Donato Mangiacotti dovrebbe ricoprire l’incarico
Intesa raggiunta in casa della Margherita per l’individuazione del terzo assessore spettante al partito e «congelato» dallo scorso mese di luglio dopo la revoca a Giovanni Pazienza della delega all’ambiente. Questa, perlomeno, è la notizia che trapela in questi giorni dagli ambienti di partito e non solo. Ad assumere la carica assessorile, probabilmente con le stesse deleghe assegnate a Giovanni Pazienza, dovrebbe essere Donato Mangiacotti, attualmente consigliere comunale. Con tale evoluzione Giovanni Pazienza, primo dei non eletti della Margherita, rientrerebbe da consigliere comunale nella maggioranza di governo della città.
A dire il vero, il nome di Donato Mangiacotti quale probabile assessore circola in città già da molti giorni; la scelta fatta dal partito e condivisa dal sindaco Salvatore Mangiacotti pare abbia subìto ritardi nei tempi di ufficializzazione dell’incarico a causa della non chiara interpretazione della vigente normativa nazionale, in ordine, nello specifico, al numero massimo degli assessorati spettanti per una città di circa 25.000 abitanti qual è San Giovanni Rotondo. La possibilità che il limite massimo potesse essere ridotto a cinque e non più ai sette iniziali previsti ed assegnati dal sindaco Mangiacotti, pare abbia costretto i responsabili della Margherita e lo stesso sindaco ad attivarsi presso organi di governo e legislativi nazionali per chiarimenti in ordine alla corretta interpretazione della normativa elettorale. Sembrerebbe, il condizionale anche in questi casi è d’obbligo, che il limite di cinque assessori, calcolati nella misura di uno ogni quattro dei venti consiglieri comunali, non dovrebbe riguardare l’amministrazione comunale di San Giovanni Rotondo; rimarrebbero, pertanto, i sette assessori calcolati nella misura di uno ogni tre consiglieri comunali. La nuova normativa, da quanto circolato, che di fatto riduce gli assessorati per i comuni con un determinato numero di abitanti, interesserebbe San Giovanni Rotondo qualora si dovessero svolgere elezioni nell’anno 2007.
Risolta la vicenda Margherita, rimarrebbe a questo punto ancora sospesa la definizione del settimo assessore che, dagli accordi elettorali, spetterebbe a chi oggi però è fuori dalla maggioranza, ossia a Rifondazione Comunista. Nei giorni scorsi, comunque, il partito aveva rilanciato la disponibilità a rientrare in giunta a condizione di un azzeramento totale degli assessorati per poter successivamente e da quel punto ridiscutere con tutta la maggioranza le nuove figure. Ovviamente a tanti la proposta è apparsa più una provocazione che una vera offerta di dialogo. Dalla Margherita in primis il messaggio al sindaco è comunque chiaro: o l’incarico, improbabile vista la situazione attuale, va ad un esponente di rifondazione, il che presuppone il difficile rientro del partito in giunta, o, in alternativa, l’assessore deve essere scelto e condiviso non solo dal sindaco ma da tutta la maggioranza.
g.p.