Cerimonia lunedì scorso a Palazzo Chigi
Si è svolta lunedì 13 ottobre nella sala stampa di Palazzo Chigi la cerimonia di premiazione dell’edizione 2014 del Premio ‘Giacomo Matteotti’.
Il riconoscimento per la sezione ‘tesi di laurea’ è andato come noto alla nostra giovane concittadina Maria Pia Di Nonno con il suo lavoro “Una democrazia a misura d’uomo: la Comunità olivettiana come luogo di risanamento politico, socio-economico”.
Dopo un breve intervento di Graziano Delrio, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, hanno preso la parola i due membri della Commissione giudicatrice: il prof. Angelo Sabatini, presidente della Fondazione Giacomo Matteotti, e il prof. Stefano Caretti. Presenti anche gli altri membri della Commissione: la dott.ssa Silvia Calandrelli, il prof. Luigi Luciano Pellicani e il prof. Alberto Melloni.
Il prof. Sabatini ha evidenziato come il 2014 sia un anno importante per la Fondazione Matteotti in quanto ricorrono i 90 anni dall’omicidio di Giacomo Matteotti.
Oltre a Maria Pia Di Nonno ci sono stati altri premiati. Nella sezione “Saggistica” la Commissione ha assegnato il premio ex aequo ai lavori di Luca Mariani (“Il silenzio sugli innocenti. Le stragi di Oslo e Utoya. Verità, bugie e omissioni su un massacro di socialisti”) e di Nadia Fusini (“Hannah e le altre”). Nella sezione “Opere letterarie e teatrali” i commissari hanno designato come vincitrice l’opera di Valeria Parrella “Tempo di imparare” e hanno proposto una segnalazione per il lavoro di Roberto Riccardi ”La foto sulla spiaggia”.
Emozionatissima la nostra concittadina Maria Pia Di Nonno: “ ‘I muri non servono per fermare chi desidera davvero qualcosa. Esistono per fermare gli altri’. Questa è una frase bellissima tratta dal libro “L’ultima lezione: la vita spiegata da un uomo che muore” di Randy Pausch. Trovai per caso il bigliettino con su scritta questa frase in un libro prestatomi da una mia amica quando stavo per cominciare a scrivere la tesi. Da quel giorno quella frase è diventata una mia “amica di viaggio accompagnandomi nei momenti più incerti della mia vita. E mi è tornata in mente mentre mi avviavo a stringere la mano di Graziano Delrio”.
Quali saranno i prossimi muri da distruggere per la giovane Maria Pia? “Innanzitutto vorrei pubblicare la tesi in formato cartaceo, e pare che forse il muro sia già stato mezzo distrutto, e poi vorrei portare in giro la testimonianza di Olivetti nelle scuole. Subito dopo vorrei portare avanti un progetto di riqualificazione di un palazzo storico, Palazzo Ferrante, situato in un piccolo paesino disperso sulle montagne abruzzesi Civita D’Antino e farlo diventare il primo “Laboratorio di Arte e Democrazia”. L’Italia è un museo a cielo aperto in cui non si valuta il grande potenziale dell’arte e della storia. Se si ripartisse creando lavoro in quel settore non solo il benessere materiale aumenterebbe, ma anche quello spirituale e sociale”.
Infine Maria Pia lancia un messaggio ai suoi coetanei e ai ragazzi della sua generazione: “I muri non si distruggono da soli, ma insieme. A tal proposito vorrei invitare i ragazzi della Capitana ad incuriosirsi sui personaggi del ‘900. Olivetti, Matteotti, Bobbio, Spinelli, Maritain e tanti altri. Gente straordinaria che ha fatto la storia”.
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