Le ragioni degli studenti italiani
Tutti abbiamo visto le immagini di violenza durante le varie manifestazioni del 14 novembre in tante città che le tv ci hanno mostrato.
Violenze da parte di facinorosi infiltrati che sfogano i loro disagi avventandosi contro le forze dell’ordine facendosi schermo di giovani studenti. Violenza inaudita da parte della stessa polizia contro quei ragazzi rei soltanto di protestare con una sciarpa alla bocca. Ma la violenza più grande è quella di chi manca di raccontare prima, durante, e dopo, le ragioni per cui i lavoratori e i giovani protestano e che questi fattacci, purtroppo hanno il potere di oscurare. Gli studenti si sforzano di convocare le piazze pacifiche, isolando i violenti rigettando la stessa violenza, urlano lo scippo del loro futuro con lo strangolamento del lavoro da questo eccesso di austerità che impoverisce tutto il paese. Studenti e lavoratori vogliono che si sposti la tassazione sulle rendite, sui grandi capitali, sulla finanza, sulle grandi ricchezze piuttosto che, ancora una volta , sul lavoro e sulla povera gente.
Quella di questo governo è un’austerità a senso unico; continua con i tagli alla scuola pubblica del governo Berlusconi (8 miliardi di euro) con l’aggravante di foraggiare la scuola privata.
Questi tagli in maniera lineare hanno ridotto l’offerta formativa, i finanziamenti all’edilizia scolastica anche se ultimamente, insufficientemente, sono stati stanziati 930 milioni per la messa in sicurezza delle scuole, poiché una scuola su quattro non è a norma; 40 mila studenti privi di mezzi e meritevoli non hanno accesso alla borsa di studio poiché viene sempre più a diminuire il numero di studenti idonei per non tagliare il fondo che è sempre lo stesso; l’università è diventata troppo cara e non tutti possono accedervi; un abbandono scolastico e un tasso di alfabetismo fra i più alti d’Europa; vengono tagliati perfino i migliori fondi spesi per creare generazioni europee: l’Erasmus .
Senza dimenticare la lesione di tanti diritti sindacali di chi ci lavora nella scuola cominciando dal blocco degli scatti d’anzianità al tentativo ( ? ) di innalzare le ore di insegnamento a 24 ore con l’intento di eliminare di un quarto il numero degli insegnanti. Davanti a questa cecità, a nulla possono valere le giustificazioni per cui se non si fossero adottate queste misure saremmo nel baratro. La cura è peggio della malattia. Tante misure sono state anche assorbite ma sulla crescita, sul lavoro, sull’uguaglianza e sulla giustizia non c’è stata alcuna misura positiva per la povera gente.
Siamo di fronte ad un governo cinico che non avverte minimamente il disagio degli italiani. Continua con politiche che puntano sul rigore producendo soltanto un effetto recessivo con un impatto negativo sulla società (vedi la violenza delle proteste). E poi tornando alla protesta degli studenti, altro che scontro generazionale questo è uno scontro sociale fra chi ha ricchezze potendosi permettere di tutto e chi invece non ha di che vivere. Una lotta di classe!
Senza tanti giri di parole, e oggi viene invocato da più parti, iniziare dalla parte di chi questa crisi, non solo economica, l’ha generata e non la sta pagando; occorre una bella patrimoniale contro i grandi capitali altro che IMU sulla prima casa; risparmiare sulle spese militari piuttosto che sugli ammalati cronici costretti allo sciopero della fame per attirare l’attenzione.
Sabato 17 novembre gli studenti europei manifesteranno per la “Giornata mondiale dello studente”.
Anche gli studenti delle scuole superiori di San Giovanni Rotondo si stanno mobilitando per una manifestazione pacifica e colorata per le strade della città. Hanno tutto il diritto di protestare contro questa crisi, di urlare le proprie ragioni, rivendicare i propri diritti per un futuro migliore.
La mia speranza, e quella di tanti genitori e cittadini, è che siano consapevoli delle loro rivendicazioni e altrettanto responsabili nell’isolare le teste calde e che non diventi semplicemente una giornata di vacanza dalla scuola.
Gennaro Palladino