di Berto
Dragano
E’ oramai chiaro che nel paese in cui viviamo, di
stranezze ve ne siano tante.
Ciò che
obiettivamente mi colpisce, è il fatto che i cittadini non hanno perso la
speranza di poter vivere in un paese migliore, nonostante il governo cittadino
non riesca a resistere alla biennalità. La speranza si vede e si tocca nella
partecipazione collettiva a certe “rivolte
senza armi”, che sono rappresentate dalle manifestazioni del pensiero:
attraverso articoli di giornale, trasmissioni radiofoniche, via web e in ultimo
nei partiti e movimenti politici, purtroppo aperti solo all’avvicinarsi di una
campagna elettorale.
momenti di alto idealismo, che si elevano sopra una società in cui l’atrofia
politica è ormai diventata la regola.
Ma la regola è
anche che queste fiamme di ardore politico e idealistico che scaldano il paese,si
spegneranno dopo il confronto delle varie forze politiche, per poi ricadere in
un silenzio omertoso.
È illuminante
l’affermazione di Don Ciotti: “Il problema
siamo noi! ”. Personalmente, penso che si tratti di una tesi da accogliere
solo a metà.
Ma se il
problema siamo noi, nel senso che alla denuncia di un sistema politico poco
regolare, anteponiamo la paura del ricatto, del silenzio omertoso di chi vorrebbe
condividere un’idea ma non lo fa per paura, allora dico che il problema non
siamo noi: il problema è chi dovrebbe garantire certezza e invece riesce solo a
diffondere incertezza, la madre di tutte le paure.
Infatti, ritengo
che se l’onesto cittadino decide di racchiudersi nell’angosciante silenzio
dell’omertà, lo fa perché non ha sufficiente fiducia nella politica e in generale
nella liberta di espressione. Per cui, penso che il vero problema dal quale
trae origine il silenzio omertoso non siamo noi, ma la scarsa fiducia che la
gente ha nelle istituzioni, nella politica.
Martin Luther
King, gridava “La cosa peggiore non è la
violenza degli uomini malvagi, ma il silenzio degli uomini onesti”. Il
senso del messaggio vorrebbe dirci che la forza di cui dispone il sistema del
silenzio non risiederebbe tanto nel ricatto politico sul cittadino, quanto
piuttosto nel muro di gomma costruito dal silenzio omertoso degli uomini
onesti. Quindi, la forza della cattiva politica sarebbe il silenzio degli
uomini onesti.
Tra
l’affermazione di Don Ciotti e quella di Martin Luther King non passa alcuna
differenza sostanziale: il problema saremmo noi che con la nostra omertà
difendiamo sistemi che ledono il benessere di noi cittadini. Ed è proprio
questo il vero problema sociale che attanaglia il nostro paese: l’omertà degli
onesti che alimenta la politica degli interessi di pochi e non del ben comune.
E’ triste
pensare che dinanzi a sé si allungano due strade: quella del silenzio, del non
confronto e quella della “partecipazione controllata”. Ad un bivio del genere
non resta che la nicchia omertosa e vigliacca del silenzio, nella quale è umano
sentirsi come un animale in gabbia, libero di vivere ma solo in quella gabbia.
Il che non significa vivere, ma sopravvivere.
Quindi continuo
a maturare la speranza che una società migliore, un’altra / alta politica del
territorio potrà avvenire non solo denunciando la cattiva politica
individualistica, clientelare, ma soprattutto attraverso un risveglio cittadino,
che smantelli le paure di condividere liberamente pensieri e idee che
attraversano la nostra città da diverso tempo, senza la forza di renderle
concrete, perché in ognuno di noi continua a macerare la cultura del silenzio
assenso. Quel sistema del silenzio che ingrassa e rende fertile sempre più la
politica dei numeri e non delle idee libere senza forze.
Berto Dragano