Ma siamo
davvero in un paese in cui l’onestà ha perso il senso della moralità e della dignità?
Se così non è perché la magistratura non approfondisce?
La vera novità è che della compravendita dei
parlamentari non gliene frega niente a nessuno. Certo, lo sanno tutti
che a tenere in piedi il governo Berlusconi sono quei due o tre voti di
maggioranza acquistati grazie al mercatino controllato dal presidente del
Consiglio. Ma se non uno, ma tre deputati di FLI (gli onorevoli Di Biagio, Muro e
Conte) interpellati dalla nostra Sandra Amurri denunciano di essere stati
avvicinati dall’addetto alla bisogna Verdini che offriva “cinque cose”
in cambio del loro voto, ci si aspetterebbe una qualche reazione da parte della
magistratura e delle supreme istituzioni della Repubblica. E invece niente,
silenzio di tomba.
Bruno Tinti ci ha spiegato
che se alcuni parlamentari passano dall’opposizione alla maggioranza, perché
gli sono stati promessi soldi o cariche pubbliche, “non ci piove, si tratta di corruzione, prigione da 2 a 5 anni”.
Visto che i diretti interessati hanno già testimoniato sul Fatto e con
dovizia di particolari la ripetuta tentata corruzione, la domanda è:
cosa aspetta la Procura di Roma a convocare gli onorevoli Di Biagio,
Muro, Conte e, naturalmente, l’uomo dei cinque desideri per accertare
l’esistenza di un reato gravissimo come la corruzione di pubblici ufficiali (i
parlamentari lo sono). Ma a piazzale Clodio tutto tace. Quegli uffici un tempo
erano chiamati il porto delle nebbie per la frequenza con cui i
fascicoli più scottanti misteriosamente venivano insabbiati. Adesso se ne
dimenticano e basta, come è successo alla denuncia presentata da Di Pietro dopo
il voto di fiducia del 14 dicembre (quello di Scilipoti, per intenderci).
Quanto alle più alte istituzioni, l’unico fremito registrato è il sorriso del
presidente della Camera Fini nell’assistere lo scorso 19 ottobre
all’aggressione verbale di Verdini che sotto i suoi occhi ha dato del “pezzo di
merda” al collega Di Biagio colpevole di non aver mantenuto un silenzio
omertoso sul mercatino. Per il resto, dai più alti colli di Roma nessun
monito, calma piatta. Strano, non ci risulta che comprare i deputati sia
previsto dalla Costituzione.
Antonio Padellaro
Il fatto Quotidiano, 23 ottobre 2011