Nel completo e totale disinteresse delle istituzioni…
Alcuni giorni fa mi sono ritrovato fra le mani la rivista di Casa Sollievo, dove era inserito un articolo del Dott. Lotti, medico personale di San Pio, che raccontava come il Santo, guardando le spoglie montagne al lato del santuario, avesse il desiderio di piantarvi degli alberi, più precisamente dei pini, gli stessi alberi che sono arrivati fino ai giorni nostri e che vengono inseriti in quella che viene denominata “La Pineta di Padre Pio”.
La premessa è doverosa poiché vorrei riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica un problema già trattato da testate e siti giornalistici locali e mi riferisco alla malattia parassitaria chiamata “Processionaria” che ha maggiormente colpito proprio la pineta citata.
Dopo le segnalazioni verbali fatte dalla nostra associazione ad alcuni giornalisti e dopo gli articoli redatti dagli stessi, ad oggi pare non si sia mosso nulla in direzione, o meglio in difesa degli alberi ammalati.
Un completo e totale disinteresse delle istituzioni, verso un patrimonio cittadino che lentamente si sta dissolvendo in una muta agonia ma che al contempo diventa assordante per chi calca sentieri e strade a ridosso della pineta.
Attualmente la situazione è al collasso, con centinaia di alberi malati che rendono lo scenario tetro e quasi apocalittico.
La nostra denuncia-segnalazione è rivolta soprattutto a chi più di tutti dovrebbe tutelare il territorio, visto che del territorio ne fa un vanto, ci riferiamo all’Ente Parco del Gargano, sempre presente in convenzioni, protocolli e manifestazioni, ma completamente assente sul campo da vent’anni. E’ paradossale che le aree ricadenti nel Parco siano gestite a livelli di vincoli, pareri ed autorizzazioni, dall’Ente, ma le azioni operative siano di competenza dei Comune, sarà previsto dallo statuto ma ci pare troppo comodo.
Comunque tra chi deve controllare, chi riferire, chi agire, resta il fatto che la processionaria sta decimando la popolazione di pini del nostro paese, mettendo a rischio, non solo la salute della flora, ma anche di coloro che dovessero venire a contatto con il parassita.
Nella speranza di smuovere le coscienze di tutti i sangiovannesi, delle associazioni ambientaliste, ma sopratutto di coloro a cui sono devolute le azioni di competenza, non resta che continuare a fare quello che ci viene meglio, ovvero monitorare il territorio segnalando eventuali anomalie che ai più potrebbero sfuggire, ma che non sfuggono agli occhi attenti di chi è capace di fare da sentinella avanzata, riabilitando la figura dei cacciatori che troppo spesso viene bistrattata solo per fare audience.
Giovanni Canistro