L’accettazione di un assessorato risolverebbe la crisi,
il rifiuto potrebbe mandare tutti a casa
Sarà una settimana decisiva, quella appena iniziata, per il futuro amministrativo e politico della città di San Pio. Con l’approssimarsi della data ultima per l’approvazione del bilancio dell’ente comunale, fissata per la fine di questo mese, la maggioranza di governo dovrà dimostrare non solo con i numeri, che in qualche modo potrebbe anche «reperire», ma soprattutto sostenendo e presentando un progetto politico che possa essere condiviso dai suoi esponenti in consiglio comunale nonché dalle rispettive segreterie politiche dei partiti.
Una settimana, quindi, in cui potrebbe succedere di tutto: dal rientro della crisi interna al partito dello SDI aperta dai due consiglieri comunali Antonio Fania e Giuseppe Pio Lalla in segno di sfiducia verso il proprio rappresentante in giunta, l’assessore al bilancio nonché vicesindaco Matteo Cappucci, o, addirittura, la «caduta» dell’amministrazione di centrosinistra. Ipotesi questa non di remota soluzione o irreale; a dichiararlo è stato lo stesso sindaco Salvatore Mangiacotti oltre un mese fa dopo aver ricevuto la nota di sfiducia dei due consiglieri dello SDI verso l’assessore Cappucci. Concetto ribadito sempre dal primo cittadino nelle ultime ore, a seguito dei diversi incontri dallo stesso tenuti con le segreterie dei tre partiti di maggioranza, Democratici di Sinistra, Margherita e SDI.
Sembrerebbe, da notizie circolate nell’ambito dei partiti di governo, che ai fini della riconciliazione e riavvicinamento politico in casa SDI e per la continuità del governo cittadino, sia stato «offerto» un assessorato alla segreteria del partito e di riflesso alla parte dissidente rappresentata da Fania e Lalla: il settimo assessorato, quello che dagli accordi pre-elettorali spettava a Rifondazione Comunista, partito che oggi, nonostante alcuni tentativi di ricomposizione, è collocato nelle fila dell’apposizione. La proposta pare abbia ulteriormente provocato, se non divisioni, perlomeno un’animata discussione nell’ambito della parte dello SDI che non si ritrova in pieno con il gruppo che fa riferimento a Matteo Cappucci. E’ chiaro che se l’offerta dell’assessorato trovasse conferma e lo SDI ne accettasse la proposta, il vicesindaco Cappucci ne uscirebbe sicuramente più forte da una situazione interna al partito e da una «sfiducia» politica che ha subito e che, legittimamente, potrebbe portare a fargli dire che tutto quanto messo in piedi non era altro e giustificato dalla richiesta di una «poltrona».
Nel caso in cui lo SDI declinasse definitivamente l’offerta dell’assessorato e rimanesse fermo sulla sua posizione di «rottura» sul nome di Matte Cappucci in giunta, il sindaco Mangiacotti avrebbe tutto l’onere e la responsabilità di decidere la sopravvivenza o meno della sua maggioranza di governo. Con la presenza di Fania e Lalla, con l’esclusione del neo entrato nello SDI Massimo Chiumento che ha in più occasioni ribadito la sua astensione dal voto al bilancio, il primo cittadino può contare su dodici consiglieri utili per l’approvazione del documento economico-finanzario.
L’eventuale riconferma di Matteo Cappucci nella sua carica di assessore e vicesindaco condurrebbe di fatto Lalla e Fania all’opposizione riducendo, così, a dieci il numero dei consiglieri utili di maggioranza, senza considerare gli eventuali ed auspicati appoggi di alcuni membri dell’opposizione dell’UDEUR; numero che, pur sufficiente a far approvare il bilancio, non darebbe alcuna certezza di governo. Lo stesso sindaco Mangiacotti ha apertamente dichiarato che con questi numeri e una tale composizione politica della maggioranza non si avrebbe più titolo a governare la città per cui il ritorno alle urne ne sarebbe la logica conseguenza.
g.p.