Il monito di Domenico Seccia che lascia la Procura di Lucera
Non risparmia “frecciatine” l’ex procuratore della Repubblica di Lucera,Domenico Seccia, nel giorno in cui ha salutato la Procura di Lucera, dopo il suo trasferimento a Fermo, nelle Marche.
Seccia, per tanti anni impegnato alla DDA di Bari nelle delicate inchieste sulla mafia garganica e autore di due libri sui fenomeni criminali in tutti gli angoli del Promontorio, ha evidenziato l’importante lavoro svolto con i suoi colleghi in tre anni di duro impegno.
«Questa è una sconfitta di una politica che non riesce ad ascoltare le esigenze del territorio, della gente che ci vive, che percepisce l’oppressione e l’ossessione della mafia» – ha precisato Domenico Seccia. Il magistrato si è detto amareggiato per la soppressione del foro federiciano, in cui ricadono territori come quelli dell’area nord del Gargano dove è radicata la presenza di organizzazioni criminali, anche mafiose. Va detto, inoltre, che a due giorni dal suo insediamento a Fermo, Domenico Seccia ha ricevuto un insolito “benvenuto” .
Una lettera di minacce e contenente anche due proiettili è stata recapitata al magistrato nel suo ufficio al primo giorno di lavoro nella sua nuova sede marchigiana. Diverse le ipotesi al vaglio degli inquirenti tra cui anche quella secondo cui le minacce possano essere riferite proprio al suo precedente incarico alla guida appunto della Procura di Lucera.
Il 24 settembre del 2010 una lettera di minacce e un proiettile di pistola fu recapitata a Domenico Seccia pochi giorni prima di insediarsi nel comune federiciano. «La provincia di Foggia – ha sottolineato Seccia –ha bisogno di un’attenzione costante da parte dello Stato. Non so dire se in Capitanata ci siano isole felici, temo che la mafia gli affari li faccia anche quando è silente, occorre un impegno nazionale straordinario, come quello che ci fu tanti anni fa per Palermo» – ha chiosato il magistrato.