Valorizzare il patrimonio storico della miniera di bauxite
Dopo 40 anni dalla chiusura si riaccendono i riflettori sulla miniera di San Giovanni Rotondo, il sito estrattivo di bauxite più grande della Puglia e tra i maggiori d’Europa, attivo
per diversi decenni e chiuso definitivamente nel 1973.
Grazie alla volontà di undici studiosi, ricercatori e appassionati è stata costituita l’associazione “Centro Studi – Miniera di bauxite di San Giovanni Rotondo”, che ha come finalità il recupero del sito minerario.
L’Associazione, non ha fini di lucro ed ha “lo scopo di promuovere ed attuare ricerche, studi, convegni, seminari, mostre ed altre iniziative, compresa la costituzione di una biblioteca, tendenti alla conoscenza, diffusione e valorizzazione della miniera di bauxite”.
«Abbiamo deciso di mettere insieme singole capacità e sensibilità per produrre uno sforzo comune così da attivare processi condivisi anche con altri enti e istituzioni locali, nazionali ed europee per realizzare un progetto di recupero del sito minerario che ha rappresentato una pagina di grande interesse storico, economico e sociale, non solo per la Capitanata», sostiene Salvatore Mangiacotti, presidente del Centro Studi.
Oltre al presidente Mangiacotti hanno sottoscritto l’atto di costituzione associativo: Nicola Russo (vicepresidente), Rossella Melchionda (segretaria), Maurizio Tardio, Antonio Biancofiore,Michele Lo Mele, Michele Piacentino, Vincenzo Savino, Antonio Prencipe, Antonio Marino, Vincenzo Valiante.
Evidenzia ancora Mangiacotti: «L’associazione è aperta al contributo di tutti, ma soprattutto vuole richiamare l’attenzione di enti e istituzioni per condividere, attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa, un progetto di recupero dei siti minerari pugliesi, che valorizzando il patrimonio archeologico industriale porti alla realizzazione di un percorso storico-culturale denominato “le Vie della Miniera”, nel quale il sito di San Giovanni Rotondo è il punto di riferimento».