di Berto Dragano
I vecchi inquinantissimi sacchetti di plastica non biodegradabile erano stati dichiarati fuorilegge già dal 1 gennaio 2011, in riferimento a una direttiva europea entrata in vigore il primo gennaio 2010. In effetti erano spariti da tutti i grandi e piccoli negozi per essere sostituiti da quelli bio-degradabili.
E così è iniziata la corsa al sacchetto biodegradabile, di stoffa e non. Tutti noi ci siamo dotati di borse proprie in materiale resistente da riutilizzare, offerti da diversi negozi, centri commerciali che hanno messo in commercio piccoli o grandi sacchetti, colorati e di vario tipo, da usare come shopper e per essere sempre fashion anche negli acquisti al supermercato.
Del resto tale politica si rese necessaria per via del tempo abnorme necessario per lo smaltimento di una busta di plastica in polietilene, ovvero 400 anni.
Alla lista dei Paesi che lottano contro la plastica si è aggiunta la Mauritania, dove dal 1° gennaio 2013 i trasgressori rischiano perfino il carcere. Già in Pakistan, infatti, e l’India puniscono il “traffico” di sacchetti con 5 anni di reclusione.
Questo per dimostrare che la nostra cara Italia dal punto di vista ambientale affanna a partorire delle leggi a tutela del pianeta, che rischia sempre più di essere soffocata dai sacchetti di plastica.
Infatti mancava una vera e propria legge che disciplinasse i nuovi sacchetti in materiale biodegradabile, che devono sostituire i vecchi in plastica non riciclabile.
Dopo oltre 2 anni, finalmente è stata fatta chiarezza sulle caratteristiche tecniche che devono avere i sacchetti di plastica che si possono commercializzare nel nostro Paese, mediante la pubblicazione di un Decreto interministeriale firmato dai ministri per l’Ambiente e lo Sviluppo Economico del passato governo.
Pare così conclusa finalmente la vicenda normativa lunga e travagliata dei bio-shopper. Sono previste sanzioni che entreranno in vigore a metà agosto, 60 giorni dopo il termine formale entro il quale l’Unione Europea avrebbe la possibilità di formulare osservazioni al decreto.
Questa lieta notizia, dimostra ancora come al solito che la legislatura si presenta impreparata e lenta dalle nostre parti.