di Berto Dragano
L’estate sta per terminare, almeno dal punto di vista meteorologico, mentre in quanto a feste, bisognerà attendere.
Dopo le feste di partito, quelle patronali, notti per sportivi e notti bianche, che hanno animato il paese come un lido riminese, la giostra di marketing e festività si fermerà e forse ci rimarrà quel vago dubbio che la politica de “Il ballo del qua-qua” ci fa sorridere, ma anche sentire “turisti per caso” in un villaggio chiamato paese.
Paese che non deve distrarsi al fatto che sotto il cielo estivo dell’ILVA di Taranto, 174 cittadini sono deceduti per l’inquinamento ambientale causato dalle emissioni dello stabilimento, scoprendo amaramente che ambiente e lavoro sono diritti di ogni cittadino e che la cattiva politica può anche uccidere.
Quest’estate sotto il cielo afoso romano, il Governo si è ribellato contro i giudici che hanno sentenziato che a Taranto “hanno continuato a produrre massicciamente nella inosservanza delle norme di sicurezza” condannando bambini ed adulti ad una morte precoce per cancro polmonare.
Quest’estate sotto il cielo di Lucera, il Governo ha deciso di chiudere il Tribunale e le varie sedi dei Giudici di Pace della nostra provincia, dimenticando la mafia garganica, strozzando l’efficienza degli apparati giudiziari e negando la sete di legalità del territorio.
Quest’estate sotto il cielo di San Giovanni Rotondo, ho fotografato un bagno pubblico davanti alla storia di un paese, calpestando così la dignità di una città che fatica a trattenere i ricordi.
Quest’estate 150 netturbini hanno invaso il palazzo di città per urlare agli amministratori comunali il mancato pagamento degli stipendi, mentre la preoccupazione cresce, in quanto queste problematiche si riversano sul disservizio ai cittadini e ci allontanano dal raggiungimento delle percentuali che devono essere raggiunte entro il 2013, pena l’aumento dell’eco tassa per tutti i cittadini.
Dopo l’estate arriveranno le piogge con tutti i problemi di fogna bianca, che da anni si ripetono senza avere una risposta amministrativamente seria.
Finita l’estate dimenticheremo le canzoni ed i cantanti delle feste patronali e non ci rimane che ricordare, davanti ad una giostra impazzita che è giusto ritornare ad avere fiducia nella politica.
“Le responsabilità, come le speranze, vanno sempre condivise, altrimenti se ne esce schiacciati, inadempienti. Che l’agire collettivo non è il traguardo, è semmai il mezzo per non stare a guardare, per costruire e coltivare l’utopia. Perché una società di persone sole, di consumatori bulimici, di spettatori assuefatti, dagli orizzonti corti e frammentati, non è soltanto più fragile, più controllabile. E’ anche molto più triste.” – (Perché oggi di F. Faloppa)
Buon Autunno caldo a tutti.