“Quando l’approssimazione rischia di generare danni irreparabili”
Si risponde a chi sollecita l’Amministrazione non a trovare “una soluzione” all’intricata e pluridecennale vertenza in oggetto, ma a “dare seguito alla soluzione” prospettata da un nuovo proponente ( la lista dei consulenti e patrocinatori è ormai lunga a seguito di continue sostituzioni e avvicendamenti ). Quale sarebbe la soluzione? Dare seguito a una delibera di Consiglio Comunale adottata 18 anni fa, oggi ancora al vaglio del Consiglio di Stato, ritenendo di poter prescindere dalle posizioni delle altre parti nella vicenda.
In tale ottica: si proporrebbe al Consiglio Comunale di seguire tale “soluzione” , chiamando tutti a quel coraggio che ad oggi sarebbe mancato (nonostante l’ Amministrazione abbia presidiato e resistito ad ogni iniziativa giudiziaria a tutela dell’ interesse pubblico ). Il percorso “suggerito” ben potrebbe avere come titolo “ SCACCO MATTO IN SEI MOSSE”.
La prima mossa: ci si recherebbe dal Conservatore dei Registri Immobiliari per chiedere di annotare (finalmente!!) la cancellazione della convenzione per avveramento della condizione risolutiva del vecchio passaggio di proprietà dall’ Ente pubblico al privato concessionario del terreno.
La seconda mossa: con l’annotazione alla Conservatoria dei Registri Immobiliari si determinerebbe il venir meno dell’ ipoteca concessa dal vecchio concessionario proprietario ( è la mossa più bella, ma non è ancora da scacco matto ).
La terza mossa ( è un crescendo da brividi ): per incorporazione quanto costruito dal concessionario diviene di proprietà dell’ Ente, o meglio della Città.
La quarta mossa: ( tale mossa si renderebbe necessaria, come precisato dal Sig. Cocomazzi, perché “dobbiamo fare salvo quanto il diritto prevede per tale fattispecie” ). Il Consiglio Comunale, attraverso una variazione di bilancio, darebbe copertura all’indennizzo previsto in convenzione (l’ingiustificato arricchimento non trova cittadinanza nel nostro Ordinamento). Se le ipotesi compensative non dovessero trovare accoglimento per l’opposizione (scontata!!!) di chi le subirebbe, la cifra da iscrivere in bilancio si aggirerebbe in oltre il milione di euro ( i brividi aumentano ma il coraggio non ci manca ).
La quinta mossa: si possono dimenticare i creditori ipotecari ? Perdendo la garanzia, resterebbero a guardare con un pugno di mosche in mano? Se così fosse, le convenzioni riguardanti l’edilizia residenziale pubblica, tutte stilate con clausole risolutive e che si attuano proprio grazie all’ intervento creditizio delle banche, per un motivo o per un altro, sarebbero dichiarate in gran parte risolute. Invece, è noto che alle banche che concedono prestiti per la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica è riconosciuta una funzione pubblicistica, tutelata normativamente. Diversamente, è stato detto in maniera autorevole, si favorirebbero “la deresponsabilizzazione degli operatori creditizi e, in definitiva, forme di parassitismo da parte degli utenti degli alloggi”. Quindi, nella nostra ipotesi, i creditori ipotecari, forti del proprio ruolo riconosciuto dalla legge, a chi si rivolgerebbero? È presto detto: al Comune, nuovo proprietario degli alloggi, ossia a tutti i cittadini di San Giovanni Rotondo, in una sorta di nuova vicenda Bramante. Ma noi abbiamo cuore e coraggio e andiamo avanti.
Il Consiglio Comunale verrebbe così chiamato a riunirsi nuovamente per approvare una ulteriore variazione di bilancio. In soldoni oltre 3.000.000 di euro da coprire (immaginiamo) con nuove pesantissime tasse.
La sesta mossa: in attesa di capire in che maniera consentire ai promissari acquirenti di vedersi riconosciuti gli acconti in passato versati ( non al Comune, si badi, ma alla ditta fallita SICEL), in attesa che tutte le innumerevoli conflittualità nel frattempo insorte trovino una definitiva composizione, il Comune si vedrebbe costretto ( la Corte dei Conti, di casa a San Giovanni Rotondo, ne sarebbe il rigoroso controllore ) a ricavare immediatamente ogni utilità dagli alloggi ormai di sua proprietà. La sesta mossa è la più dolorosa, ma conclusiva:
SCACCO MATTO alla città, alle sue finanze e a tutti i promissari acquirenti, anche a quelli, non pochi, che non hanno mai creduto che una vicenda così complessa fosse una semplice partita a scacchi.
FUOR DI METAFORA, l’Amministrazione ritiene che questo percorso sia impraticabile, perché esporrebbe l’Ente a conseguenze finanziarie insostenibili e danneggerebbe, come innanzi chiarito, gli stessi promissari acquirenti e, soprattutto, i cittadini di San Giovanni Rotondo che si vedrebbero aumentare le tasse per far fronte al danno economico che ne deriverebbe. Una composizione transattiva della vicenda, è quindi non solo auspicabile, ma necessaria, con lo sforzo responsabile di tutte le parti in causa.
L’Assessore all’Urbanistica
Salvatore Ricciardi