La lettera di Alberto Pietroboni, Presidente Giovani UDC
Tra giovani e politica c’è l ‘abisso. È sotto gli occhi di tutti. Un disagio che non stenta a scomparire. Anzi si accentua sempre più. I motivi sono svariati : la mancanza di una classe politica dirigente capace e affidabile nel risolvere i problemi, promesse non mantenute, scandali giudiziari e morali, giochi di potere, cambi di casacche, incertezza sul futuro, mondo universitario svuotato di mezzi e risorse, universo lavorativo frammentato, il posto di lavoro sempre più una chimera; Istituzioni distanti anni luce, vissuti come luogo per preparare carriere politiche o dirigenziali. In passato dalla politica si attendevano risposte e soluzioni ai problemi sociali ed economici, ma la politica, o meglio i suoi uomini, sono venuti meno. La delusione scaturita per chi nella politica aveva creduto e sperato, ha preso il sopravvento. Lo scetticismo ha sostituito la speranza. L’indifferenza ha preso il posto della voglia. L’indignazione e la rabbia i sentimenti prevalenti.Il comune pensare che l’impegno politico sia solo una cosa sporca e che sia meglio che le persone oneste non se ne occupino, ha fatto si che l’impegno venisse rapito da avventurieri ed affaristi. Sostituendo la partecipazione diretta con la cultura dell’estraneità. Disinteresse che ha colpito soltanto i partiti. Non provocano più alcuna passione. Determinano insofferenza. Per contro, l’associazionismo, il volontariato, che si avvale della passione e del lavoro di migliaia di giovani continua, fortunatamente, a suscitare interesse e passione. E cosi ogni elezione il “partito più votato” è quello dell’astensione.
Eppure anche se i giovani possono non occuparsi ed interessarsi di politica, la politica si occuperà di loro in ogni circostanza. Per questo motivo, rivolgendomi alla mia generazione senza distinzione politica, sociale ed ideologica, dico: “riprendiamoci il presente per costruire il futuro nostro e quello dei nostri figli!” Mettiamo al servizio della collettività: idee, professionalità, onestà, volontà di REALE CAMBIAMENTO. Diventiamo massa critica. Continuare ad accettare passivamente decisioni e programmi politici-amministravi rappresenterebbe per la nostra generazione la morte celebrale. Un scatto d’orgoglio: rialziamo la testa!
Sull’argomento significative sono le parole di Aldo Moro rivolte ai giovani: “portare su di sé l’onore e l’onere di affrontare i cambiamenti e trovare, volta per volta, le soluzioni migliori affinchè la società progredisca in modo armonico, fondamentale in ciò sono le idee dei singoli, ma anche la partecipazione e la comunione di ideologie e di speranze, volte a condurre la civiltà verso nuovi orizzonti”. Ancor più rilevanti sono le parole di Papa Giovanni Paolo ІІ: “ non lo Stato e i mercati devono essere padroni della vita degli uomini, rendendoli meri utenti di un sistema chiuso, arido e incapace di poter progredire, al contrario essi devono essere asserviti alle necessità sociali, alle speranze , a quel fortissimo desiderio di unione e associativismo che la razza umana porta con sé sin dalla notte dei tempi”. Dobbiamo riassumere i ruoli di contestatori: questo però non implica mettere in atto rivoluzioni sanguinarie o che risultino favorevoli per pochi e dannose per molti. Contestare vuol dire non accettare il conservatorismo del Mondo, rifiutare le scelte sbagliate e anticomunitarie, opporsi a manovre politiche che disgreghino l’unità fondamentale che ci lega. Contestare vuol dire mettersi in discussione, confrontarsi con il Mondo che ci circonda e trovare soluzioni adeguate, nell’ottica di rispetto reciproco e di mutamento in positivo che ha contraddistinto il progredire dell’uomo.Criticare i partiti, “tanto per”, non porterà a risultati concreti. Ma parlare, criticare, confrontarsi, proporre all’interno di essi aprirà nuove strade e orizzonti. Impegnarsi in politica! È questa la sfida che la società ci lancia e che è nostro dovere morale e civico raccogliere e vincere.
Alberto Pietroboni (presidente Giovani Udc San Giovanni Rotondo)