La bella storia a lieto fine di una nostra lettrice
In un periodo di crisi economica e di grandi difficoltà nella vita di tutti i giorni, una bella storia di onestà giunge dalla nostra San Giovanni Rotondo.
A scriverci è la signora R. che vuole testimoniare la grande onestà di due operatrici sanitarie del nostro paese: “La scorsa settimana – ci dice R. – avevo un appuntamento presso l’Ufficio vaccinazioni della ASL per sottoporre la mia bimba ad uno dei vaccini previsti nei primi anni di vita. A dirlo è molto semplice ma, qualunque genitore abbia mai fatto questa operazione sa che il subbuglio comincia dal mattino presto. In genere i papà prendono un giorno di ferie e le mamme lavoratrici lo fanno coincidere con il giorno di riposo. Bisogna fare tutto in fretta: colazione, vestire non solo il bimbo che deve fare il vaccino ma anche eventuali fratellini e sorelline da accompagnare preventivamente a scuola o all’asilo.
Dopo la visita dalla pediatra tra vestitini, pannolini, passeggino da chiudere, auto da caricare, siamo giunti all’Ufficio vaccinazioni. Tra un capriccio e l’altro, su e giù nel corridoio aspettiamo pazientemente nella speranza che arrivi presto il nostro turno. Finalmente dopo un po’ di attesa tocca a noi: ri-spogliamo il bimbo, facciamo il vaccino e, mentre piange a squarciagola lo rivestiamo in fretta e furia per togliere presto il disturbo e tornare a casa.
Dopo il pranzo mi accomodo sul divano per riposare dalla fatiche della mattinata. E’ questo il momento in cui buttando uno sguardo all’orologio da polso mi rendo conto di non avere più addosso il mio braccialetto di 93 piccoli diamanti purissimi bianchi regalatomi da mio marito per la nascita della bambina. Un regalo unico dal grande valore affettivo ma anche economico. Potete immaginare il mio sconforto. Ho cercato come una furia tra cappelli, sciarpe, giubbini, borsa, passeggino, macchina, ho rifatto il breve percorso a piedi tra la pediatra e la macchina, ma nulla. Nel pomeriggio ho telefonato alla pediatra per chiederle di dare un’occhiata in studio ma niente. Ho provato a chiamare l’ufficio vaccini ma il pomeriggio è chiuso. Con un grande senso di impotenza e dispiacere passo una nottata agitatissima con il pensiero di alzarmi presto per chiamare l’ufficio vaccini, che rimaneva a quel punto la mia unica possibilità di ritrovare il bracciale.
Al mattino, dopo aver passato la notte praticamente insonne ho chiamato all’ufficio ASL chiedendo se avevano per caso ritrovato un braccialetto: con grande sorpresa la dottoressa mi ha detto di averlo ritrovato e di averlo conservato in attesa che il legittimo proprietario si facesse vivo. Potete solo immaginare la gioia indescrivibile che ho provato sapendo di aver ritrovato il bracciale. Con questa lettera aperta – conclude commossa R. – voglio esprimere il mio più sentito ringraziamento alle splendide persone che lavorano all’Ufficio Vaccinazioni della nostra ASL perché non solo svolgono un mestiere encomiabile ma si sono dimostrate persone oneste come poche. La nostra città così tanto bistrattata conserva ancora, per fortuna, rari esempi di onestà. Grazie!”
tonino
SONO questi episodi che fanno grande la nostra civiltà
..antonio merla