“Pompilio? Un turista politico”
Continua il nostro ciclo di interviste ai personaggi della politica cittadina. Quest’oggi abbiamo ascoltato Matteo Cappucci, responsabile politico della lista Agire Insieme – Uniti per San Giovanni.
Cappucci, il cosiddetto ribaltone si è compiuto come era nella previsioni: fuori Agire Insieme, dentro l’UDC. Come giudica tutto quello che è successo in questi mesi?
L’Amministrazione guidata dall’ingegner Pompilio era nata in base ad una nuova idea, formata da sei liste, denominata Progetto per la Città. Un progetto che purtroppo non ha visto neanche parzialmente la realizzazione degli impegni programmatici prefissati. Pompilio ha dichiarato il fallimento del Progetto per la Città. La conclusione che traggo da tutta questa situazione è che il primo ad andare via doveva essere proprio Pompilio, in quanto eletto in base ad una determinata coalizione che ad oggi non esiste più. Ora si è venuta a creare una sorta di insalata mista. Il documento che era alla base del progetto iniziale era stato sottoscritto da sei liste: Agire Insieme è fuori, il PDL è politicamente fuori, il segretario dell’Unione di Capitanata Giovanni Pazienza si è dimesso non condividendo il nuovo percorso politico del suo consigliere, la Puglia Prima di Tutto non esiste più, il FLI è scomparso politicamente con Andrea Piano che ha apertamente dichiarato di non aver nulla a che spartire con le scelte dei rappresentanti del FLI, la Democrazia Cristiana e i Federalisti sono fuori. Chi è rimasto? Il solo Pompilio.
Pompilio appunto. Un suo giudizio sul primo cittadino.
Dopo l’esperienza nella lista Amo San Giovanni Rotondo, ho conosciuto Pompilio come iscritto al FLI. E’ stato poi presentato e proposto a sindaco nelle fila della Puglia Prima di Tutto ed ora è passato nel PDL, con tutto quello che ha combinato. Prima di approdare in questi lidi politici non aveva disdegnato contatti con formazioni politiche di sinistra per strappare la candidatura a sindaco. Insomma è un esperto in ‘turismo politico’. Ha dichiarato pubblicamente che l’unico suo interesse è avere otto consiglieri che alzino la mano con lui in Consiglio comunale senza vedere i trascorsi politici di ognuno. Così è difficile parlare di una coalizione che condivide un’idea amministrativa. Il Presidente del Consiglio, sfiduciato dal suo gruppo consiliare, furbescamente è uscito dal PDL per non rispondere al suo partito. Mimmo Longo era uscito dalla maggioranza chiedendo lo scioglimento del Consiglio. Il Sindaco non voleva più saperne di lui e ora se lo ritrova nella nuova maggioranza. Circa un anno fa, dopo che Pompilio aveva realizzato poco e niente del programma elettorale, abbiamo chiesto in una riunione un maggior coinvolgimento delle forze politiche della coalizione. Ho partecipato a queste riunioni proponendo alcune cose al Sindaco che puntualmente cadevano nel dimenticatoio. Ricordo a tutti che la prima crisi, nel giugno 2012, è stata aperta dal PSI. In quella occasione il commissario del partito Giuseppe Chiumento, del quale mi onoro di essere distinto e distante per i suoi comportamenti politici, congelò il suo assessore e a gran voce aprì la crisi dicendo che occorreva sopprimere lo staff del sindaco ed inviare i soldi risparmiati ai terremotati dell’Emilia. In subordine chiedeva di avere un proprio rappresentante all’interno dello staff. Annunciò pubblicamente a tutti i suoi simpatizzanti di voler abbandonare il PSI scegliendo un’altra formazione politica. Al Sindaco avevo suggerito il nome del vice sindaco in quota ad Agire Insieme. Ho detto al primo cittadino di ritenersi assolutamente libero nella scelta di confermare o meno il nostro assessore. Non era questione di poltrone tant’è che Antonio Pio Cappucci, pregato più volte per ricoprire il ruolo di vice sindaco, ha rifiutato fermamente. Il nostro interesse era per la buona amministrazione, un progetto innovativo utilizzando le migliori risorse del paese anche se provenienti da diverse esperienze politiche. In più di una occasione Pompilio disse di avere la miglior giunta possibile. Ricordo che il sindaco deteneva 7/8 deleghe pesanti per le quali lui era il diretto responsabile. Aveva date 17 deleghe ad altrettante persone che non sono state messe in grado di lavorare.
Si dice che questa operazione politica sia stata messa in atto per far fuori, politicamente, lei e Michele Fini da molti additati come i ‘mammasantissima’ della politica locale.
Pompilio quando fu scelto come candidato sindaco aveva preso l’impegno di costituire la futura giunta con un mix di giovani e persone d’esperienza. Più volte pubblicamente mi chiese di fare il vice sindaco e tanti elettori anche di centro sinistra votarono per Pompilio perché si ritenevano garantiti dalla mia presenza nella futura giunta. Questo impegno era anche stato confermato dallo stesso Pompilio ad alcuni elettori. Abbiamo sacrificato un consigliere comunale per fare l’apparentamento con il PSI, operazione che consentì l’ingresso in Consiglio comunale di Giuseppe Miglionico, oggi tra i capisaldi di questa nuova amministrazione. Dopo le elezioni il sindaco diede a Michele Fini l’incarico di coordinatore dell’attività amministrativa. Il buon Michele rinunciò ben presto a quell’incarico, avendo avuto modo di ‘squadrare’ meglio il personaggio Pompilio, con il quale non ebbe più rapporti politici per qualche mese. Di cosa stiamo parlando allora? Io non sono stato fatto fuori da nulla: non ho mai richiesto poltrone o posti.
