di Pio Matteo Augello
Domenica 11 settembre ricorre il decennale
della strage che ha cambiato e segnato profondamente gli equilibri geopolitici
internazionali, nonché la vita di tutti noi, ovvero l’attacco alle Torri
Gemelle di New York. Quel giorno ha cambiato decisamente la storia. Da
quell’avvenimento sono scaturite almeno due guerre (Afghanistan e Iraq) che,
lontanissime dall’essere concluse, rappresentano due patate bollenti degli
equilibri geo-politici e militari del pianeta.
A dieci anni di distanza occorre avviare una
seria riflessione sui fatti realmente accaduti in quel triste e “famoso” 11
settembre del 2001. Numerosi sono infatti i buchi e le incongruenze, anche
scientifiche, che popolano la cosiddetta versione ufficiale dell’11 settembre,
ovvero che lo spazio aereo più protetto al mondo, fosse stato messo a ferro e
fuoco da 19 Sauditi dirottatori, parecchi dei quali non risulterebbero nemmeno
nelle carte d’imbarco degli aerei e che avrebbero dirottato e fatti schiantare nel
numero di quattro; due, come noto, sulle due torri del World Trade Center, un terzo
fantomatico Boing 747 che avrebbe colpito addirittura il pentagono lasciando un
buco di soli 6 metri, e l’ultimo, non ben precisato, quarto velivolo che si sarebbe
schiantato nella campagna della Pennsylvania.
E poi ancora, illustri Fisici come Steven
Jones che mostrano come mai nella storia un edificio in acciaio sia mai
crollato a causa di un incendio, e che in ogni caso il tipo di incendio da
combustibile non sia in grado di far
raggiungere i 700 gradi necessari affinché ci sia la fusione dell’acciaio, e di
come sempre secondo Jones il crollo delle due torri in realtà mostra tutti i
segni e i percorsi fisici delle demolizioni controllate come confermato anche
dalla termite (esplosivo militare usato per le demolizioni controllate) trovata
tra i resti delle due torri.
Ancora, il clamoroso crollo dell’edificio 7
che non è stato colpito da nessun aereo. Continuando con le testimonianze dei
pompieri, accorsi per primi quel giorno al World Trade Center, che raccontano
di inspiegabili e fortissime esplosioni provenienti dai piani interrati delle
torri poco prima dei crolli. E ancora, il fatto che una parte dei passeggeri
dirottati sugli aerei dell’11 settembre non esisteva affatto, il mistero dell’aereo
schiantatosi in Pennsylvania e a quanto pare atterrato a Cleveland ed evacuato.
I misteriosi movimenti finanziari a Wall Strett a ridosso dell’11 settembre, e
le tonnellate d’oro scomparse dalle fondamenta del World Trade Center, il furto
del secolo di cui nessuno parla.
Ad affrontare brillantemente questi temi scottanti
sono stati in molti, da Giulietto Chiesa, ai ragazzi di luogo comune, dallo
stesso Steven Jones al comitato per la verità sull’11 settembre formato dai
parenti delle vittime del World Trade Center, fino all’eminente professor David
Ray Griffins scrittore e filosofo, professore emerito di filosofia
della religione e di teologia.
A tutto ciò
mi sentirei di aggiungerei anche il validissimo contributo di Roberto Quaglia e
del suo “Il mito dell’11 settembre, e
l’opzione dottor Stranamore” edito da PonSinMor nel 2006 e successivamente
rivisitato e ampliato nella seconda versione del 2007 dopo l’enorme successo
della prima edizione, diventata best sellers con 65.000 copie vendute.
Qualunque
sia l’opinione in merito alla versione ufficiale dell’amministrazione Bush, o
in merito a quella definita dal main stream mediatico come “teoria del
complotto”, di sicuro il libro di
Roberto Quaglia è a mio parere imprescindibile per chi voglia seriamente
affrontare, capire e discutere della verità sui fatti dell’11 settembre del
2001. Un’ottima lettura a ridosso dell’anniversario dell’attentato che cambiò
il mondo.