di Gaetano Cusenza,
consigliere provinciale
In Italia il dibattito
sulla situazione economica e sociale è
ormai quotidiano. Soprattutto i
politici, gli esperti e tutti gli addetti ai lavori si affannano per trovare una soluzione definitiva. Si discute,
si approfondisce, si studia per dare al nostro Paese una stabilità economica.
Come? Ho l’impressione che
si voglia trovare la soluzione alla crisi eliminando qualcosa, sopprimendo
servizi; così sotto la scure del risanamento sono finiti i servizi essenziali
ai cittadini: la scuola, la sanità e i trasporti.
Da qualche giorno, su
proposta dell’On. Di Pietro, nel mirino invece sono finite le Province. Per il
leader dell’Italia dei Valori l’abolizione delle Province sembra essere
l’efficace cura a tutti i mali economici in cui versa l’Italia. La proposta è stata già
discussa in Parlamento, ma non è stata approvata. Così l’On. Di Pietro, con
l’appoggio di altri partiti, pochi per la verità, che o per convinzione o per
contrapposizione di parte o perché non rappresentati nei Consigli Provinciali,
vuole continuare la sfida al grido: aboliamo le Province e l’Italia volerà.
Dissento completamente e
convintamente da questa proposta, che mi sembra essere semplicistica e non
approfondita sufficientemente. Ho
l’impressione che l’Onorevole del Molise si stia accanendo sulle Province, non
tanto perchè la loro abolizione aiuterebbe le casse dello Stato, quanto più per
un fatto di presenza all’interno di questo Ente. Infatti delle cento Province
italiane nessuna ha un Presidente appartenente all’Italia dei Valori. Oltre a
questo aspetto, ritengo che a tanti il ruolo, le competenze e l’organizzazione
delle Province siano sconosciute.
Le Provincie sono nate nel
1859, due anni prima dell’Unità d’Italia, da sempre sono un Ente di riferimento
per lo Stato, ma soprattutto per i Comuni, i quali vengono coordinati da esse. Le
sue competenze vanno dalla difesa del suolo alla valorizzazione dell’ambiente e
prevenzione delle calamità, dalla viabilità e trasporti alla caccia e pesca,
dalla pubblica istruzione ed edilizia scolastica alla formazione professionale.
Inoltre è la Provincia che adotta il Piano Territoriale di coordinamento che
determina gli indirizzi generali di assetto del territorio. Sono diverse,
infine, le deleghe che le Regioni, per vari motivi, non trasferiscono ancora.
Sopprimendo le Province,
queste competenze chi le assolverà? I dipendenti, che sono decine di migliaia,
i beni mobili e immobili e tante cose ancora, che fine faranno? Non è più
giusto, prima di arrivare all’abolizione delle Province, fare una verifica di
tutti gli altri Enti: le Comunità Montane, non ancora soppresse, i Consorzi, le
Agenzie, gli ATO, le Commissione e le sottocommissioni etc…? L’abolizione delle
Province porta con se anche l’eliminazione dei Capoluoghi e quindi la
soppressione delle Prefetture, delle Questure, uffici decentrati dello Stato e
delle Regioni? Ma veramente si pensa di abolire le cento Province e trasferire
tutto alle venti Città Capoluogo di Regione? Tutte queste verifiche sono state
fatte?
Io ritengo di no.
L’On. Di Pietro sostiene
che con l’abolizione delle Province lo Stato risparmierebbe sette miliardi di
euro. Certo, direbbe la gente comune, è una bella somma di denaro; aboliamole
subito così con sette miliardi di euro possiamo fare tante cose. Purtroppo le cose non stanno per niente così. Abolendo
le cento Province, qualche altro Ente deve pure assumerne le competenze, il
personale e i beni mobili e immobili, quindi lo Stato trasferirà ad un altro
Ente i fondi per pagare i dipendenti, per la viabilità, per costruire scuole, per mettere in sicurezza il territorio
e altro ancora. A conti fatti il risparmio per lo Stato sarebbe minimo.
Vale la pena allora
abolire le Province? Io dico un netto no!
Attenzione! Non facciamo
errori irreparabili.
Quali le proposte?
Si apra un tavolo di studio
serio e profondo e si dia vita alle riforme istituzionali in modo organico.
All’interno delle riforme si pensi pure come riorganizzare, riformulare,
rilanciare o addirittura ridurre le Province. Ma l’abolizione è un errore
gravissimo.
Come rilanciare le
Province?
Intanto trasferiamole
tutto ciò che è stato già approvato: la formazione professionale per intero, e
non solo pochi corsi, e le deleghe sull’urbanistica. Inoltre occorrerebbe
decentrare alcune competenze della Regione. Una proposta molto in linea con il
nuovo federalismo potrebbe essere per esempio assegnare alle Province la
competenza sulla Sanità.
Vista così la Provincia, l’On
Di Pietro e chi la pensa come lui, cosa dice?
La Politica faccia la sua
parte seriamente e disinteressatamente e le cose andranno meglio.