Una punizione per la raccolta delle firme allora?
Preciso che le firme non si raccolgono. Sono i consiglieri che devono riunirsi e contestualmente presentare le dimissioni dal Consiglio. Di fronte alla mancata realizzazione progettuale ed un sindaco inefficace, come è noto quattro consiglieri comunali si erano detti disponibili assieme alla minoranza a firmare le dimissioni dal Consiglio comunale per dare una amministrazione più efficiente al nostro paese. Non lo abbiamo mai nascosto, anche il sindaco sapeva di questa nostra iniziativa. Piuttosto perché Pompilio non da una spiegazione sul sicuro scioglimento del Consiglio Comunale se la sua candidatura a deputato avesse avuto esito positivo? Si è candidato al parlamento senza avvertire nessuno, ignorando completamente i suoi consiglieri e la sua maggioranza e soprattutto infischiandosene delle sorti della città. Pompilio ha messo in secondo piano San Giovanni Rotondo per raggiungere il suo scopo politico.
Cosa farà ora Agire Insieme?
Quello che abbiamo fatto finora. I nostri consiglieri hanno svolto in maniera apprezzabile il loro ruolo. Il Capogruppo Antonio Pio Cappucci è stato quello che maggiormente si è impegnato per la realizzazione del nuovo complesso della ASL in corso Roma dopo anni di immobilismo, anche grazie alla collaborazione della Fials. A nome dell’Amministrazione ha tenuto i contatti con i comuni di San Marco e Rignano per il mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace, ruolo riconosciuto dagli stessi rappresentanti di questi comuni. Palladino ha svolto con dedizione ed efficienza il suo ruolo nella gestione delle associazioni di Protezione Civile, del cimitero e nell’ambito sportivo. Continueranno il loro compito istituzionale facendo proposte e vigilando sulla corretta amministrazione della cosa pubblica. Per noi non cambia nulla: essere nominalmente di maggioranza ma effettivamente di minoranza è un guadagno.
Cosa pensa delle dimissioni del consigliere Antonio Longo?
Un atto che dal punto di vista umano comprendo. Dal punto di vista politico è stato precipitoso. E’ un peccato che una risorsa giovane e promettente sia stato costretto a gettare la spugna rinunciando ad un ruolo che certamente sarebbe stato utile in Comune.
Come valuta invece l’atteggiamento dell’UDC?
I consiglieri comunali che fino a poco tempo fa sbraitavano contro l’amministrazione, intimando al Sindaco di dimettersi, sono stati i primi a cambiare casacca e per un asserito quanto falso interesse pubblico sono corsi in aiuto del debole vincitore. Quando sono stati chiamati a firmare sono fuggiti nascondendosi dietro scuse banali, evidenziando il loro vero obiettivo che era quello di occupare le stanze del palazzo in base al principio ‘levati tu che devo mettermi io’. Per il bene del paese…
Quali margini di resistenza avrà a suo avviso questa nuova maggioranza?
E’ difficile fare una previsione. Sono però certo di una cosa: che San Giovanni non avrà miglioramenti né dal punto di vista gestionale né da quello amministrativo. E non passerà tempo che i tre galletti nel pollaio presto si beccheranno tra di loro, ma l’importante per Pompilio è rimanere Sindaco.
Cosa si doveva fare in questi due anni per rilanciare veramente la città?
Bisogna distinguere la normale amministrazione da quelle opere e realizzazioni per cui servono soldi, tempo e programmazione. La mia idea di amministrazione era basata sulla cosiddetta politica della quotidianità intendendo le cose che servono giorno per giorno alla città come la pulizia delle strade, la raccolta rifiuti, la manutenzione ordinaria di strade e marciapiedi, la cura del decoro urbano. Insomma tutti quei piccoli interventi che potessero dare il senso dell’accoglienza per tutti, cittadini e turisti. Questo tipo di proposta non comporta grosse spese ed è realizzabile in tempi brevi. Tutte queste cose non si sono fatte, a dimostrazione della completa incapacità di chi aveva la responsabilità gestionale. Non saranno certamente una decina di fiori piantati con sospetta celerità ne tantomeno la farsesca pulizia delle aiuole dalle erbacce da parte di tre consiglieri comunali a illudere la gente. Queste manovre servono solo per una effimera quanto inutile pubblicità personale.
Concludiamo con uno degli argomenti del giorno, ossia la vertenza tra Casa Sollievo e Regione Puglia. Cosa va fatto a suo avviso?
Ho letto con interesse l’articolo di Giovanni Piano che con puntualità e concretezza argomenta sui rapporti tra la Regione Puglia e la Casa Sollievo. E’ una situazione che si trascina da tempo e che rischia di aggravarsi a tutto danno del nostro ospedale. E’ superfluo sottolineare l’importanza vitale della nostra amata clinica per l’economia, per la tutela della salute in Capitanata (e non solo) nonché per la ricerca scientifica. E’ evidente quindi che i rapporti non possono riguardare solo il presidente Vendola e la Casa Sollievo, ma è necessario coinvolgere da subito le istituzioni pubbliche del territorio, cominciando dal Comune di San Giovanni. Ritengo che il Sindaco dovrebbe adoperarsi per organizzare un incontro-dibattito pubblico con i consiglieri regionali della Provincia di Foggia, l’Amministrazione provinciale, la neo-assessore alla Sanità Elena Gentile e con l’indispensabile presenza di una rappresentanza dei vertici aziendali di Casa Sollievo. In questo modo le legittime rivendicazioni dell’ospedale non sarebbero solo di Casa Sollievo ma dell’intera provincia di Foggia nei confronti di Vendola e della sua Giunta regionale.
Antonio Lo Vecchio