Intanto il Sindaco presenta la nuova Giunta ‘a termine’ ma ammette il suo fallimento politico.
Ha spiazzato tutti Michele Gemma, appena entrato nell’assise comunale dopo le dimissioni da consigliere presentate da Pietro Fania. Dopo il voto all’unanimità che sanciva ufficialmente l’ingresso in Consiglio, il neo consigliere ha preso la parola. Dopo i saluti di rito ai membri dell’Assise, la solidarietà ai consiglieri Chiumento (Psi) e Santoro (PD) vittime nei giorni scorsi di attentati intimidatori, e le parole di vicinanza al dimissionario Pietro Fania (Udc) ha diretto immediatamente il suo intervento sulle questioni politiche. “Dopo i vili atti che hanno colpito alcuni Consiglieri mi sarei aspettato una netta condanna e un consiglio monotematico sulle questioni di legalità che per me sono fondamentali” le sue parole. “Venendo alla questione politica, alla luce delle dichiarazioni rese durante questa crisi, almeno 10 consiglieri sono oggi all’opposizione del Governo Pompilio. Se la matematica non è un‘opinione, bisognerebbe immediatamente procedere allo scioglimento del Consiglio Comunale, e ridare la parola ai cittadini. Qualora il mio partito, l’Udc e l’amico Miglionico non fossero d’accordo con questa mia posizione, annuncio subito la mia collocazione nel gruppo Misto” ha chiosato Gemma annunciando il suo abbandono dell’aula seguito dai Consiglieri Chiumento per il Psi, Bisceglia e Giuliani di Scelta Civica e Santoro per il Pd, tra le proteste e le accuse di “mancanza di rispetto dell’Istituzione e delle sue regole” rimarcate dal presidente dell’Assise comunale Mauro Cappucci.
“Quanto è appena avvenuto è davvero molto singolare” ha esordito il Sindaco Pompilio riferendoci all’abbandono dell’Aula del gruppo di consiglieri “Vengono meno le regole democratiche della discussione e del confronto sottraendosi al dibattito” ha proseguito il Primo Cittadino. “Io sono stato autore di un gesto inconsueto portando i motivi della crisi pubblicamente in Consiglio circostanziando i fatti e assumendomene tutta la responsabilità. Non sono scappato al confronto. Ammetto Il fallimento politico dell’Amministrazione, ma chiedo a tutti voi un gesto di responsabilità per non vedere perduti i progetti già avviati e condannare la città ad un lungo commissariamento”. Poi la stoccata agli organi di informazione definendo “Distratti quei giornalisti” che hanno operato a suo dire sciacallaggio politico attribuendo alla politica la matrice degli attentati. “Evidentemente non hanno seguito la storia della mia Amministrazione che ha fato della legalità un punto fermo” ha concluso il suo intervento.
Ha preso subito la parola Bertani, per il gruppo Misto, per il quale “ Di politico non è avvenuto nulla, se non la constatazione dell’esiguo numero di consiglieri che occupano oggi i banchi della maggioranza.” Ha chiuso il suo intervento abbandonando anche lui l’aula per “consentire un operazione chiarezza” di quanto sta avvenendo.
Dopo che Santoro (PD) ha abbandonato l’aula col gruppo dei “dissidenti”, difatti schierandosi per lo scioglimento immediato del Consiglio, al piddino Mangiacotti non è restato altro che acclarare la spaccatura del Partito Democratico in Consiglio. “Non accetto la morale da Gemma. Se uno non è d’accordo su certe posizioni diventa automaticamente amico di Pompilio. Questa è una violenza psicologica. Io sostengo da tempo il fallimento dell’amministrazione Pompilio. Da quando il partito di Gemma passò in maggioranza, e sostenendo che lo stesso fosse sotto scacco di interessi. All’epoca fui promotore dello scioglimento del consiglio, ma l’Udc scelse di entrare in maggioranza” la cronistoria del democratico. “Allora avremmo potuto proceder velocemente a nuove elezioni, perché non lo si è fatto? Perché tutti avevamo altri interessi, compreso Gemma” ha chiosato Mangiacotti aprendo alla possibilità di congruenze sui temi importanti per la città come chiesto da Pompilio.
