Antonio Lecce ci ha lasciato improvvisamente a 38 anni
La città di San Giovanni Rotondo piange una persona che ha contribuito a portare la sangiovannesità nel mondo. Assieme alla nostra città piange tutto il mondo della musica popolare del Gargano.
Ieri pomeriggio, colto da un malore improvviso, è scomparso Antonio Lecce, voce del gruppo “I Gargarensi” e dell'”Eco del Gargano” di San Giovanni Rotondo.
Uomo e artista dalle mille sfaccettature, con la sua voce possente ha dato corpo a un progetto straordinario proiettato a dare nuovi impulsi alla musica popolare del promontorio.
Antonio aveva 38 anni e lascia moglie e due figli in tenera età.
Antonio aveva sempre il sorriso sulla bocca, la sua simpatia era contagiosa. Sempre con la battuta pronta, amava la sua famiglia, gli amici, il suo lavoro e la sua Terra.
Un vuoto impossibile da colmare. La nostra Redazione si stringe alla famiglia Lecce in questo momento di dolore.
Vogliamo ricordarlo con le parole che Benito Ripoli, presidente dell’Eco del Gargano, ha voluto dedicargli in un post su Facebook. Ciao Antonio!
L’ECO ha perso la sua voce
Ciao Antonio….ormai cavalchi le nuvole, hai intrapreso un nuovo cammino, mentre noi siamo qui, intorno a te, increduli, a specchiarci nella serenità del tuo volto, che trasmette gioia, pace, tranquillità e letizia, perché sei, certamente, al cospetto di quel Cristo, che hai magnificato e lodato con i tuoi comportamenti, con la tua coinvolgente simpatia e con le emozioni del tuo canto.
La terra oggi ha perso un figlio caro e il cielo si arricchisce di un’angelica e dolce anima, la tua. Da oggi la terra è più povera, il cielo più ricco. Da oggi per San Giovanni Rotondo, l’Eco del Gargano, I Gargarensi e tutti coloro che ti hanno voluto bene ( Tanti, ma proprio tanti) ogni cosa sarà diversa; tutto più silenzioso. Il cielo sembrerà più scuro, i giorni infiniti e le notti più buie, perché non avranno più la discreta, affabile, gioviale e amabile presenza di te, Angelo in terra.
Quando uno muore, non c’è parola, non c’è preghiera, non c’è lacrima che possa placare il dolore e la rabbia, delle persone care. Ma tu crea intorno a chi ti ha voluto bene, amici e parenti (soprattutto la mamma, che ormai ha un abisso per cuore), la serenità di combattere il dolore con il ricordo e l’amore.
Come la vita pulsa giorno e notte sulla terra, scandendo momenti belli ed esaltanti ad altri tristi e angoscianti, così la morte genera, sempre, sconforto, amarezza, rimpianti, dolori, emozioni intense e profonde in coloro che ti hanno conosciuto e amato. Tu, forse lo sai solo ora, Antonio, ma per noi qui raccolti in preghiera attorno a te, è tutto un universo che scompare, che precipita nel nulla del nulla, cancellato dalla fredda e tetra morte. Un universo di pensieri, di affetti, di sogni, di speranze, quelle che tu sublimavi con la tua voce, permea questi nostri momenti di tristezza. Ma noi, vedi, sorridiamo, perchè sembra che riascoltiamo il tuo canto, voce della tua anima. La morte di qualsiasi persona strappa l’anima, la tua, aedo e cantore delle tradizioni della nostra terra, strappa la vita.
Non potremo più toccarti, ascoltare la tua voce…che sembrerà scomparsa per sempre. Invece no! Il tuo ricordo vivrà sempre nel nostro cuore: più forte di qualsiasi abbraccio, più importante di qualsiasi parola, più forte di qualsiasi presenza. Il tuo ricordo vivrà nel nostro vivere e la tua anima ci sarà sempre accanto per farci vivere in pace con gli uomini e più vicini a Dio..
Sei tornato in cielo e in Paradiso e già, insieme a cumpà Ceccuzze, intoni “ li strapulette”, che rallegrano le Anime Sante. La tua presenza, nei cieli, allieterà gli angelici cori dinanzi al Padre della luce, della verità, dell’eternità.
Per te, Antonio, é una nuova nascita: “ la Vita della morte”. Se la vita finisse con la morte, niente avrebbe senso. La tua sarà una vita che, illuminata dalla luce di Colui che salva, porterà, coloro che credono e che ti hanno amato, all’incontro finale ed eterno.
Quante volte rimpiangerò quel tuo prendermi in giro, mentre ripetevi le parole che usavo nelle presentazioni e che tu ritenevi strane e difficili. Quante volte ripenserò ai nostri esilaranti duetti. Quanto mi mancheranno le tue interpretazioni canore, o aedo della cultura popolare sangiovannese. Porterò tutto stampato nel mio cuore. I tuoi canti viaggeranno sempre con me e li porterò in tutti i Continenti
Alla città, che ti ha avuto per così poco tempo e che ti piange per averti perso, resta la consolazione di aver vissuto un cammino, seppur breve, impreziosito da una persona di straordinaria vitalità e amabile comunicativa.
Io non so cosa posso fare. Una preghiera, certo, con la speranza che le mie parole e i miei sentimenti, siano degni di esternarla.
Addio…Antonio.
Benito Ripoli