di Leonardo Fania
«Ogni volo è un’emozione». Ha esordito così Papa Ratzinger durante le interviste di rito a bordo dell’aereo che lo ha portato in Australia per celebrare la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù. E’ stato il viaggio più lungo del suo pontificato, e senza ombra di dubbio quello che ha lasciato più contenuti su cui riflettere.
Il Papa ha iniziato il suo dialogo con i giovani, dopo tre giorni di riposo dal lungo viaggio, affrontando i temi che sono di più attualità: alimentazione, ambiente, energia e società, chiedendo loro la sempre più difficile capacità di essere emozionati dalla vita, di essere ancora di più «figli del Creato» piuttosto che del mondo. Ed è un messaggio denso di francescanesimo, seguito dall’invito a dialogare con la natura, proprio come San Francesco faceva nel lontano 1200.
Il Papa “francescano” ha quindi esortato i giovani a «guardare al vero Dio e non ai falsi dei che non portano alla vita bensì alla morte». Messaggio forte e chiaro quello di BXVI, così come viene chiamato nei messaggini spediti ai giovani della Gmg, lanciato durante l’incontro con un gruppo di giovani disadattati. «I beni materiali portano la gente a comportarsi da Dio, dimenticando di vivere appieno la vita», ha evidenziato il Santo Padre, «portando alla morte».
Ma il messaggio più forte, e anche quello più atteso, è stato quello che il Papa ha espresso nell’incontro con il clero australiano nel quale è tornato ad esprimere con parole molto forti il suo personale disappunto e quello dell’intera Chiesa per i casi di pedofilia e di abusi sessuali commessi in Australia, come anche in altri paesi, da sacerdoti e religiosi.
Il Papa ha voluto «sottolineare personalmente» la sua vicinanza alle vittime di questi crimini, invocando la tolleranza zero, con il giudizio della magistratura, per i sacerdoti che si sono macchiati di questi reati.
Suggestiva la veglia del giorno dopo presso l’Ippodromo di Randwick, che già in passato aveva ospitato grandi eventi come la visita di Paolo VI nel 1970 e di Giovanni Paolo II nel 1986 e nel 1995.
L’Ippodromo, al buio, ha fatto da cornice per la veglia, ed è stato successivamente illuminato dalla luce portata da ballerini che assieme alla Croce e all’icona della Gmg significavano l’apertura dello Spirito Santo.
Il Pontefice è entrato nell’Ippodromo accompagnato da 12 pellegrini mentre l’assemblea intonava il canto a Maria, venerata sotto il titolo di “Nostra Signora della Croce del Sud”.
Il papa durante la sua riflessione ha esortato i giovani con parole molto chiare: « Lasciate che i doni dello Spirito Santo vi plasmino, facendo sì che la fede maturi attraverso le normali attività quotidiane e solo così sarete veramente vivi, aperti alla forza dell’ amore di Dio, in modo da trasformare le famiglie, le comunità e le nazioni ». Un vivo applauso è scaturito a conclusione di queste parole.
A conclusione della Gmg un ultimo messaggio è stato affidato ai giovani, che secondo il Papa devono essere più aperti verso il prossimo in modo da « sconfiggere l’apatia che sta avvelenando i rapporti tra gli uomini ».
Il Papa ha, infine, annunciato tra il tripudio dei ragazzi, spagnoli, in particolare, che la prossima Gmg si terrà a Madrid nel 2011, invitandoli fin da ora alla preghiera e alla gioiosa testimonianza di Cristo risorto.
L’ultimo impegno ufficiale del Pontefice è stato quello avuto con gli oltre 8000 volontari che hanno assicurato l’organizzazione dell’evento e grazie ai loro sforzi hanno portato a termine il non facile ruolo di « forgiatori di amicizia fra giovani di origini differenti e ravvivatori dell’amore per Gesù e per la Chiesa ».
Ad un mese dalla conclusione della Gmg le parole del Papa non sono rimaste inascoltate: si registrano, infatti, in Australia un incremento alla partecipazione alla messa domenicale e alla attività caritative soprattutto tra i giovani.
Ovviamente la Gmg non aggiusterà l’Australia ma potrebbe aver fornito il necessario incoraggiamento per il rinnovamento spirituale e sociale dell’intera nazione ringraziando in particolare le parole del Papa che ha dato alle nuove generazioni l’ispirazione e la visione per farlo.
A Sydney la “generazione di Giovanni Paolo II” e la “generazione di Benedetto XVI” hanno ricevuto forza dall’alto poiché lo Spirito Santo è stato riversato su di loro in abbondanza.
Leonardo Fania