Svolta ieri sera l’assemblea del partito
E’ stato un incontro vivace, durato oltre tre ore, in cui si sono analizzati i reali motivi e le responsabilità della caduta della giunta Giuliani. Il Partito Democratico di San Giovanni Rotondo si è riunito in assemblea, aperta agli iscritti e ai simpatizzanti, per confrontarsi e gettare le basi per l’immediato futuro ad un mese dalla fine dell’amministrazione comunale.
Presente al gran completo lo stato maggiore del partito: da Paolo Campo, segretario provinciale, a Salvatore Mangiacotti passando per tutti coloro che hanno recitato nel bene e nel male, una parte da protagonista nell’avventura amministrativa di questi due anni e mezzo a Palazzo di Città.
Michele de Angelis, segretario sezionale, nel suo intervento iniziale punta subito il dito contro Cusenza e soci accusato di “aver usato l’Amministrazione come capro espiatorio per i suoi interessi personali con atti che fanno rabbrividire e che hanno nuovamente gettato la città nel baratro”.
Anche Gennaro Giuliani, il sindaco appena “defenestrato” ha voluto dire la sua: “E’ stato interrotto un percorso di discussione dei temi strategici per il futuro della nostra città. C’è stato un vero e proprio boicottaggio sui temi del Pug, dei parcheggi e del Pai, stoppato sul più bello per colpa dei dissidenti. Tanti erano i problemi da affrontare, ma qualcuno voleva anteporre a tutto questo la questione delle sesta parrocchia. Così come hanno speculato sul progetto di riqualificazione di Casa Sollievo, nessuno di noi si è mai sognato di ostacolare il progetto. E’ venuta meno la compattezza della maggioranza. Il partito – ha concluso l’ex sindaco – deve ragionare e capire se è sufficiente presentarsi alle prossime elezioni libero dagli equivoci che hanno portato ai fallimenti delle due ultime esperienze amministrative. C’è bisogno che il PD torni ad essere coerente con la sua visione iniziale di innovazione della politica.”
Qualcun altro ha puntato invece il dito sulla debolezza del Pd a livello locale. “Bisogna dare un forte segno di discontinuità, dare un volto nuovo al partito perché gli errori sono stati anche nostri”, ha dichiarato l’ex assessore Giuseppe Russo. “Manca un dibattito vero ed un confronto serio, per questo i cittadini si sono allontanati dalla partecipazione attiva alla vita politica”, ha tuonato Antonio Marino.
Salvatore Mangiacotti non vede tutto nero, anzi, è pronto a dare battaglia: “Gennaro Giuliani sindaco è stata la scelta migliore che si potesse fare. La sua fiducia è stata tradita da persone sleali e disoneste. Da stasera noi ripartiamo con rinnovato ottimismo perché ci sono le persone giuste per ricomporre un partito dove tutti devono essere in grado di recitare la propria parte, con un ruolo ben preciso. Il nostro progetto ha rappresentato una continuità dell’azione amministrativa, prima con me e poi con Gennaro. Una programmazione interrotta per colpa di chi, con l’esclusione dalla corsa per le regionali, ha visto ostacolato il proprio percorso politico, covando per mesi questo seme di rivalsa a danno dell’intera comunità sangiovannese”.
Antonio Lo Vecchio