L’invito all’approfondimento: La “sfida” di Obama
di Gennaro Palladino
Credo che il 4 giugno 2009 sarà ricordato nei secoli per un evento di natura eccezionale che potrebbe essere paragonato alla caduta del muro di Berlino: il discorso del Presidente degli Stati Uniti Barak Obama in Egitto. Spero che fra i politici nostrani ci sia la dovuta attenzione alle parole di Obama specie per quanto riguarda la civile convivenza fra i popoli, condizione primaria per la stessa sopravvivenza del mondo. Invito tutti gli "uomini di buona volontà" a leggerlo e pregare affinchè a quelle parole possano seguire i fatti (clicca qui)
Ho estrapolato integralmente alcuni passaggi che, secondo me, danno il senso a tutto il discorso e con la viva speranza che venga attribuito il giusto risalto da parte di tutti: uomini di Stato, politici, uomini di tutte le religioni e perfino atei, agnostici… buoni e cattivi, e faccia meditare farisei e qualunquisti di questa terra.
Parte dalla consapevolezza delle difficoltà e dai buoni propositi per raggiungere l’obiettivo: Sono consapevole che questo importante cambiamento non potrà avvenire in un istante: nessun discorso potrà cancellare del tutto una diffidenza che dura da anni. Sono anche consapevole di non essere in grado, nel tempo che avrò a disposizione, di porre rimedio a ogni complicata questione che ci ha portati fino a questo punto. Sono in ogni caso convinto che se intendiamo andare avanti dovremo da ora in poi aprirci, rivelare ciò che abbiamo nel cuore e che troppo spesso diciamo soltanto a porte chiuse. Dovremo darci da fare per promuovere uno sforzo duraturo per ascoltarci, per imparare uno dall’altro, per rispettarci, per cercare un terreno di intesa. Nel Corano si legge: «Siate consci di Dio e dite solo la verità». Io cercherò di farlo, di dire la verità quanto meglio possibile, con umiltà di fronte all’importante compito che mi sta davanti, decisamente convinto che gli interessi che condividiamo perché apparteniamo a un unico genere umano sono molto più potenti delle forze che ci respingono."
Ricorda che: "Gli Stati Uniti sono stati uno dei più importanti luoghi di origine del progresso che il mondo abbia mai conosciuto: nacquero con una rivoluzione contro un impero; furono fondati sull’ideale che tutti gli esseri umani nascono uguali e per dare concretezza a queste parole gli americani hanno versato sangue e si sono battuti per secoli, anche fuori dai loro confini, in ogni angolo del mondo; sono stati plasmati da ogni cultura, proveniente da ogni zona del pianeta, e si ispirano a un unico ideale: E pluribus unum, ovvero "Da molti, uno".
Non si discute: l’Islam è parte integrante dell’America, e io penso che l’America custodisca dentro di sé la verità che, a prescindere dalla razza, la religione, la posizione sociale, tutti condividiamo le stesse aspirazioni: quella di vivere in pace e sicurezza, di volere un’istruzione e un lavoro decoroso, di amare le nostre famiglie, le nostre comunità e il nostro Dio."
Sottolinea ciò che accomuna le due civiltà: “Questo è ciò che abbiamo in comune e queste sono le speranze di tutto il genere umano. Saper riconoscere la nostra comune appartenenza a un unico genere umano è solo l’inizio di quello che dobbiamo intraprendere"