A distanza di sette mesi si è "arrestata" la SLA all’ammalata di San Giovanni Rotondo
L’anno scorso, per la prima volta in Puglia, il Giudice del Lavoro, il dott. Luca BUONVINO, aveva accolto la richiesta della sig.ra A. DI MAGGIO, nativa di San Giovanni Rotondo, malata di SLA (sclerosi laterale amiotrofica) di curarsi con la costosa molecola IGF-1 BP3, il cui costo per il dosaggio giornaliero di una fiala è di circa 450,00 euro.
Pochi altri Tribunali si sono occupati di vicende analoghe (Messina, Napoli, Vibo Valentia, Cosenza e Vicenza). Tutte le Corti, adite fino ad ora, hanno riconosciuto agli ammalati di SLA il diritto alla cura con il citato prodotto sperimentale, condannando il Ministero della Salute ad acquistare tale farmaco da una casa farmaceutica americana (precisamente la "INSMED").
Si conosce bene la gravità di questa malattia, che porta, inesorabilmente e nel giro di pochi anni, alla morte. Non esiste una cura capace di guarire la malattia ed i farmaci adottati non riescono neanche a rallentare l’evoluzione della patologia.
Attualmente esiste, come sopra accennato, un farmaco il cui principio attivo è costituito dalla molecola denominata IGF-1 o "Somatomedina C", nella forma più avanzata dell’IGF-1 BP3 (evoluzione del precedente IGF-1, che ne mantiene tutte le caratteristiche), peraltro attualmente non commercializzato in Italia, in grado, sembrerebbe, di rallentare l’evoluzione della malattia neurodegenerativa.
Questa molecola ha superato negli Stati Uniti d’America ben due livelli di sperimentazione sotto il diretto controllo della "FDA". L’esito di questa sperimentazione ha suscitato l’interesse e l’approvazione di autorevoli scienziati.
Anche lo stesso prof. Umberto Veronesi ha affermato esplicitamente l’efficacia di tale molecola nella cura della SLA nel rispondere ad una interrogazione parlamentare, quando era Ministro della Salute nel 2000.
«Sono arrivati i primi risultati positivi – è stato il commento del legale della paziente – , la sig.ra DI MAGGIO mi ha consentito di informare gli ammalati che finalmente la sua malattia si è arrestata. Un grazie particolare va all’avv. TRAPUZZANO Fabio di Lamezia Terme, un pioniere nella lotta per avere la commercializzazione di questo farmaco sperimentale, nonché ai dott.ri SAGINARIO Manfredi, che ha avuto la “forza” di prescrivere il farmaco in questione, e MASTANDREA Ermanno di San Severo, nella sua veste di dirigente della farmacia dell’ospedale "MASSELLI MASCIA" di San Severo.
Ora la “casta medica” dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa alla sig.ra DI MAGGIO. La paziente ha ottenuto delle preziose informazioni soltanto tramite canali non ospedalieri (mi riferisco ad "internet"). Purtroppo i neurologi dell’ospedale "Casa Sollievo della Sofferenza" di San Giovanni Rotondo, attenti ai protocolli ufficiali, non hanno informato la loro paziente dell’esistenza di questo farmaco sperimentale per la cura della SLA, altrimenti, la sig.ra DI MAGGIO, malata da oltre 5 anni, si sarebbe rivolta prima alla Giustizia per ottenere l’erogazione del suddetto farmaco.
In un certo senso – ha concluso l’avvocato Placentino – dinanzi a questa buona notizia, non si può negare alla sig.ra DI MAGGIO il diritto di informare altri sfortunati come Lei e di denunziare questa ingiustificata omertà. Di fronte alla vita di una persona non si possono attendere i tempi della burocrazia».