La nota
pubblicata sul profilo Facebook del gruppo “Proposta
Democratica”
La
confusione in cui versa la nostra Città dopo la rimozione forzata del sindaco
Giuliani impone, a noi democratici firmatari di questo documento, una
riflessione seria su quanto sta avvenendo nelle relazioni tra partiti e gruppi
per una soluzione adeguata al governo del paese.
La
frammentazione delle rappresentanze politiche e sociali, soppiantate e
impoverite da uno sfrenato individualismo, alimenta uno stato di
disorientamento generale che induce alla ricerca messianica dell’uomo del
“miracolo” piuttosto che alla elaborazione di un progetto illuminato per la
Città. Sintomatico di questa disgregazione è, ad esempio, il malcostume dei
molti che, in forza di una propria, autonoma ed autoreferenziale designazione a
capo di un gruppo, frequentano i tanti tavoli della politica con l’unico
intento di negoziare al rialzo il proprio ruolo, in un gioco inarrestabile di
posizionamenti, ora a destra, ora a sinistra, ora al centro.
Sono
fenomeni su cui occorre riflettere per ricercare la causa che li ha generati.
Assumere
l’”etica della responsabilità”, farsi carico dei propri errori, costituisce la
premessa indispensabile per cambiare
il sistema: dobbiamo guardare nel nostro campo, al centrosinistra,
al Partito Democratico e alle organizzazioni politiche che lo hanno fondato.
Non
può sottacersi, infatti, che due amministrazioni, per restare ai tempi recenti,
a guida PD, hanno subito una interruzione traumatica e, di tutto ciò, a noi le
ragioni appaiono evidenti: si è smarrito il ruolo e la funzione della politica,
dell’etica pubblica, all’interesse generale si è sostituito quello degli amici,
dei clan, delle clientele. Una concezione della “res publica” come risorsa ad
uso privato, di potere, non come patrimonio della cittadinanza.
Nell’amministrazione
Giuliani tale sistema si è manifestato con più virulenza, tanto da travolgere
un sindaco che, per formazione, esperienza, carattere e personalità, poteva
essere un veicolo di cambiamento.
Da
questa idea della politica vogliamo segnare le distanze, assumendoci, in pieno,
anche la responsabilità di porci in aperta contrapposizione alla linea politica
tracciata, a livello locale, dal Partito Democratico, del quale, ancora oggi, altrove, siamo
apertamente militanti e simpatizzanti.
Eravamo,
e lo siamo tuttora, interessati alla costruzione di un progetto politico
pluralista, in grado di mettere in campo un nuovo modo di concepire la
politica, di organizzarla e praticarla affermando il primato dell’interesse
generale, il rigore etico e civile, la coerenza di comportamenti, la sobrietà
dei costi della politica, la trasparenza.
Tutelare
l’interesse generale vuol dire, ad esempio, offrire servizi pubblici alla
cittadinanza (rifiuti, parcheggi, assistenza, etc.) che rispondano a requisiti
di efficienza ed efficacia, affidati a costi equi e in grado di produrre
qualità equivalente. Ma soprattutto, garantendo che la loro gestione ed
organizzazione rimanga estranea alla politica, che altrimenti ne inquina
funzionalità e costi.
Improntare
i comportamenti al rigore etico e civile vuole dire, ad esempio, dare spazio ai
corpi intermedi, alla rete dell’associazionismo e del terzo settore, essere
rispettosi della loro autonomia e indipendenza, dialogare e indirizzare, senza,
però, mai occupare spazi sociali o, peggio, profondendo contributi, generosità
e oboli vari. Occorre promuovere la cultura, lo sport, le manifestazioni
fornendo infrastrutture, logistica, assistenza tecnica, non sperperando risorse
finanziarie utili a ben più importanti servizi di utilità sociale.
Il
richiamo alla sobrietà dei costi della politica non si riferisce, com’è ovvio,
alle sole elargizioni camuffate da promozione sociale e culturale, ma ad ogni
irresponsabile dilatazione della spesa pubblica per accontentare i “clientes”
e, peggio, creare precariato; per noi significa individuare i servizi per
soddisfare i bisogni della comunità, osservare la loro incidenza economica e
finanziaria nel bilancio sempre più contratto dalla mancanza di trasferimenti
statali, evitare di mettere le mani nelle tasche dei cittadini e proporre
possibilità di occupazione.
Eravamo,
e lo siamo tuttora, interessati alla costruzione di una classe dirigente
“nuova”, competente, in grado di prendere decisioni con coraggio e senso di
condivisione, con senso di legalità e responsabilità, in grado di ripristinare
la fiducia con i cittadini e di dare significato al concetto di pubblico
interesse, informata alla cultura di governo. Elementi che devono costituire il
fondamento di ogni progetto di governo, che non può e non deve costruirsi
avendo come unica bussola la composizione aritmetica del cartello elettorale e
la forza dei numeri: non ci interessa l’assioma “vinciamo e poi si vede”, ma
occorre coerenza e compatibilità di progetto e di azione tra ciò che si vuole
fare e il modo e le persone che devono farlo. A tale ultimo proposito, ad
esempio, è necessario che l’intera giunta, assieme al sindaco, siano i garanti
del progetto e che, assieme, si candidino in modo trasparente a rappresentarlo,
ricevendo l’investitura direttamente dalla comunità che sono chiamati ad
amministrare.
Abbiamo
tentato di portare tutto il Partito Democratico di San Giovanni Rotondo a
condividere questo progetto, poiché riteniamo che questi siano gli elementi
fondativi del Partito Democratico nazionale, ma l’attuale gruppo dirigente,
strutturato su una organizzazione più vocata alle campagne elettorali, più
interessata ai fatti del Palazzo e meno a far funzionare il partito, a far
partecipare alle decisioni gli iscritti, ha detto NO; ha scelto una linea di
relazioni personali, muscolare e miope, la stessa che ha fatto naufragare le
due precedenti esperienze di governo.
Non
vogliamo vestirci di una nuova verginità, ma vogliamo mettere a disposizione la
nostra esperienza per costruire, insieme a tutti coloro che guardano al
CENTROSINISTRA, un progetto di Città coraggioso, condiviso e partecipato e una
classe dirigente veramente rappresentativa di tali valori.
Nicola Bruno, Francesco Cipriano, Primiano Dapote,
Salvatore Dragano, Maria Falcone, Michele Fiore, Gennaro Giuliani, Giovanna
Malerba, Matteo Manzella, Giuseppe Marcucci, Donato Ricci, Giuseppe Siena,
Matteo Urbano.