“L’omertà in trasferta”
“Piangi, che ben hai donde, Italia mia”.
Lodo e concordo, ma aggiungerei, e non per sminuire Leopardi: “Piangete italiani, che ne avete ben donde”.
Tutti ci domandiamo, e negli ultimi anni più che mai, il perché l’Italia è alla deriva, e come e’ prassi in casi del genere cerchiamo un ‘capro espiatorio’ e nel nostro caso specifico l’abbiamo ritrovato nella politica.
Ebbene, oggi io sono la voce fuori dal coro, ed affermo che se l’Italia è alla deriva la colpa è degli Italiani. E rettifico, non è l’Italia ad andare alla deriva, ma gli italiani stessi, con il loro bagaglio di cliché, pregiudizi ed omertà.
L’italiano non solo lamenta la mancanza di coraggio e cambiamento evitando ogni spinta verso il cambiamento stesso, ma trasforma ogni sua lacuna in un modo di essere specifico e caratteristico e che porta con sé anche all’estero.
Il preambolo, un po’ lungo, è per giungere alla realtà che vivo e che personalmente non smette mai di stupirmi.
Sono un’italiana all’estero e vivo su di una splendida isola di nome Fuerteventura, una delle sette isole delle Canarie, a poche decine di chilometri dalla costa Africana. Isola dal paesaggio lunare e mistico, con un clima favorevole tutto l’anno ed acqua cristallina. Tutto bellissimo. Realtà utopica? Potrebbe ingannare in questo senso, però no, la definirei più saggiamente un’isola dall’apparenza utopica e con un grande potenziale. Fuerteventura, se si è in grado di trovare la propria dimensione ed il proprio equilibrio, può rendere la nostra vita perfetta e realmente degna di essere vissuta.
Un problema di questo paradiso in terra sono gli Italiani, troppi e troppi che ‘fanno gli Italiani’.
E’ gente che si è allontanata dalla crisi non per regalarsi il cambiamento, ed è gente che si è allontanata dagli errori del passato per regalarsene di nuovi. L’Italia è un popolo di gente che non si ama l’un l’altro e quando un popolo sceglie l’individualismo alla comunità si preclude la possibilità di crescere.
L’isola che tanto amo e che è diventata la mia casa è ricca di Italiani che portano nel proprio bagaglio culturale i limiti di un popolo che ha smesso di avere fede in un mondo migliore e che non avrà la possibilità di avere una vita diversa se porta all’estero gli errori che hanno contribuito a renderci il popolo deriso che siamo diventati. Sull’isola che tanto amo non siamo ben accetti, nonostante rappresentiamo una fetta non indifferente della popolazione, e ci facciamo guerra tra di noi. “Attenti agli Italiani!” è la frase più comune e paradossale che più spesso diciamo ai nostri stessi compatrioti, e mi piacerebbe dire che si tratta di una raccomandazione non veritiera, ma non è così. Siamo un popolo chiuso, con sogni più grandi di noi e siamo profondamente e radicalmente omertosi. Sì, soprattutto siamo omertosi, portiamo con noi questo virus antico che ha rovinato gran parte della nostra storia, rendendo opaca la nostra bellezza. I comportamenti sbagliati, le illegalità, le persone senza scrupolo sono ovunque, ma quello che differenzia il popolo Italiano è l’omerta, che consente il perdurare di tali azioni. Vivo in un villaggio al Nordest dell’isola, ci conosciamo tutti e tanti sanno chi sono gli italiani che sporcano la nostra identità, e scelgono il silenzio. Le ragioni? Tante: interessi personali, mancanza di amore per le proprie origini, vigliaccheria. E poi c’è l’omertà. Siamo un popolo che lamenta la mancanza di cambiamento, ma il cambiamento richiede coraggio.“Piangete Italiani miei, che ne avete ben donde”.
Graziana Morcaldi