Un netto no a qualsiasi prosecuzione dell’avventura di Pompilio da parte di Crisetti (Democratici per la Città). “Lo scioglimento è la strada maestra per uscire da questa confusione. Si chiede un governo senza maggioranza politica retto dall’organo politico della Conferenza dei Capigruppo. Cioè oltre al ribaltone del mandato popolare, si chiede anche di sovvertire la prassi istituzionale. Con una giunta senza indirizzo politico di una maggioranza di Governo, ma bensì indirizzata dagli accordi in sede di conferenza di capigruppo, e poi votata da un consiglio comunale in cui siedono persone che orgogliosamente hanno idee e diverse di vedere i progetti. Io mi chiedo a quanti ricatti dovrebbe sottostare lei Sindaco per portare una sola delibera in Consiglio Comunale?” le parole del consigliere dell’opposizione, che ha chiuso chiedendo di “porre fine a questa situazione sciogliendo il Consiglio Comunale”.
Antonio Pio Cappucci, per Agire Insieme ha preso le distanze da chi ha abbandonato l’aula e ricordando che in sede di conferenza dei Capigruppo “A cui chi ha lasciato l’aula non ha partecipato, ha espresso il proprio sdegno per i vili attentati, e ha proposto un comitato provinciale per la legalità e una discussione consiliare su questi temi” . ha ricordato poi come il suo gruppo fu il primo ad aprire alla convergenza a termine sui temi importanti e i progetti già avviati da portare a compimento, proponendo la conferenza dei Capigruppo come organo politico “e con una scadenza determinata entro cui portare a compimento questi interventi. Scadenza indicata dallo stesso Sindaco. Non essendo stata accolta questa richiesta, e in mancanza di chiarezza su questi punti, conveniamo anche noi sullo scioglimento anticipato del Consiglio”.
Miglionico per l’Udc, ha distanziato la sua posizione da quella del collega di partito Gemma, definendo anche in seno agli scudocrociati una spaccatura politica. “Vorrei salutare e ringraziare l’amico Pietro Fania, di cui rispetto la scelta familiare alla base delle sue dimissioni” ha esordito, poi rivolgendosi al Sindaco ha ricordato come “14 mesi fa il suo partito si espose alla gogna mediatica per l’ingresso in maggioranza, ma lo fece con spirito di responsabilità per evitare l’ennesima fine amministrativa anticipata apportando un contributo ed una spinta decisiva a tanti progetti avviati, come la Fogna Bianca, i lavori in viale Aldo Moro ed altri interventi. Progetti, che pur riconoscendo la fine politica dell’Amministrazione, vale la pena non perdere perché di interesse fondamentale per la Città, Difatti l’avvento così prolungato del Commissario Prefettizio decreterebbe l’abbandono di questi progetti arrecando danno ai cittadini” ha chiuso il suo intervento ritenendo quindi di essere pronto a sostenere la proposta di una convergenza sui temi se “se il Sindaco troverà il modo di farlo”.
Compatti sulla necessità di salvare i progetti avviati anche i fedelissimi di Pompilio, che sono per la prosecuzione senza scadenza, con Cotugno (NDC), Longo (FLI) e Placentino (FI) che hanno auspicato questa convergenza sostenendo che un lungo commissariamento porterebbe ad un aumento delle tasse e a perdere i progetti avviati come Fogna Bianca, i lavori di riqualificazione di Viale Aldo Moro e il riequilibrio delle storture ai danni delle attività produttive provocati dall’aumento della Tares.
Nella replica conclusiva il Sindaco ha annunciato di aver accolto e messo all’ordine del giorno del prossimo consiglio alcune richieste di Agire Insieme.
In sostanza il Consiglio ha detto che al momento non ci sono né i numeri né la volontà di firmare per lo scioglimento anticipato dell’assise municipale. La nuova Giunta, presentata questa sera, si prepara dunque a navigare a vista in un mare tempestoso.
PMA