Intervista al Preside Giovanni Battista Zito
Nei giorni scorsi si è alzato un polverone sulla questione dell’apertura, presso l’Istituto “Toniolo” di Manfredonia, di una sezione distaccata dell’IPSAR “M. Lecce” di San Giovanni Rotondo. Polverone che ruota attorno alla possibilità di veder ridimensionato l’istituto alberghiero sangiovannese prima, fino al suo completo spostamento nella città sipontina poi. Polemiche che hanno coinvolto anche esponenti politici locali, ed ex amici di partito che gridavano alla lesa maestà in nome della difesa della sangiovannesità e dei suoi baluardi scolastici. Nulla di più mistificatorio. La realtà parla di una grande opportunità per l’istituto sangiovannese, per oggi e anche per il futuro.
Partiamo dall’inizio. Il 13 novembre 2014 il comune di Manfredonia, per venire incontro alle esigenze dei numerosi studenti pendolari, su iniziativa del Sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi e con Delibera di Giunta n° 116 e 264 esprime l’atto di attivazione dell’indirizzo “Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera” e dichiara la disponibilità a farsi carico delle spese dell’operazione. Successivamente, la Provincia, vista la concessione gratuita dei locali e delle attrezzature messa in campo dal Comune di Manfredonia, esprime il proprio parere positivo, fino alla decisione della Regione Puglia di autorizzare sì la nascita dell’indirizzo sipontino, ma come sezione distaccata dell’IPSAR di San Giovanni Rotondo a Manfredonia.
La decisione di aprire una sezione distaccata della scuola e non di un nuovo indirizzo è vista di buon occhio dalla dirigenza e dal corpo docente dell’istituto. In primis la decisione permette all’istituto di mantenere la propria autonomia scolastica. Difatti con i suoi 712 studenti di cui 247 provenienti da Manfredonia, supera nettamente il limite minimo di 600 stabilito per legge per avere diritto all’autonomia scolastica e di conseguenza di difendere il proprio corpo docente e tecnico amministrativo. Cosa che non sarebbe successa in caso contrario, in quanto si sarebbe profilata la possibilità di aprire comunque una sede distaccata a Manfredonia, ma all’interno di altri istituti alberghieri della zona, Vieste o Margherita di Savoia, cosa che avrebbe progressivamente portato alla perdita di iscritti a favore di altri istituti.
Altro importantissimo aspetto da chiarire, è che il trasferimento della sezione riguarderà i nuovi iscritti al primo anno nel prossimo anno scolastico, e non come paventato da molti, l’immediata perdita dei circa 250 studenti che ad oggi risultano iscritti nell’istituito “M. Lecce”. E ancora, calcolando la possibilità di avere una sezione nella propria Città, potrebbe risultare decisiva per un aumento nei prossimi anni delle iscrizioni da parte di studenti sipontini, vista l’eliminazione dell’handicap della pendolarità. Prospettiva rosea per il futuro dell’Istituto Alberghiero sangiovannese, se si calcola che fra due anni il limite minimo per l’autonomia scolastica passerà dagli attuali 600 a 911 iscritti, e senza gravare sulle casse del Provveditorato Provinciale.
Sembrerebbe quindi che il gran polverone di polemiche e accuse reciproche che si è scatenato in questi giorni, sia soltanto speculazione politica in vista delle prossime scadenze elettorali. Quello che fa rabbia semmai, è sì questo sciacallaggio politico elettorale mosso sulla confusione e distorsione di notizie, ma soprattutto la triste constatazione che di scuola, istruzione e formazione dei nostri giovani si continua a ragionare a partire da numeri e quantità, invece che su programmi e qualità dell’offerta didattica.
Sui fatti e le polemiche scatenate dall’istituzione di una sede distaccata dell’ Istituto Professionale di Stato per i Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera “Michele Lecce” di San Giovanni Rotondo abbiamo intervistato il Dirigente Scolastico dell’istituto, il Prof. Giovanni Battista Zito.
Prof, Zito, in questi giorni sono state tante polemiche e le opinioni politiche negative sulla creazione di questa sede distaccata dell’indirizzo “Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera” presso l’istituto “Toniolo” di Manfredonia. Qual è la sua valutazione?
“Non nascondo che all’inizio la cosa aveva creato in tutti noi un po’ di scompiglio. Poi ragionando bene sui contenuti, e sull’equilibrio della proposta della Regione, ci siamo resi conto delle tante opportunità che questo provvedimento offriva. Come istituto ci garantiva il mantenimento dell’autonomia scolastica, fissato a 600 studenti, mantenendo i nostri circa 700 iscritti, e la possibilità in futuro di attirare più iscritti su Manfredonia. Agli studenti pendolari consente di vedere cancellati i disagi ed i costi che avrebbero dovuto sopportare per raggiungere San Giovanni Rotondo. Dunque il giudizio è positivo”.
Quindi non si rischia di perdere, dal prossimo anno, i 250 iscritti che ad oggi arrivano dalla città di Manfredonia?
“No nessun rischio. Il provvedimento riguarderà gli iscritti al primo anno a partire dal prossimo anno scolastico. Gli iscritti che già frequentano questo istituto continueranno qui la loro formazione. Mentre dall’anno prossimo potremmo avere più iscritti su Manfredonia, vista la possibilità di avere una sezione nella loro città. Questo renderà più facile per noi nel prossimo biennio raggiungere la nuova soglia minima di 911 iscritti per il mantenimento dell’autonomia scolastica. A tal proposito ringrazio il Sindaco di Manfredonia, che non conosco, ma grazie al suo intervento potremmo guadagnarci tutti: Istituto e studenti pendolari”.
Troppo spesso questo istituto non gode di una buona immagine, eppure è stato fatto tanto per migliorare negli ultimi anni.
“Purtroppo, di questa scuola si parla sempre in toni allarmistici. Non solo in questo caso, dove siamo stati tirati in ballo in discussioni politiche che non ci riguardano. Ma anche negli anni scorsi si parlò tanto del blitz antispaccio che è avvenuto qui a scuola. Ma non si è detto tutto. Non si è detto che quel blitz fu coordinato con l’Arma dei Carabinieri dalla dirigenza e dai professori per combattere lo spaccio nelle scuole. Non so se in altri luoghi si preferisce insabbiare questi fenomeni per questioni d’immagine. Noi abbiamo deciso di affrontare di petto la questione con il blitz, con l’installazione di telecamere e l’organizzazione di un sistema di monitoraggio da parte di tutti i collaboratori dell’istituto. Oggi a due anni possiamo dire che qui, lo spaccio non esiste più”.
Anche dal punto di vista dell’offerta vi state muovendo per un progetto che riguarda anche il recupero delle strutture dell’Agropolis?
“Abbiamo inoltrato e protocollato la richiesta al Sindaco di San Giovanni Rotondo, la richiesta di poter usufruire degli spazi oramai incustoditi dell’ex Masseria Agropoli, recuperare quella importante struttura che doveva essere un fiore all’occhiello del sistema di ricettività gastronomica sangiovannese, e al contempo poter ampliare la nostra offerta formativa con indirizzi agrari nell’ottica di un polo agro-eno-gastronomico di eccellenza. Inoltre abbiamo attivato dei corsi serali in collaborazione con l’Università della Terza Età, completamente gratuiti che stanno riscuotendo molto successo. Anche molti operatori storici della zona, tra cuochi e pasticceri molto conosciuti, frequentano i nostri corsi al fine di unire alla loro esperienza, anche gli attestati qualificanti della professione”.
Pio Matteo Augello