Le
osservazioni del comitato spontaneo dei genitori
Dopo il question time di
Venerdì 9 dicembre e la netta presa di posizione del sindaco a strenua difesa
della proposta dell’Amministrazione, ci sembra doveroso intervenire ancora sul
dimensionamento scolastico e sulla necessità di sospendere immediatamente la
delibera di C.C. e dialogare con l’assessore regionale che ha manifestato la
sua disponibilità a venire incontro alle esigenze del territorio, anche in
virtù del fatto che mancherebbe, a detta del consigliere Crisetti, una delibera
del Consiglio di Istituto della Galiani e quindi viene meno tutto il processo
di partecipazione richiesto dalla Legge.
Il dimensionamento della
rete scolastica predisposto da questa amministrazione è strutturato solo sulla
base dei numeri, un
mero calcolo matematico, che non tiene conto dei reali bisogni
del territorio.
La Gelmini dice che
dobbiamo fare gli Istituti Comprensivi e che questi non devono avere meno di
1000 alunni. E’ vero! Ma dice anche che questo obiettivo deve essere raggiunto
entro il 2013/14. “Un
percorso programmatico in cui poter ponderare e gestire funzionalmente le
criticità, anche di carattere logistico-organizzativo, considerando le
peculiarità delle singole realtà territoriali”.
Il Piano di
dimensionamento fatto dall’amministrazione comunale non tiene conto di nessuna
di queste indicazioni.
Applica un criterio MATEMATICO con
squadra e calcolatrice senza valutare i reali effetti sul territorio.
Il dimensionamento taglia
posti di lavoro su tutto il territorio nazionale, prevede la chiusura e
l’accorpamento di più di 1.130 scuole, la soppressione di altrettanti posti di
dirigente scolastico e DSGA e la cancellazione di più di 1.765 posti di
collaboratori scolastici. Qualcuno potrebbe pensare che questo sia un
sacrificio necessario, ma non è forse tra i compiti degli amministratori
difendere e proteggere la propria comunità con la diligenza del buon padre di
famiglia?
Si vuol far credere che la
soppressione di una direzione didattica o una presidenza per farne un istituto
comprensivo non abbia effetti sugli istituti interessati. Non è così !!!
La semplicità con cui si
accorpano uffici di segreteria diversi, si mettono insieme consigli di circolo
o d’istituto è disarmante. Si fondono due o più collegi docenti che hanno alle
spalle una storia fatta di riunioni, discussioni, articolazioni in commissioni
o gruppi di lavoro, realizzazione di progetti educativi e tante altre attività.
E si vuole far passare tutto questo come se fosse un semplice provvedimento
amministrativo.
NON E’ COSI’ !!!
Ogni scuola ha le sue
abitudini, diversità di stili e regole di lavoro, di modi di programmare e
progettare l’azione educativa, di organizzarsi e realizzare le norme generali.
Dalle linee guida della
Regione Puglia l’istituto comprensivo deve garantire la continuità educativa e
didattica, la trasversalità dei progetti, l’integrazione e l’ottimizzazione
delle competenze degli insegnanti, indipendentemente dall’appartenenza ai
diversi ordini e gradi, in una prospettiva nuova di governance capace di
processi reali di innovazione e non possono rappresentare una scelta di
riorganizzazione “imposta” per fare “cassa”.
Inoltre con Istituti
Comprensivi diffusi su un territorio vasto (come quelli che si intendono fare),
viene meno la figura e il ruolo del dirigente attivo, capace di visitare i
plessi scolastici, di seguire la vita delle classi, di occuparsi degli alunni
in difficoltà, di contribuire a superare situazioni di crisi nel rapporto
educativo e a impostare relazioni positive, di stimolare la progettazione
didattico-educativa nei gruppi di lavoro dei docenti.
Al Dirigente scolastico
viene invece attribuita una funzione meramente burocratica e amministrativa che
non prevede interventi nella progettazione pedagogica e didattica e per la
quale non serve il rapporto con il personale.
La costituzione di
Istituti "mostri"
la cui gestibilità è di dubbia efficacia si scontra con l’idea che ha portato
alla nascita degli Istituti Comprensivi. In primis viene meno la continuità tra
il primo e il secondo ciclo, un punto qualificante dell’intera struttura
formativa che non può essere stravolto puntando invece ad una moltitudine di
plessi che prefigura una concreta ingestibilità sul piano organizzativo,
piuttosto che ad una istituzione organicamente inserita nel territorio. Il
rapporto numerico tra gli attuali Circoli Didattici e la “capienza” delle
scuole medie non permette di garantire una continuità tra il primo e il secondo
ciclo di istruzione.
Le operazioni di
dimensionamento, inoltre, devono essere predisposte da Province e Comuni
tramite un ampio, trasparente ed efficace sistema di concertazione con le
istituzioni scolastiche, la direzione Scolastica Regionale, gli uffici
scolastici provinciali, le organizzazioni sindacali e ogni altro soggetto
interessato. Tutto questo non è stato fatto, non è stato valutato l’impatto
sull’organizzazione scolastica né sull’ aspetto socio-economico. Una operazione ragionieristica fatta
male non può che portare a pessimi risultati sulla qualità
dell’istituzione scolastica e dell’offerta formativa.
La Scuola Primaria
“Melchionda” ha una popolazione scolastica di oltre 700 alunni. Nel precedente
dimensionamento, ha ceduto sezioni e classi per circa 400 alunni. Un ulteriore
cambiamento stravolgerebbe l’offerta formativa, modificando un assetto didattico-educativo-organizzativo
già consolidato e sperimentato in modo positivo con ottima ricaduta qualitativa sul territorio.
Si sottolineano inoltre i motivi legati alle condizioni geografiche e alla
storia del territorio. Non ultima l’importanza della mancata continuità delle
figure professionali nei posti di lavoro del personale docente, personale di
segreteria e collaboratori scolastici.
Occorre quindi
darsi dei criteri per evitare danni irreparabili.
Sono tre i criteri che
occorre seguire per fare una proposta che faccia meno danni alla scuola
pubblica:
a) La continuità
territoriale. Non si possono mettere insieme, scuole che si trovano ai lati
opposti della città o in paesi molto distanti l’uno dall’altro;
b) La continuità
educativa. E’ vero che una famiglia iscrive il proprio figlio nella scuola che
reputa migliore; è altrettanto vero, però, che tra i vari ordini di scuola su
un territorio c’è continuità di passaggi, flussi d’iscrizione che si dirigono
in maggioranza verso una scuola o l’altra a seconda delle scelte delle
famiglie;
c) Rispettare
l’attuale composizione delle istituzioni; dalle linee guida della Regione
Puglia “dove si valuti che l’operazione di aggregazione, per motivi legati alle
condizioni geografiche, socioeconomiche ed alla storia>> del territori,
nonché alla situazione dell’edilizia scolastica, potranno, eccezionalmente,
essere mantenute Direzioni Didattiche e Scuole Medie, oggi autonome. Prima di
smembrare o di accorpare questo o quel plesso da un Circolo o da un istituto, è
necessario compiere un’attenta valutazione della situazione.
Ci batteremo quindi a
tutti i livelli istituzionali su queste basi per far si che il Piano di dimensionamento
del nostro Comune venga ridiscusso salvaguardando la presenza capillare delle
scuole sul territorio ed in particolare che non vengano smantellate le
organizzazioni di quelle realtà particolarmente efficienti.
Comitato spontaneo dei
genitori