E la vicina San Marco va in delirio per ‘Cchiù fa notte e cchiù fa forte’
C’è un paradosso di fondo nella nostra città. Si parla tanto di San Giovanni Rotondo come capitale delle sport paralimpico, obiettivo utopico di qualche buontempone che occupa momentaneamente le stanze del Palazzo di Città. Ma alla ‘Notte dello sport’ svoltasi la settimana scorsa non c’è stata traccia di nessuno sport per diversamente abili, nonostante la presenza di una campionessa paralimpica come testimonial, la bella e brava Annalisa Minetti. Eppure nella conferenza che ha anticipato la kermesse si è parlato proprio di sport paralimpico come occasione di sviluppo. Alle belle parole non sono susseguiti i fatti, purtroppo.
La ‘Notte dello sport’ poteva rappresentare una buona occasione per far svolgere attività sportiva a quelle persone meno fortunate di noi. Con uno spazio immenso a disposizione come il Parco del Papa si poteva pensare di allestire un campo per il basket in carrozzina ad esempio. Un vero peccato anche perché nella nostra città ci sono tanti giovani laureati in scienze motorie, alcuni specializzati negli sport per disabili, che potevano dare un grosso contributo alla manifestazione.
Altro paradosso: che senso ha fare una manifestazione di promozione sportiva un giorno all’anno e nei restanti 364 giorni ignorare ogni problematica legata allo sport?
L’attuale compagine amministrativa in quasi quattro anni ha affossato lo sport nella nostra città. Le strutture sportive sono tutte abbandonate, e all’orizzonte non si vede il benché minimo spiraglio di progettualità per il rilancio degli impianti. A cosa serve una ‘Notte dello sport’ se poi si lasciano morire quei pochi impianti sportivi rimasti, senza nessuna programmazione con le associazioni sportive locali che ogni anno si ritrovano a fare i salti mortali per portare avanti il loro progetto sportivo, contribuendo tra l’altro a portare in giro per l’Italia il nome di San Giovanni Rotondo?
Poniamo il caso del calcio, che è il più significativo. Le vicende relative all’inagibilità dell’impianto ‘Antonio Massa’ ha di fatto portato alla scomparsa del movimento calcistico cittadino. L’AC San Giovanni ha giocato le ultime due stagioni a porte chiuse chiudendo con due retrocessioni consecutive. Le società di atletica attendono da anni il rifacimento della pista del campo sportivo e sono costrette ad allenarsi al Parco del Papa. Le società di basket, volley e altre sono costrette ad elemosinare ogni anno le palestre ai presidi degli istituti scolastici per fare un po’ di attività. Le scuole calcio locali lavorano grazie ai loro investimenti privati e alle loro strutture.
Emblematico è il caso della vicina San Marco. Dopo dieci anni di buio, con il rifacimento dello storico stadio ‘Tonino Parisi’ la città è ritornata ad infiammarsi per il pallone con due squadre, Polisportiva e ASD, che in due stagioni sono arrivate dalla Terza alla Prima Categoria, regalando derby spettacolari ed emozionanti con migliaia di persone al campo per tifare la propria squadra. Una città che è letteralmente impazzita per il pallone. Due società serie che stanno programmando un lavoro certosino anche a livello di settori giovanili. E molte aziende sangiovannesi convinte dalla bontà del lavoro delle due società hanno deciso di sposare i progetti delle due compagini sammarchesi, traendone un grande ritorno economico e di immagine.
Anche nell’organizzazione di eventi San Marco si è mostrata senza dubbio superiore. “Cchiu’ fa notte e cchiù fa forte”, la notte bianca svoltasi sabato scorso, è risultata ancora una volta come uno degli appuntamenti clou dell’estate garganica con migliaia di persone giunte da tutta la provincia. Un appuntamento che è giunto alla sua ottava edizione e che ha registrato il sold out per tutte le attività commerciali coinvolte, che hanno potuto così respirare una boccata di ossigeno in questi tempi di magra.
Ecco, non ci vuole poi molto ad organizzare eventi che riescano ad attirare turisti e visitatori. Prendiamo esempio dagli amici di San Marco e lavoriamo per un serio rilancio della nostra città. Mal che vada per goderci una bella partita di calcio basterà farci 10 chilometri ogni domenica.
alv