Vince la poesia “Uomo senza nome” di Donato Cassano
Nonostante il gran caldo e l’attenzione rivolta alla Nazionale di calcio, si è svolta in un chiostro comunale gremito di gente la cerimonia di premiazione della 7ª Edizione del concorso di poesia on-line indetto dall’associazione “Cambio rotta” e dal nostro portale di informazione, dal titolo “Barriere”: Barriere non solo fisiche, ma anche mentali, come l’indifferenza e il pregiudizio verso gli altri e verso sé stessi.
Un appuntamento, quello di “Cambio rotta” che è diventato ormai un prezioso punto di riferimento per gli amanti e per i cultori della poesia; un concorso nato con grande entusiasmo ma anche con tanta paura, perché non si poteva prevedere quale sarebbe stato l’impatto sul pubblico, ma che, invece, ha riscosso, e con grande soddisfazione, grande successo e, fortemente richiesto, anno dopo anno, dai poeti garganici.
Ad aprire i lavori è stato Antonio Lo Vecchio il quale ha portato i saluti del Presidente di ‘Cambio Rotta’, Giovanni Piano, assente per sopraggiunti impegni di lavoro. Presenti inoltre tutti i componenti dell’associazione e della redazione di SanGiovanniRotondoNET.it: Marianna Alicino, Maria Pia Carruozzi, Salvatore Trotta, Pio Matteo Augello, Emanuele Merla, Mariavittoria Belvito e Giuseppe Piano. Inutile evidenziare che tutti hanno svolto un grande lavoro per la buona riuscita dell’evento.
Come sempre, prestigioso il parterre dei “valutatori”: Rosa Di Maggio, Mara De Felici e Rita Vergura, giudicatrici delle poesie in gara.
Anche quest’anno sono stati tanti i componimenti pervenuti all’organizzazione. Poesie tutte belle e interessanti, nonostante – come già accennato – le oggettive difficoltà a comporre un’opera su un tema delicato così come quello scelto per questa edizione.
“Parlare di poesia in questi tempi di crisi, non solo economici, ma in crisi di valori, in cui si pensa solo all’apparire, mettendo completamente in ombra l’essere, è un atto straordinario” ha dichiarato la professoressa Rosa Di Maggio, giurata storica e grande sostenitrice del concorso.
Come sempre le poesie sono state raccolte in un volume che è stato consegnato a tutti i partecipanti al concorso durante la cerimonia di premiazione. Chi volesse ritirare una copia può farlo rivolgendosi alla nostra redazione di Corso Umberto I, 84.
A portare i saluti dell’Amministrazione Comunale, che ha patrocinato l’evento, è stato il vice Sindaco Antonio Carriera.
Un ringraziamento particolare è stato rivolto alla BCC di San Giovanni Rotondo e all’azienda ‘Marmi e Graniti Padre Pio’ che ha fornito delle bellissime targhe in pietra di Apricena per i vincitori.
Ad aggiudicarsi il concorso è stata la poesia di Donato Cassano “Uomo senza nome”.
Piazzamento d’onore per Michele Gravina con “C’è chi ancora non sa”.
“Medaglia di bronzo” per Michele Germano e la sua “Parli di libertà”.
Un premio particolare è stato assegnato quest’anno, un premio della critica, in quanto rappresenta tutto ciò che il significato della poesia e il tema “Barriere” esprimono. Il premio è andato a Lorenzo Crimaldi, detenuto presso la Casa Circondariale di Foggia, che, come ci ha scritto la sua insegnante di lettere, “non aveva mai scritto nulla prima della detenzione, e ora sta scoprendo mondi che non sapeva esistessero e sogni che non sapeva di poter sognare, come partecipare a questo concorso”.
E, all’unanimità, fortemente convinti che l’istruzione, la lettura e la poesia possono salvare questo mondo gli diciamo grazie per avercelo ampiamente dimostrato. Una targa in pietra gli sarà consegnata nelle prossime settimane dal Presidente Giovanni Piano e dagli altri membri dell’associazione che si recheranno personalmente nel carcere di Foggia.
Da “Cambio rotta” un grazie speciale a tutti i poeti che, di anno in anno, ci affidano pezzi della propria anima.
Di seguito le poesie vincitrici:
Uomo senza nome (1° classificata) – Donato Cassano (1983)
L’alba sporca era lì
quando cadde nel ventre del mare,
nei polmoni le onde impazzite,
negli occhi i cristalli di sale.
Son passati due anni da quel viaggio della speranza.
Nei suoi occhi ora s’aprono conchiglie,
in bocca brillano perle chiare,
la testa si è muschiata di alghe
e coralli scarlatti crescono sul suo viso.
Il petto squarciato è ora un acquario
e nella sua mano si è posata una stella,
la più bella,
ma è un sogno che non c’è più.
C’è chi ancora non sa (2° classificata) – Michele Gravina
Che la luna il mare solleva
quasi a stringerlo a sé
nelle tarde e gelide notti,
che i fragranti mandorli fioriscono
come Fillide tra le braccia di Acamante,
che il silenzio è un tenero ovile
dalle solide e candide mura,
io lo so bene.
Che un uomo chino sui campi
nel torrido sole d’agosto,
di piaghe le mani ricolme,
lacrime miste a sudore,
arguta speranza nel cuore
di abbracciare un figlio lontano,
sia chiamato Diverso,
mi affligge.
C’è chi ancora non sa
che di tutti è la stessa luna,
il profumo dei mandorli in fiore,
abitiamo lo stesso silenzio.
Parli di libertà (3° classificata) – Michele Germano
Parli di libertà
quando il tuo io
in una cassa ermetica
urla a tutti “voglio uscire”!
Parli di libertà
e non vedi il recinto,
primo baluardo da abbattere,
che ti stai creando attorno.
Parli di libertà
e ti da fastidio,
quando vai per strada,
vedere un uomo libero.
Parli di libertà
e sei contento
di sapere che uno ti guarda,
magari attraverso le sbarre.
Parli di libertà
e scrivi sui muri
a caratteri cubitali
“a morte i diversi”.
Parli di libertà
e tua moglie a casa,
serva e non certo badante,
ti prepara la cena.
Parli di libertà
e mai vedi, dico mai,
il conformismo mentale che ti guida
come i binari di un treno.
…e parli di libertà!
Fotografia (Premio speciale) – Lorenzo Crimaldi
Notti lunghe,
giornate interminabili
e la mente che si è persa…
persa nel vuoto,
col viso bagnato
da lacrime amare…..
….amare di disperazione
Tra speranze e ricordi
Che ormai, credo,
non mi appartengono più.
Cerco sicurezza e conforto,
prendo la tua foto
e con occhi lucidi la guardo
e…come un flash…
ecco riappaiono i ricordi,
quelli felici.
Altre lacrime sul viso:
una dopo l’altra
vanno giù,
per posarsi proprio qui,
su questa foto
stretta tra le mie mani,
sbiadendone l’immagine nell’amarezza.
La tristezza mi prende ancora di più
perché anche questa foto
ormai non c’è più.