Dal primo luglio 2007 liberalizzato il settore dell’energia elettrica. Possiamo scegliere il fornitore, “ma cosa cambia?”
di Francesco Di Cosmo
E’ la volta della liberalizzazione anche per le utenze domestiche: dal primo luglio tutto il mercato elettrico è libero, ogni famiglia può scegliere il suo fornitore così come avviene già in gran parte d’Europa (siamo sempre gli ultimi).
È un mercato di 27,5 milioni di utenze domestiche al quale guardano ovviamente oltre all’ex monopolista Enel anche l’Eni e in futuro anche Edison, Sorgenia e le ex-municipalizzate.
Al momento ci sono solo le offerte delle due più grandi imprese energetiche italiane mentre per gli altri bisognerà attendete l’anno prossimo ovvero alla fine dei sei mesi di transizione già previsti, al termine dei quali l’Auhority garante per l’energia elettrica e il gas presenterà la revisione delle tariffe.
L’attuale sistema prevede tariffe secondo scaglioni di consumo e una differenza tra residenti e no: in pratica chi consuma meno paga l’energia elettrica ancora meno.
Col nuovo sistema saranno ridefinite le tariffe sociali, che dovrebbero essere in base al reddito e non più in base ai consumi.
Le bollette comprendono, oltre al costo dell’energia, anche la sua commercializzazione, i costi di trasporto e misurazione, oneri vari ecc. In pratica circa il 45% è un prezzo che viene definito dal mercato, ovvero dalla concorrenza, mentre un 20% è costituito da oneri fiscali ed il resto da oneri prefissati che continueranno ad essere regolati dall’Autorità sia per i clienti del mercato libero, sia per coloro che rimarranno sul mercato vincolato.
Ad oggi solo Enel ed Eni hanno avanzato delle vere e proprie offerte.
Enel ha proposto, con decorrenza dal mese successivo del contratto, un’offerta che garantisce un prezzo fisso per due anni del costo dell’elettricità ai livelli attuali, che vuole così mettere al riparo i clienti da possibili incrementi di pezzo, che, tranne qualche flessione mensile, è risultato in costante crescita negli ultimi anni, passando mediamente, per la classica famiglia con un contatore da 3 kW e consumi attuali di 2700kWh, dai circa 160euro del 2002 agli attuali 22l( +38%) al netto di oneri fiscali di gestione, trasporto ecc..
In più si tratta di energia rinnovabile (eolico, solare, idroelettrico ecc.) al 100% Enel con tanto di RECS, la certificazione internazionale sulla generazione di energia verde. Per tutti i contratti vengono attivate le iniziative di Enelpremia che consente di accumulare punti per avere premi per la casa e il tempo libero e vantaggi per acquisti con aziende convenzionate. Enel propone anche un contratto per il gas.
Eni punta sullo sconto rispetto alla tariffa di riferimento stabilita dall’Authority ovvero un’ora di elettricità gratis al giorno con uno sconto quindi pari ad un ventiquattresimo del consumo giornaliero ovvero pari al 4,17%.
Inoltre buoni sconto o buoni benzina pari a 20 euro ed alle spese di trasloco dell’utenza.
Nel suo pacchetto Eni offre anche una proposta di energia ottenuta solo da fonti rinnovabili.
Eni punta sulla combinazione elettricità/gas con una unica bolletta con l’obiettivo di arrivare ad un milione di utenti entro il 2010.
Posizione più attendista per Edison, dove si aspettano le regole dell’Authority per definire la propria posizione, così come per Sorgenia e le grandi utility di Roma, Milano, Modena e Bologna puntando comunque sull’abbinata elettricità/gas.
Insomma tutti avanti ma con giudizio. Del resto i cambiamenti di fornitore in Gran Bretagna – dove la liberalizzazione è avvenuta una decina di anni fa – ha interessato meno del 40% dei consumatori, a riprova di un processo di concorrenza che non è così dinamico come in altri settori.
È bene ricordare che chi cambia fornitore non deve cambiare il contatore, né fare modifiche agli impianti e comunque la continuità del servizio è assicurata mentre chi non cambia pagherà comunque secondo le tariffe stabilite dall’Autority.
Per cambiare fornitore bisogna comunque firmare un nuovo contratto così come per cambiare contratto con l’attuale fornitore. È possibile cambiare fornitore più volte, con tempi di preavviso che variano da trenta giorni a un massimo di sei mesi.
È necessario ricordare che se un contratto e stipulato per telefono va comunque recapitato a casa del cliente con diritto di recesso entro 30 giorni.
Francesco Di Cosmo