Giuliani: “Monito per i giovani in favore della pace e della fratellanza.”
Una commovente cerimonia, aperta con la messa in suffragio del soldato Pasquale Prencipe, e conclusa con la consegna della piastrina militare ritrovata, grazie all’alpino Antonio Respighi, in zona di Rossosch, durante la ritirata del 1943 dal fronte russo. Una cerimonia che, come ha ricordato il parroco della Chiesa di San Giuseppe Artigiano, don Vincenzo D’Arienzo, ripropone i valori della giustizia e della pace, gli stessi che vedono impegnati i soldati italiani nelle varie missioni all’estero. La cerimonia è proseguita con la deposizione di una corona di alloro al monumento del Milite Ignoto e al monumento ai Caduti in guerra. Per poi spostarsi nella sala consiliare dove il sindaco, Gennaro Giuliani, ha voluto ricordare la figura dell’artigliere Pasquale Prencipe, nato il 2 gennaio 1909 e scomparvo sul fronte russo il 18 gennaio 1943.
«Nel giorno della festa delle Forze Armate, a cui va il nostro plauso per l’impegno in favore della pace nel mondo e la sicurezza nelle nostre città, l’esempio di Prencipe è monito per le future generazioni afffinché coltivino la fratellanza tra i popoli e bandiscano ogni forma di violenza», ha ricordato Giuliani nel suo intervento.
«Bisognerebbe rileggere le ultime lettere scritte da Prencipe, prima di morire, e inviate alla moglie. Restano un compendio di struggente commozione non solo per le parole spese verso i familiari ma anche per i vicini di casa e gli amici per i quali ha sempre parole di grande affetto e vicinanza», conclude il sindaco.
La cerimonia si è conclusa con la consegna, dopo quasi 70 anni, della piastrina militare alla figlia Angela, presente in aula con il marito Giuseppe Lecce e i nipoti Antonio e Mimmo.
Erano presenti alla cerimonia: il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Mangiacotti, il vicesindaco, Gabriele Di Maggio, l’assessore alla Cultura, Carlo Macrini, e per l’Esercito il ten. col. Antonio Stasi, per la Guardia di Finanza, ten. col. Michele Zingaro, dell’Aeronautica, ten.col. Francesco De Marco e del comandante della compagnia di San Giovanni Rotondo, cap. Alessandro Tropeano.