Nata una nuova associazione politica
La partecipazione alla vita sociale, culturale e politica di una comunità merita passione e competenza.
Noi, per la nostra Città, San Giovanni Rotondo, ci poniamo l’obiettivo di esercitare una funzione propositiva, mai strumentale e demagogica.
Noi, abbiamo l’unica presunzione di essere semplicemente sangiovannesi, giustamente convinti che occorra un nuovo percorso, occorrano altre riflessioni, ed è per questo che oltre ai nomi del Direttivo comunichiamo, oggi, la nascita della nostra Associazione attraverso la proposta di una Carta dei Valori.
Quanto alle prossime elezioni amministrative, esse non sono né un punto di arrivo e nemmeno un punto di partenza, tanto da non escludere di essere, semplicemente, osservatori.
L’Associazione ha nominato Segretario organizzativo Berto Dragano, Presidente Tommaso Dimartino e Antonio Cafaro quale componente del Direttivo.
Ai nostri concittadini chiediamo di leggere la nostra Carta dei Valori.
Il comitato costituente dell’Associazione
«NOI, Semplicemente Sangiovannesi»
Antonio Cafaro
Massimo Centra
Pio Di Giorgio
Tommaso Dimartino
Berto Dragano
Gennaro Giuliani
Michele Notarangelo
Salvatore Taronno
Matteo Scaramuzzi
Carta dei Valori
L’Associazione “NOI, semplicemente sangiovannesi” ritiene fondamento di ogni adesione, di ogni confronto, di ogni singola apertura al dialogo, la condivisione di un manifesto di valori e di impegni per San Giovanni Rotondo, città insieme straordinaria e normale.
Mutuando le parole del Santo Padre, Benedetto XVI, “un luogo di pellegrinaggio non è soltanto la meta di un cammino, ma ritorno verso la quotidianità”. Ecco, l’amore per la Città si misura non già con grandi progetti e promesse, ma nelle piccole manifestazioni di ogni giorno, nella cura ordinaria e nella manutenzione della normalità.
L’identità dei luoghi sangiovannesi è un eccezionale connubio sui passi delle straordinarie personalità che ne hanno disegnato la storia: sacra, certo, devota a Padre Pio, ma anche laica e civile, con amministratori illuminati e medici sapienti, con una moltitudine di semplici contadini e minatori, cui va riconosciuta la dignità del passato per costruire il futuro.
La comunità di San Giovanni Rotondo ha mostrato nel tempo il suo saper essere consorzio civile e la sua coesione nei momenti in cui è stata chiamata ad affrontare grandi difficoltà. E’ con la stessa forza e con il medesimo spirito collettivo che vanno ricercate le soluzioni alle incertezze del presente.
La città è policentrica, aperta, attraversata da flussi importanti di visitatori, di nuovi residenti, di economie e di energie. A partire dal suo borgo antico, che va accompagnato nel riacquistare un equilibrio vitale, l’intero abitato va concepito come insieme di trame e di narrazioni, di cui nessuna seconda o periferica ad altre.
Allo stesso modo, l’intero tessuto urbano non può manifestare pienamente il proprio valore se non valorizzando le connessioni con le matrici rurali, con le campagne, con lo straordinario ambiente e con il paesaggio che lo circonda e lo sublima. Riportare equilibrio nel territorio deve diventare un paradigma. Cominciando dall’economia edilizia che deve trovare nuovo protagonismo nella rivoluzione culturale necessaria a diminuire divari e rendite di posizione a favore del bene comune: la pianificazione urbana deve privilegiare la riqualificazione, il recupero e la valorizzazione dell’esistente. A partire dalla manutenzione, dall’accessibilità e dalla qualificazione degli spazi comuni, dei marciapiedi, dei parcheggi, delle aree verdi, dei monumenti e dell’arredo urbano.
Rivoluzione culturale, appunto. E il degrado è il sintomo dell’effettiva mancanza di una vera e propria classe di intellettuali, che non è stata in grado di leggere e non ha pertanto saputo interpretare gli inconfondibili segni di una civiltà; una civiltà, la nostra, quasi del tutto sconosciuta e non ancora pienamente riconosciuta dalle ultime generazioni.
Ed anche nel nome di questa civiltà che riteniamo, ad esempio, che l’economia della città sanitaria vada sostenuta nelle sue scelte di progresso, nei suoi programmi di sviluppo. Senza incertezze. E la città sacra non è “altra”, ma parte di un unico sistema, di un’unica comunità, di un unico tessuto e di un’unica trama. In questa direzione vanno alimentate le correlazioni e le attinenze, nella ricerca di un equilibrio sostanziale che porti beneficio e indulga alla qualità. Identicamente, il turismo è una risorsa per tutti, non solo per albergatori, ristoratori e commercianti di souvenir. E ciò potrà essere sempre più vero in ragione della capacità di elevare gli standard dell’accoglienza di pari passo con gli standard di qualità della vita dei residenti. San Giovanni Rotondo è città ospitale e saprà esserlo ancor maggiormente se saprà conciliare se stessa con la ricerca di una visione comune, una visione di futuro in cui la parola “cittadinanza” sia sinonimo di apertura al visitatore, al nuovo residente, allo straniero e al diverso.
San Giovanni Rotondo è città insieme straordinaria e normale. Non richiede scienziati della politica, né martiri, né eroi. Chiede piuttosto riconciliazione, anche con gli errori del passato, per favorire un reale cambio di classe dirigente. Chiede un passo indietro a chi amministra da decenni per innovare i palazzi con nuovo ardore, con nuova passione, con nuove idee destinate a cambiare ciò che siamo con ciò che vorremmo essere, come sangiovannesi, per consegnare a figli e nipoti qualcosa di migliore.