Gli attacchi di
panico, sono stati definiti, insieme alla depressione, la malattia del secolo
Respiro corto,
battito del cuore accelerato, sudorazione eccessiva, terrore immotivato
d’impazzire o morire, tremore, depersonalizzazione, questi sono i sintomi di un
attacco di panico. Non sempre,
però, l’attacco di panico viene diagnosticato in tempo.
Il Disturbo di
Panico (DP), è un vero e proprio disturbo d’ansia, e, secondo le statistiche ne
soffre 1 persona su 25, in prevalenza donne.
Alcune ricerche
sul disturbo sono indirizzate, dalle neuroscienze, verso una base biogenetica:
la mancata ricaptazione della serotonina (neurotrasmettitore delle sinapsi
chimiche) sembrerebbe essere fra le cause di attacchi di panico. È stato
chiamato in causa il gene numero 5 preposto al controllo della serotonina. Chi ha vissuto
solo un’esperienza, la descrive come il momento più brutto della propria vita. Chi, invece,
convive quotidianamente con gli attacchi di panico, con o senza agorafobia,
vive una vita da invalido.
"L’appanicato" smette di uscire, se non accompagnato, smette di andare a lavoro o a
scuola, evita tutti quei posti che potrebbero causare una crisi, si scatena in
lui "la paura della paura", fino a rimanere chiuso in casa, costretto a dipendere in tutto e per
tutto dagli altri e cadendo in una stato di depressione.
La prima crisi
arriva all’improvviso senza un motivo specifico, ma andando a ricercare nel
passato, con l’aiuto dello psicoterapeuta, si scoprono periodi di stress
prolungato, lutti, genitori assenti o, al contrario, troppo ansiosi.
"L’appanicato"
ha una qualità rara: la sensibilità.
Anche se è
difficile da accettare, il panico è una forma di ribellione della nostra mente
ad una vita priva di libertà! “Il panico rende liberi”, tanti non saranno
d’accordo ma per tanti altri è così. Si è costretti a
vivere indossando varie maschere, il panico ci mette in contatto con la parte
più vera di noi. Costringe
"l’appanicato" a fermarsi, a rallentare, a godere di ciò che ha
realmente senso, insegna a ridere, a rilassarsi e a prendere tempo. In tempi
frenetici è davvero complicato.
La prima cosa da
fare è rivolgersi ad un buon psicoterapeuta (di impreparati è pieno il mondo),
una ricerca dentro se stessi è un ottimo inizio.
Il panico non lo
si manda via, lo si accetta e lo si gestisce e , sopratutto, lo si affronta;
affrontare tutte le situazioni che creano la paura e stamparsi nella mente che
è solo una reazione chimica del nostro cervello e si può fermare, con la sola
forza di volontà.
MPC