“Scendete in piazza, coinvolgete i cittadini e siate chiari con loro prima di scegliere!”
Non sono passate nemmeno 24 ore dalla seduta del Consiglio Comunale, formalmente non tenutasi per mancanza del numero legale, che il sindaco Luigi Pompilio con proprio comunicato ha annunciato che a partire da lunedì 1 ottobre darà vita ad un giro di consultazioni con tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale per valutare, come ultimo tentativo percorribile, se vi sono alternative e possibilità per tenere ancora in vita “per il bene della città” questa amministrazione comunale.
Ultimo tentativo, si è detto; forse è il caso di aggiungere tentativo pubblico, anzi no, formale, perché di pubblico a San Giovanni c’è ben poco. Eh sì perché fino ad ora, e da diverse settimane, le beghe, i dissidi, le minacce e gli out out non sono stati mai esplicitati pubblicamente ai cittadini. Sempre e tutto gestito e/o indirizzato in prima persona al sindaco o in incontri di maggioranza (ufficiali e non). Chi deve sapere non sa mai!
Ciò che i cittadini, grazie ai quali gli amministratori siedono in consiglio comunale, sanno è questo: quattro esponenti della maggioranza (Antonio Longo e Salvatore Gaggiano del Popolo delle Libertà, Antonio Pio Cappucci e Salvatore Palladino di Agire Insieme uniti per San Giovanni) hanno formalmente comunicato al sindaco di non sentirsi più rappresentati, per diverse cause, dal presidente del consiglio comunale Mauro Cappucci (PdL), ragioni per le quali hanno chiesto la revoca dell’incarico alla presidenza dell’assise consigliare; pena, il mancato sostegno dei quattro in consiglio comunale.
Sembra un po’ troppo poco tutto ciò per “darlo in barba” ai cittadini i quali chiedono legittimamente i motivi reali e non pretestuosi e di facciata.
“Cosa c’è dietro?” E’ la domanda che tutti, ovunque, si pongono; su facebook le proteste, le discussioni, animate e spesso dai toni forti, hanno un comune denominatore: “ma in questo particolare momento di disagio della città, se il motivo è la mancanza di fiducia nel presidente del consiglio comunale, ci si può permettere di andare dietro a questi capricci e far affondare sempre più San Giovanni Rotondo?”
Ovviamente, solo qualcuno più ingenuo in realtà pensa a meri capricci. In tutti i contesti si parla placidamente di pupari dietro le quinte che tengono i fili del gioco, ai quali, probabilmente, qualcosa non è andato come programmato o concordato. Se davvero è così, beh allora che mostrino pubblicamente la faccia, vadano in piazza unitamente ai loro consiglieri comunali di riferimento e si rivolgano ai cittadini che sicuramente non mancheranno di ascoltare le argomentazioni (quelle serie e plausibili però, perché i sangiovannesi potrebbero non gradire le prese per il c…)!
L’occasione per far emergere qualcosa forse poteva venir fuori proprio nel corso del mancato consiglio comunale del 28 settembre. Sarebbe bastato che la minoranza avesse preso parte alla conta dei presenti, far dichiarare valida la seduta, far rilevare al sindaco l’esistenza di una maggioranza senza numeri e pretendendo, per tale ragione, chiarezza politica di detta evidenza. Il sindaco, anche alla luce del successivo ed annunciato giro di consultazioni trasversale ai partiti, non avrebbe potuto sottrarsi dal dire come effettivamente “stanno i fatti”.
Se sia giusto o meno, rispettoso o meno verso gli elettori, che il primo cittadino cerchi una sorta di governo tecnico per assicurare alla città una amministrazione non è facile stabilirlo: sul piatto della bilancia vi sono situazioni che necessitano di costante impegno ed interessamento che un commissario straordinario, fino alla prossima primavera, difficilmente gestirebbe. E’ anche vero, e nessuno lo può negare, che in un anno e mezzo di amministrazione ed a maggioranza compatta (?) non si ricorda, a mente, la realizzazione di particolari progetti d’interesse per la collettività. Tutto ciò per dire che anche con una apertura ad altri partiti (UDC in primis) non sarebbe facile pensare ad una soluzione dei problemi di San Giovanni Rotondo.
Identici tentativi di coinvolgimento generale, falliti sul nascere già con le amministrazioni Mangiacotti e Giuliani, non fanno ben sperare.
“Scendete in piazza, coinvolgete i cittadini e siate chiari con loro prima di scegliere!”
Dall’altro canto, ai quattro consiglieri incompatibili con il presidente del consiglio comunale, in continuità e coerenza con le palesi azioni intraprese finora (vista anche la volontà di tutti gli altri consiglieri di maggioranza a sostenere Mauro Cappucci), non resta che portare le proprie firme alla minoranza (se rinunciataria all’apertura del sindaco) ed insieme determinare lo scioglimento del consiglio comunale.
gp