Riflessioni di Pio Matteo Augello
Il 27 gennaio, è da anni il giorno internazionale della memoria dell’olocausto, giustamente celebrato e riconosciuto come giorno della memoria nei confronti di tutti gli ebrei deportati, ammazzati colpiti dalla follia del nazifascismo che ha ucciso, anzi sterminato qualcosa come 6 milioni di ebrei.
La data in particolare ricorda il 27 gennaio 1945 quando l’armata rossa arrivò presso la città polacca di Oświęcim (più nota con il nome di Auschwitz) e dove si scoprì per la prima volta la mostruosità dei campi di concentramento nazisti e tutta la cieca e insensata brutalità dello sterminio, condotto con una scientificità, meticolosità e organizzazione che non ha avuto precedenti nella storia dell’umanità.
Dicevamo una ricorrenza che vale la pena di essere celebrata per permettere alle generazioni attuali e future di non dimenticare cosa la follia e l’odio razziale organizzato e legittimato possono scatenare lungo i percorsi bui dell’odio cieco, becero e razziale.
Vale la pena di ricordarlo anche per il rispetto e la solidarietà umana che meritano questi innocenti, vittime accomunate dalla sola colpa di essere, di appartenere ad una razza o di professare una certa religione piuttosto che un’altra.
Vale la pena ricordarlo estendendo il ricordo a tutte le vittime dei campi di sterminio, che oltre agli ebrei hanno visto come incolpevoli protagonisti anche altri milioni di uomini di altre razze, come slavi, zingari, polacchi, russi, negri, albanesi, tunisini, italiani, e prigionieri di guerra di mezza Europa.
Vale la pena infine, ricordarlo perché la memoria di quanto successo sia e resti come un monito per il futuro, come un insegnamento a noi tutti di diffidare da chi, per scopi politici , razziali o di stupidità incontrollata continua a coltivare, cavalcare e fomentare sentimenti xenofobi e di odio politico per costruire sulle macerie dell’ignoranza il nuovo nemico razziale, qualsiasi esso sia.
Un nemico, un demonio da additare per propri tornaconto personale di aspirazione e conservazione del potere, o di assogettazione economica e per ricordarci che ad oggi purtroppo la persecuzione razziale, tribale, politica, religiosa ed etnica è ancora diffusissima come dimostrano tutt’oggi guerre, fenomeni razzisti, guerre tribali ed i recenti attentati in Nigeria contro i cristiani.
E sembra non aver insegnato niente neanche allo stato d’Israele, che continua con la sua politica miope e prepotente di embarghi e occupazione illegale della palestina, che da più di 70 anni continua ad affamare far morire migliaia di palestinesi. Sia chiaro, non si sta parlando degli ebrei come razza umana, ma di uno Stato e dei suoi embarghi su cibo, acqua, petrolio, medicine e divieti di pesca su territori che la risoluzione ONU del 1967 assegna come legittimamente appartenenti al popolo palestinese. Cogliendo tra le altre cose l’occasione offerta da un Occidente capace solo di moniti e di inviti a rispettare le risoluzioni ONU, per poi accodarsi e dimenticare quel che ancora oggi succede. Un occidente forse ancora troppo vittima dei propri errori del passato, per avere la forza di schierarsi contro quelli del presente.
Sta tutta qui la contraddizione occidentale del giorno della memoria, che da una parte ci fa commuovere per la shoah ci fa stringere il cuore al pensiero della mostruosità e dell’amarezza di tante vite spezzate e mai vissute, e dall’altra ci pone al fianco di nuove ingiustizie verso un’altra umanità, verso altre vite mai vissute. Ci rende complici di queste nuove prigioni a cielo aperto, dove bambini muoiono per una banale influenza non avendo semplici medicinali per colpa di embarghi unilaterali tra l’altro illegali secondo il diritto internazionale.
Allora il giorno della memoria dovrebbe essere anche questo, un’occasione per parlare e riflettere senza ipocrisie di sorta su verità attuali negate e distorte. Un’occasione per constatare che la storia che oggi giustamente ricordiamo, in realtà , infondo, forse non ci ha insegnato molto… o forse, 27 Gennaio a parte, ce la siamo già dimenticata.