Polemiche dopo la nomina del nuovo staff
Ci risiamo. Nemmeno il tempo di placare il clima politico che Pompilio piazza la sua personalissima tripletta per accontentare qualche suo fedelissimo.
E’ notizia di questi giorni che il Sindaco ha nominato nuovamente lo Staff, a circa un anno dalla sua soppressione per motivi di ‘economia’. Questa volta il primo cittadino però non si è posto il problema di spendere quasi 50 mila euro (ndr, rettifica pubblicata come da legge entro i 3 giorni dalla pubblicazione, ossia il 5/02/2015 ore 15,50: “per mero errore di battitura era inizialmente stato indicato 150.000 euro”) per avvalersi di tre collaboratori, quando la città annaspa tra mille difficoltà.
Ma entriamo nel merito. Con decreto sindacale Pompilio ha nominato tre collaboratori di fiducia per la costituzione dello staff del sindaco. I tre ‘moschettieri’ sono: Francesco Trotta, giornalista della Gazzetta di Capitanata al quale è stato affidato l’ufficio stampa; Antonio Carriera, ex assessore all’ambiente, ex Agire Insieme ora fedelissimo del Presidente del Consiglio Comunale; e dulcis in fundo Stefano De Bonis, già membro dello staff, ex assessore appena dimessosi per rispondere agli ordini di servizio della politica, colui che nella lettera aveva scritto di essersi dimesso per motivi professionali e personali. Strano che a distanza di nemmeno un mese si sia liberato da tutti gli impegni per rientrare a Palazzo di Città dal portone principale con un altro incarico.
Con la nomina di Trotta, Pompilio vuole riabilitare la sua immagine pubblica, disintegrata da quei cattivelli, come noi e altri, dell’informazione locale, forte dell’appoggio della Gazzetta di Capitanata. Ci riuscirà? Noi crediamo di no. Con De Bonis e Carriera si ricostituirà la segreteria particolare, fondamentale per il coordinamento di attività di interesse collettivo e sociale. Un modo soft per giustificare il posto a due fedelissimi.
Particolari alcune postille del contratto stipulato con i tre ‘staffisti’. Si legge:
Il Contratto non consente:
– lo stabile inserimento del lavoratore nell’organizzazione dell’ente (e ci mancherebbe altro!);
– alcun vincolo di subordinazione gerarchica (come a dire dipendo da me stesso!);
– determinazione dell’orario di lavoro (vengo quando mi pare, se ne ho voglia);
– sottoposizione al potere controllo del datore di lavoro (della serie so badare a me stesso!).
Si legge ancora:
la persona individuata non è soggetta:
– ad ordini di servizio (non devo dare conto a nessuno);
– ad esclusività della prestazione (per giustificare forse il neo addetto stampa che (speriamo di essere smentiti) continuerà a scrivere per la sua testata contravvenendo alle regole deontologiche del giornalismo);
– ad obbligo alcuno del rispetto dell’orario di lavoro né controllo dello stesso (autogestione in pratica).
Due anni fa intitolammo un articolo del genere sulla nomina dello staff “Uno schiaffo nel bel mezzo della crisi“. Questo più che uno schiaffo ci sembra un calcio al basso ventre (per non essere volgari).
Intanto si sono spesi oltre 7.000 euro per un ricorso ‘farlocco’ al Tar del Lazio quando la competenza per il Giudice di Pace era in capo al Tar Puglia. Risultato: l’ufficio di Rodi Garganico quasi certamente si salverà, il nostro è destinato a morire.
Nella miriade di problemi come viale Aldo Moro che ormai è un campo minato, servizi sociali fermi al palo e tante altre situazioni lo staff era proprio quello che ci voleva per risolvere i problemi della Città… con i nostri soldi ovviamente.