“Conosci
quello che mangi?”
Qual
è la carta d’identità di un prodotto? La sua etichetta, che dovrebbe farci
capire in modo chiaro l’ingredienti la provenienza e cosi via. Nella maggior
parte dei casi se diamo una lettura all’etichetta di un prodotto riusciamo a
capire più o meno il 50% di ciò che c’è scritto. Ma nella maggior parte dei
casi ci mette in crisi un linguaggio fortemente tecnico.
Ad esempio se un
prodotto è DOC allora veniamo informati della sua provenienza geografica, ma
non possiamo sapere molto di più per quanto riguarda la produzione del prodotto
in senso stretto; più cerchiamo di ricostruire il processo della produzione di
un prodotto all’origine più le acque diventano torbide. Infatti, sono ancora
tanti i punti interrogativi sulle tecniche di lavorazione, condizioni di
lavoro, utilizzo e provenienza delle materie prime.
E’
importante conoscere tutti i passaggi della lavorazione di un prodotto perché
ci fanno capire cosa ingeriamo, la sua provenienza, come è stato prodotto e,
per essere pignoli, anche chi lo ha prodotto.
Perché
dobbiamo farci tante domande su questioni cosi complesse? Perché prima che un
prodotto arrivi nelle nostre cucine, quel prodotto ha percorso una lunga strada
ed ha seguito tanti passaggi. Un esercizio che sotto queste feste affido ai
nostri lettori è questo:
A) C’è presenza di O.G.M. nei nostri prodotti?
B) Che filiera produttiva ha seguito il
prodotto? (per filiera si intende la conoscenza di tutti i passaggi di
lavorazione di un prodotto)
C) L’ambiente in cui nasce e viene lavorato il
“nostro prodotto” che condizioni lavorative segue?
D) C’è sfruttamento di lavoro minorile?
Carissimi
lettori difficilmente troveremo queste informazioni sulle etichette dei
prodotti che acquistiamo! Cosa possiamo fare? Armarci di un pizzico di pazienza
e di un computer per scoprire se il nostro prodotto è buono per noi che lo
consumiamo, e per chi ci ha permesso di consumarlo.
Buon
Natale e Buon Appetito!
Salvatore Trotta