Giorgio Napolitano: “Celebriamo il 2 giugno per esprimere lo spirito di solidarietà e unità nazionale che costituisce la miglior garanzia in tempi così difficili e anche dolorosi”
Il 2 giugno 1946, a seguito dei risultati del “Referendum Istituzionale” indetto per scegliere fra Monarchia e Repubblica, l’Italia diveniva una Repubblica.
La data diveniva, come “Festa Nazionale”, uno dei simboli del nuovo stato. Dal 1948 l’appuntamento veniva sottolineato con una sfilata di reparti delle Forze Armate.
La cerimonia, oggi, viene gestita di concerto dalla Presidenza della Repubblica e dal Ministero della Difesa.
Nel tempo, come accennato, è diventata consuetudine, anche la famosa parata militare, tenutasi per la prima volta in Via dei Fori Imperiali a Roma. Le Forze armate, le Forze di Polizia, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e la Croce Rossa Italiana, sono state sempre partecipi alla parata.
Nel 2005, per volontà di Carlo Azeglio Ciampi, sono state aggiunti anche il Corpo della Polizia Locale e della Protezione Civile.
Quest’anno sarà una festa contrassegnata anche dalla profonda crisi che ha colpito l’Italia e che sembra ormai inarrestabile. “Celebriamo il 2 giugno per esprimere lo spirito di solidarietà e unità nazionale che costituisce la miglior garanzia in tempi così difficili e anche dolorosi”– così ha voluto precisare il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nel videomessaggio realizzato in occasione della celebrazione dell’anniversario della Repubblica.
Alla mini parata per la festa del 2 giugno – si legge su Repubblica.it – sfileranno in 3.300 tra militari e civili. Niente mezzi, cavalli e aerei, nemmeno le Frecce Tricolori, che non lasceranno la tradizionale scia rossa, bianca e verde sui cieli della Capitale. Un’assenza – motivata dal Governo, come l’anno scorso, per un fatto di costi – che non piace per niente all’ex ministro della Difesa La Russa: “E’ un’offesa”.