La nuova sfida aperta dalla ricerca sulle cellule staminali cerebrali adulte per curare Sla, sclerosi multipla, Alzheimer, Parkinson è stata raccolta dalla «Casa Sollievo della Sofferenza» di San Giovanni Rotondo. Nel nosocomio voluto da San Pio da Pietrelcina, infatti, le staminali verranno trapiantate in pazienti affetti da gravi malattie neurodegenerative,nell’ambito di un protocollo terapeutico che sarà messo a punto grazie alla ricerca sviluppata dal professor Angelo Vescovi, direttore scientifico di «Casa Sollievo», che puntualizza: «Scienza e fede sono in contrasto solo in una visione ideologica, al contrario, è possibile fra loro una piena sintonia».
Il progetto è stato illustrato ieri a Roma,durante una conferenza stampa promossa dalla Fondazione Casa Sollievo della sofferenza-Opera di San Pio da Pietrelcina, per presentare anche il primo «Bilancio dimissione» della Casa e lanciare una campagna a sostegno della ricerca sulle staminali cerebrali. «L’obiettivo primario di qualsiasi struttura sanitaria pubblica o privata che aspiri all’eccellenza è quello di trasferire i risultati della ricerca scientifica direttamente al letto del malato, considerando la didattica e la formazione come fasi insostituibili in ogni processo di diagnosi e cura», ha evidenziato il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone,intervenendo all’incontro. Alla base dell’approccio con il paziente, ha insistito,devono esserci una «visione integrale della persona, nel rispetto della sua dignità e delle necessità assistenziali, spirituali e relazionali»,così come aveva pensato san Pio concependo l’opera. Quindi il grande ospedale voluto dal frate di Pietrelcina «non può essere pensato solo in funzione delle componenti legate all’innovazione scientifica e tecnologica, ma deve essere alimentato dalla virtù della carità evangelica che il santo fondatore si raccomandava di portare sempre al letto dell’ammalato», ha aggiunto il porporato.
Siamo consapevoli di avere un dono e una responsabilità nel nostro territorio da far fruttificare», ha rilevato monsignor Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo e presidente della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza, sottolineando come «l’eredità che padre Pio ci ha lasciato ha bisogno di svilupparsi ancora».La Casa Sollievo
Quindi la nuova frontiera del trapianto delle cellule staminali adulte esige il contributo non solo di studiosi e ricercatori, ma «la generosità di tutti i figli spirituali del santo: al centro rimane l’uomo, da curare nel corpo e nello spirito. Per raggiungere questo obiettivo è necessaria la collaborazione con gli enti pubblici e con tutti gli uomini di buona volontà». Concorda il ministro della Salute Ferruccio Fazio,mentre monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia e presidente di Neurothon, associazione perla ricerca sulle malattie neurovegetative, ha voluto ricordare la genesi del progetto:«Sette anni fa – ha spiegato – ci fu l’incontro tra lo scienziato Vescovi e la mia piccola Chiesa diocesana, che offrì con decisione l’aiuto concreto per continuare l’impresa di ricerca».
In un momento in cui «la polemica ideologica sulle staminali impediva qualsiasi finanziamento», la diocesi umbra e il Comune di Terni,insieme a Neurothon, hanno fatto quadrato attorno al progetto, oggi operativo nel Centro che riproduce inlaboratorio le staminali cerebrali adulte. Incontrando un malato di sclerosi laterale amiotrofica, il presule ha raccolto la sua testimonianza:«Forse per me è tardi – ha scritto, fissando con le pupille su uno schermo computerizzato una lettera alla volta, fino a comporre le parole –, ma sono contento che altri potranno guarire». Un ulteriore passo in avanti verso una speranza per tanti malati si potrebbe compiere allargando questa rete e«favorendo una sinergia tra diverse istituzioni perché quanto avviato possa camminare più robustamente e più velocemente».
Il presidente dell’Istituto superiore di sanità,Enrico Garaci, ha ribadito il suo appoggio al Centro di Terni, già espresso nel 2003: «Ho ricevuto critiche per la mia posizione, dettata da motivi etici e scientifici. Questa sperimentazione è stata attaccata sui giornali; in alcuni non c’è stata una parola sui benefici per il paziente». Tuttavia, «la posizione scientista annulla la persona sofferente ed è lontana dall’umanizzazione della medicina».
Domenico Crupi, direttore generale di "Casa Sollievo", ha rilevato come «le eccellenze mediche richiamano pazienti da tutta Italia: su 56.640 curati nel 2009, solo 6mila erano di San Giovanni Rotondo». Un circuito virtuoso che «genera posti di lavoro e accoglie gratuitamente malati in arrivo dall’estero,soprattutto da Paesi africani»
da Avvenire dell’11 Novembre 2010