A. Rendina: “La nostra attività partitica è azzerata”
L’obiettivo della nostra opposizione politica era dimostrare che la dirigenza degli ultimi tre anni era inadeguata.
Non sapevamo di avere talmente tanta ragione da ritrovarci in un congresso organizzato talmente male da diventare ingestibile.
Quando è stato deciso di opporre la mia candidatura a quella di Rizzi, la critica centrale era l’abbandono dei circoli da parte del livello provinciale.
Ma che venisse abbandonata anche lagestione del congresso, questo non ce lo aspettavamo proprio.
E allora più che delle risposte mi passano davanti delle domande, tipo:
Perché scegliere come data del congresso un giorno lavorativo?
Perché un solo giorno, quando in altre città pugliesi si è svolto in due?
Perché comunicare il numero di tessere annullate (per vizi di forma?) il giorno del congresso, quando il tesseramento è fermo dal 15 ottobre?
Perché la sala non era attrezzata per il voto con delle urne?
Il programma del congresso prevedeva: la mattina gli interventi esterni e nel pomeriggio il congresso vero e proprio, con chiusura delle votazioni alle 18.30.
Cioè… veramente si pensava di ricomporre una frattura che durava da qualche anno in un’ora?
Veramente si pensava che non sarebbero esplose le contraddizioni di circoli che non si incontravano da almeno sei mesi?
Quando dicevamo che la politica era ferma, che questa dirigenza non era capace di comporre un nuovo coordinamento federale perché non comunicava, parlavamo di questo.
E nonostante la nostra continua disponibilità a colloquiare siamo stati contattati solamente durante il pomeriggio del congresso.
Nonostante la nostra disponibilità all’accordo in nome dell’unità del Partito, questo è stato costretto lo stesso a subire l’onta dell’annullamento del congresso.
Annullamento provocato da discussioni esterne alla mozione che intendevamo presentare.
Adesso, la logica conseguenza è che non abbiamo più un coordinamento provinciale, non abbiamo delegati regionali, non abbiamo delegati nazionali.
Cioè la nostra attività partitica è azzerata e dobbiamo attendere il commissariamento.
Rifiuto di pensare che per evitare questo, avrei dovuto lasciare nel cassetto le nostre istanze e il nostro democratico diritto di rappresentanza.
Penso che il congresso andava preparato e che chi doveva occuparsene, cioè la segreteria uscente, abbia sottovalutato la voglia di rinnovamento che agitava il Partito.
Se qualcuno avesse ascoltato il nostro grido di dolore, se le dirigenze avessero aperto porte e finestre,oggi avremmo avuto un bel congresso.
Ringrazio tutti i compagni che si sono impegnati in questa sfida, abbiamo fatto del nostro meglio. Mi dispiace che la situazione fosse già troppo compromessa per essere risollevata.
Mi auguro che il livello regionale faccia una valutazione lucida e ci aiuti a uscire da questo impasse.
Alessandro Rendina