“Questa è la creatura che la Provvidenza, aiutata da voi, ha creato; ve la presento.”
La Casa Sollievo della Sofferenza è stata inaugurata il 5 maggio del 1956, giorno onomastico di Padre Pio. A mezzo dei Gruppi di Preghiera e della stampa, il mondo intero venne informato dell’avvenimento ed una folla di quindicimila persone accorse a San Giovanni Rotondo, fra queste numerose autorità religiose, civili e militari.
La Chiesa di Roma era rappresentata dal Cardinale di Bologna, Giacomo Lercaro, per lo Stato erano presenti il Presidente del Senato Merzagora e il Ministro Braschi. Per la comunità cappuccina vi era il Ministro Generale dell’Ordine, padre Benigno da Sant’Ilario Milanese.
Dopo l’intervento del Cardinale Lercaro improntato sulla carità e l’amore quale segno della presenza di Dio, Padre Pio tenne un discorso memorabile in cui si tracciava le linee guida della sua opera terrena.
“Signori e fratelli in Cristo, la Casa Sollievo della Sofferenza è al completo.
Ringrazio i benefattori di ogni parte del mondo che hanno cooperato. Questa è la creatura che la Provvidenza, aiutata da voi, ha creato; ve la presento.
Ammiratela e benedite insieme a me il Signore Iddio.
E’ stato deposto nella terra un seme che Egli scalderà coi suoi raggi d’amore.
Una nuova milizia fatta di rinunzie e d’amore sta per sorgere a gloria di Dio, e a conforto delle anime e dei corpi infermi. Non ci private del vostri aiuto, collaborate a questo apostolato di sollievo della sofferenza umana, e la Carità Divina che non conosce limite e che è luce stessa di Dio e della Vita Eterna accumulerà per ciascuno di voi un tesoro di grazie di cui Gesù ci ha fatti eredi sulla Croce.
Quest’Opera che voi oggi vedete è all’inizio della sua vita, ma per poter crescere e diventare adulta questa creatura ha bisogno di alimentarsi e perciò essa si raccomanda ancora alla vostra generosità affinché non perisca d’inedia e divenga la città ospedaliera tecnicamente adeguata alle più ardite esigenze cliniche e insieme ordine ascetico di francescanesimo militante. Luogo di preghiera e di scienza dove il genere umano si ritrovi in Cristo Crocifisso come un solo gregge con un sol pastore.
Una tappa del cammino da compiere è stata fatta.
Non arrestiamo il passo, rispondiamo solleciti alla chiamata di Dio per la causa del bene ciascuno adempiendo il proprio dovere: io, in incessante preghiera di servo inutile del Signore nostro Gesù Cristo, voi col desiderio struggente di stringere al cuore tutta l’umanità sofferente per presentarla con me alla Misericordia del Padre Celeste; voi coll’azione illuminata dalla Grazia, con la liberalità, con la perseveranza nel bene, con la rettitudine d’intenzione.
Avanti in umiltà di spirito e col cuore in alto. Il Signore benedica chi ha lavorato e chi lavora e chi lavorerà per questa Casa e remuneri a mille e mille doppi in questa vita tutti voi e le vostre famiglie, e con la gioia eterna nell’altra.
Vogliano la Santissima Vergine delle Grazie ed il serafico Padre san Francesco dal Cielo, ed il Vicario di Cristo, il Sommo Pontefice in terra, intercedere perché siano esauditi i vostri voti”.
Intervenne, quindi, il Sindaco di San Giovanni Rotondo, il cavaliere Francesco Morcaldi: “Eminenza, Eccellenze, Fedeli d’Italia e del Mondo – disse – mai come in questo momento ho sentito di poter interpretare fedelmente i sentimenti del popolo di San Giovanni Rotondo, che, esultante, partecipa alla inaugurazione di questa Casa Sollievo della Sofferenza, la quale attraverso i secoli testimonierà il trionfo dello spirito, l’apoteosi della Fede. Arsa e brulla era allora questa montagna, disperso il gregge. Oggi su questa montagna splende luce di pieno meriggio che illumina questa Casa Sollievo della Sofferenza che si staglia maestosa dominando il Tavoliere. Nella sua mole architettonica l’edificio bene esprime l’estro ed il genio dell’artista, lo sforzo delle maestranze, ma freddi rimarrebbero quei marmi e gelide quelle strutture se da essi non si sprigionasse una fiamma viva che riscalda i nostri cuori e commuove le nostre anime. Vi è che esso è stato impastato di amore e di fede. Ecco perché questa inaugurazione assume carattere particolare; ben diverso da quelle abituali. Attorno alle eminenti personalità del mondo ufficiale religioso e civile si accalca una folla anonima di diverse favelle, ma che qui si riconosce nel segno di Cristo, si affratella e si ama. Sulla sommità della Casa palpitano al vento di questi monti garganici policrome fiamme con gli stemmi di cento città”.
Dopo il rituale taglio del nastro da parte di Padre Pio e del cardinale Lercaro, fu inaugurato un simposio di Cardiochirurgia di livello mondiale, presieduto dal prof. Pietro Valdoni, con clinici giunti da vari paesi d’Europa e dalle Americhe. L’indomani i relatori passarono a salutare Padre Pio, che li accolse con la sua naturale semplicità: “Che vi devo dire? Anche voi siete venuti al mondo come sono venuto io, con una missione da compiere. Badate – riprende il Padre prima di ricordare la sua missione di religioso cappuccino – vi parlo di doveri quando tutti parlano di diritti”. E più avanti riprende: “Voi avete la missione di curare il malato, ma se al letto del malato non portate l’amore, non credo che i farmaci servano a molto. Io ho provato questo: il mio medico, quando nel 1916-17 fui ammalato, il mio medico curandomi mi recava prima di tutto una parola di conforto. L’amore – sottolinea – non può fare a meno della parola”. Ed infine, l’invito caloroso: “Portate Dio ai malati: varrà più di qualsiasi altra cura”.
Il successivo 8 maggio i congressisti erano ricevuti in udienza dal Papa Pio XII che disse tra l’altro che l’Ospedale di San Giovanni Rotondo “è il frutto di una delle più alte intuizioni, d’un ideale lungamente maturato e perfezionato a contatto con i più svariati e più crudeli aspetti della sofferenza morale e fisica dell’umanità”.
L’ospedale disponeva di duecentocinquanta posti letti divisi nei reparti di Chirurgia, Urologia, Medicina, Cardiologia, Ortopedia e Traumatologia, Pediatria, Ostetricia-Ginecologia. Vi erano inoltre i servizi di Radiodiagnostica, Laboratorio Analisi e Centro Trasfusionale, tre sale operatorie e una sala parto. Il primo ammalato fu ricoverato cinque giorni dopo l’inaugurazione, a fine maggio i posti letto occupati erano 25. Il giorno del Corpus Domini, Padre Pio portò in processione il Santissimo per tutti i reparti. Vi tornò altre volte per visitare gli ammalati, per un battesimo o per celebrare la messa. Non mancarono all’interno dell’ospedale le recite di beneficenza a cui Padre Pio assisteva volentieri. In breve tempo la Casa Sollievo della Sofferenza cominciò a riempirsi di ammalati che venivano anche dai centri vicini.
Per l’olio d’oliva e il latte degli ammalati si provvedeva direttamente da una azienda agricola lasciata come donazione a Padre Pio.