14 anni fa la tragica scomparsa di Pasquale Dragano
Ci sono storie che non vorresti raccontare mai, intrise di lacrime, dolore e sangue. Proprio come quella del Caporalmaggiore Pasquale Dragano. Una storia da non dimenticare, da raccontare per non dimenticarla.
Era un bambino come tanti, che amava giocare nei vicoli, nelle strade del paese. Giocare insieme ad altri bambini, arrampicarsi su una vecchia cinquecento rossa. Bastava poco per scatenare una risata, un sorriso.
Pasquale era un ragazzo ubbidiente, educato, sereno e tanto lavoratore, così lo ricordano i vicini che lo hanno visto crescere, gli amici.
Poi come un refolo di vento anche i giochi più semplici bisogna metterli da parte per decidere su cosa fare da grandi. Faceva il muratore con suo padre, ma un giorno, chiese al padre una firma per andare volontario nell’esercito. Sua madre non voleva che diventasse soldato, dopo aver vissuto tre mesi con il cuore in gola per l’altro figlio, volontario in Bosnia.
Era così determinato che convinse i genitori. I suoi cari vissero la nuova esperienza di Pasquale con la speranza che un giorno avrebbe cambiato idea per tornare a impastare calce. Ma Pasquale aveva sposato seriamente l’arma, l’esercito. Era così fermamente convinto che tranquillizzava i suoi dicendogli che quella scelta era un lavoro in cui lui credeva.
Era il più bravo di tutti a caricare le armi, era un armiere perfetto, un ragazzo in gamba e responsabile che dimostrava di più dei suoi 21 anni. Il Tenente Colonnello Giovanni Fungo comandante della base, ricorda ancora il bravissimo ragazzo, militare competente.
Pasquale aveva un fisico massiccio e sorriso aperto, bersagliere volontario che a poco si sarebbe congedato, dopo tre anni di vita militare dedicata alla Pace.
La vita del soldato è fatta di missioni, di guardie notturne. Quella sera era il turno del soldato Pasquale Dragano.
Il blindato di Pasquale era assegnato per una missione importante. La sorveglianza a uno dei siti sotto indagine da parte del tribunale dell’Aja sui crimini di guerra. Nel settore italiano del Kosovo l’aria era molto tesa. Erano stati richiesti rinforzi. Stavano arrivando gli alpini della Taurinense, il 152esimo reggimento Sassari, il battaglione San Marco e un intero reggimento corazzato.
Un soldato che opera per la Pace non teme pericoli e quando viene chiamato al servizio risponde senza temere.
La sera del 24 giugno 1999, mentre nella sua San Giovanni Rotondo si celebrava la festa patronale, intorno alle ore 20, durante il servizio di pattugliamento, a causa di un malaugurato incidente, nella fase di allestimento del mezzo, moriva Pasquale.
Il blindato targato EI AH226 era ancora sporco di sangue. Sulla fiancata sinistra, vicino al serbatoio, il colore grigioverde si era mescolato al rosso cupo. Dentro, altro rosso, sparso dappertutto. Le tragiche tracce di una vita finita brutalmente un giovedì sera. Tre colpi di mitragliatore Beretta, che hanno trapassato il braccio del Caporalmaggiore Dragano e gli sono penetrati in testa.
La storia di Pasquale terminata su un automezzo verde a 21 anni, ma il ricordo di quel maledetto 24 giugno perpetua in ognuno di noi. Di questa storia rimane il ricordo di un figlio di questa terra che per la Pace ha donato la vita. A noi non resta che continuare a ricordare il sorriso e la speranza di cambiamento di un giovane di 21 anni.
Ciao Pasquale.
Berto Dragano
tonino
Queste notizie non vorremmo mai sentirle ma per colpa dei sporchi giochi di guerra fatti da dei …. questi giovani ci rimettono la VITA
E tutti NOI siamo qui a ricordare come sarebbe stata la sua VITA da grande…
CIAO EROI DELLA NON GUERRA.
antonio merla