convenuti della sessione straordinaria dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite dedicate ai bambini nel settembre del 2001.
Il bambino, oggi palesemente coccolato e ufficialmente protetto, è anche soggetto ferito e spezzato dall’incuria dell’adulto. Sovente il minore diventa uno strumento di soddisfazione del mondo genitoriale e un impaccio per il restante consesso sociale.
La Dichiarazione, perciò, serve a ricordare che l’attenzione del bambino, simbolo della generosità della vita, deve suscitare un pensiero adulto ispirato alla giustizia, perché tutti gli uomini sono uguali, e alla solidarietà, perché chi più ha deve dare a chi non possiede e si formi una civiltà non fondata sulla differenza che porta sempre alla lotta di classe; far crescere uomini veri è seminare la civiltà dell’amore!
Non sono affermazione povere e scontate, sono la vera garanzia dei diritti proclamati per bambini e adolescenti; è l’amore che permette agli adulti di scommettere sull’educazione dei figli aldilà delle mode, è l’amore che si prende cura di chi ha bisogno di attenzioni continue; è l’amore che rifugge dal considerare il minore un “caso” (quello che è previsto dalle nostre leggi e regolamenti), che consente di vedere il bambino e non il trisomico: l’adolescente e non il delinquente o l’analfabeta maleducato; è l’amore che impegna a offrire a tutti i bambini del mondo le condizioni di vita fondamentali alla loro maturazione e al loro pieno sviluppo; è l’amore che spinge alla condivisione dei beni con quelli che vivono nell’ombra della povertà di risorse, di saperi e di competenze; è solo l’amore che consente altresì di riconoscere il diritto di nascere a questo cucciolo dell’uomo al di là della concezione “puramente strumentale” del bambino.
Il sogno del bambino perfetto è legittimo da parte dei genitori ma è perverso perché sempre votato alla delusione e dunque al risentimento: il bambino non ha diritto ad essere il “migliore”, ma ad avere dai genitori il meglio di loro stessi. Il bambino non ha “diritto alla salute”, ma alle cure appropriate da parte di chi gli vive accanto. Il bambino programmato, selezionato, la cui vita dipende talvolta soltanto dalla persistenza di un “progetto parentale” non è che un simbolo rattristante dello specchio nel quale vuole mirarsi l’adulto, rifiutando l’altro nella sua differenza radicale e sempre inattesa.
Costruire e diffondere una nuova cultura dell’infanzia e dell’adolescenza significa sostituire il “sentimento” dell’infanzia e riaffermare il bambino e l’adolescente come “valore”; mettere al posto della sub-cultura della “grande madre” in cui il bambino e l’adolescente sono simboli orali del consumo, la cultura del servizio alla vita e dell’impegno educativo.
Costruire un ambiente di vita per il bambino e l’adolescente è riscoprire anche per noi le virtù dell’infanzia: la volontà di crescere, la spontaneità, la gratuità , la semplicità, la fiducia nell’altro e nella vita e soprattutto la speranza che non devono essere violentate nel bambino ma che non devono essere violentate neppure in noi.
E ora una nota di dispiacere-gioia. Si parla nella Dichiarazione dei Diritti del bambino e dell’adolescente, ma non sin fa cenni al Doveri. Questi spesso vengono visti come degli obblighi da assolvere, però sono anche segno della maturità raggiunta e della libertà vissuta.
E’ l’educazione, impartita con amore e con l’intento di far crescere l’uomo che è in ognuno, che mentre dà anche richiede. L’uomo è fondamentalmente uno che chiede (Diritti) però deve essere dà (Doveri): con il ricevere e l’offrire si fonda la civiltà che è l’immagine culturale della vita vissuta in mezzo a un popolo e su un territorio.
Celebrando l’anniversario della Carta dei Diritti del bambino e dell’adolescente non dimentichiamo di essere cittadini di una nazione, di un popolo, di una famiglia. Il nostro mondo sarà come lo costruiremo e lo doneremo ai nostri figli. Il dare e il ricevere devono essere governati dall’amore che è la giustizia vissuta al massimo grado.
Vivere da uomini è possibile, impegniamoci a renderlo credibile: non tutto si risolve nel binomio dare e ricevere c’è anche l’imprescindibile bisogno di crescere in libertà e di essere autenticamente se stessi lontano dalla costrizione del mondo economico e tecnologico. Non si può vivere la libertà senza responsabilità ed è quanto è possibile se si coniugano insieme Diritti e Doveri.
Assistente sociale Assessore ai Servizi Sociali
-Dott.ssa Merla Rosa- -Prof. Crisetti Michele-