Le
parole di fra’ Antonio Belpiede, portavoce dei frati cappuccini
”E’ un’opera d’arte di livello
straordinario: se non la si contempla dal vivo, non la si può descrivere. Non
ci sono parole efficaci”. Lo dice all’ADNKRONOS, frate Antonio Belpiede, portavoce dei frati
minori cappuccini di San Giovanni Rotondo, a proposito dei
di mosaico, opera del padre gesuita sloveno Marko Ivan Rupnik e del suo gruppo
di lavoro, che impreziosiscono la cripta della nuova basilica dedicata a San
Pio. Dopo la visita di papa Benedetto XVI del 21 giugno, in questi giorni i
pellegrini possono cominciare a visitarla.
”Il corridoio che si attraversa
per arrivare alla cripta è stato realizzato secondo lo stile delle antiche
basiliche cristiane
– spiega frate Belpiede – tende cioè a
rallentare il ritmo del pellegrino per dargli la possibilità di pregare e di
contemplare. Ci sono le vite in parallelo dei due santi: san Francesco e san
Pio. Ero li’ a due metri dal papa, alla presenza del maestro Rupnik – continua
– quando l’ha visitata e inaugurata. Vedendo quell’opera il santo padre ha
commentato letteralmente: ‘non solo è
un’opera di straordinaria bellezza ma costituisce una lezione di teologia
magistrale’ ”.
”Detto da un grande teologo come
il papa, è un riconoscimento importante. Qualcuno, pochi in verità, ha contestato
l’uso dell’oro e lo sfarzo. Ma l’uso dell’oro – argomenta – c’è
in tutte le basiliche antiche della cristianità e anche nella basilica
inferiore di Assisi dove si celebra il passaggio dalla morte alla vita: l’unico
dipinto in oro è quello che celebra la gloria di San Francesco. Di fronte alla
gloria di san Francesco salta via tutta l’austerità e la povertà.
Noi – prosegue frate Belpiede – per
la cripta dedicata a San Pio abbiamo pensato di seguire la tradizione antica e
di celebrare con un baluginio di oro la gloria di padre Pio che entra ricco di
gloria nella gloria dei cieli.
Chiesa
la pensa allo stesso modo – conclude – è
libero di farlo”.
da libero-news.it