LO SCAFFALE DELLE PAROLE

L’ospite inquietante di Umberto Galimberti
recensione di Giulia Siena
in collaborazione con la libreria Fahrenheit

Umberto Galimberti, L’ospite inquietante, Il nichilismo e i giovani, Milano: Feltrinelli, 2007, 180pp, 12€.

Umberto Galimberti, professore di Filosofia della storia e Psicologia dinamica all’università di Venezia, collaboratore di alcuni quotidiani nazionali, ci presenta L’ospite inquietante, “un libro sui giovani, perché i giovani anche se non sempre lo sanno, stanno male.”

Infatti secondo l’autore il male non è psicologico ma culturale proprio perché un “ospite inquietante”, il nichilismo, si è infiltrato nella società odierna e porta alla svalutazione di qualsiasi valore, disseminando analfabetismo emotivo e forme depressive.

Un libro, uno dei pochissimi libri, che va alla radice di un problema generazionale che vede colpevoli la famiglia, la scuola e i giovani stessi, rei di avere delle mancanze o degli eccessi nei confronti di adolescenti che non hanno più riferimenti e vivono in un oblio del tutto privo di orizzonti ed orientamenti.

Galimberti ci racconta una generazione ricca di sorrisi e consumismo, assetata di apparenze e buone maniere ma che cela una preoccupante sterilità di sentimenti: quello che si prova è spesso confusionario e non traducibile, si conoscono tante parole, troppi mezzi di comunicazione ma persiste una afasia emotiva che rende impreparati difronte ai cambiamenti umorali. Sono i giovani odierni, cresciuti tra agi e privilegi e, in questo stesso presente si rifugiano poiché il futuro è una minaccia, una scommessa troppo rischiosa,  non si può affrontare, non si riesce a fronteggiare senza una educazione dei sentimenti. Infatti negli ultimi anni si è dato molto peso alla cultura giovanile, alla preparazione scolastica, alle competenze artistiche ma non si è mai cercato di educare l’anima, una matassa di emozioni da gestire e coltivare, si è sempre rilegata ad una cura personale. Ed invece i giovani ora avrebbero bisogno di un aiuto: non dando un senso alla vita ma valorizzandola, incuriosendo e stimolando quegli stessi adolescenti che un domani saranno gli unici gestori della propria vita. Per questo compito serve loro la passione, gli  slanci e le motivazioni per sfruttare le proprie virtù nella difficile arte del vivere.

Un saggio che va oltre ogni scenica discussione sulla valorizzazione degli adolescenti, qui si analizza il problema da un punto di vista culturale ed attraverso un investimento culturale  si cerca una soluzione per una crescita responsabile ed armonica verso l’arte del vivere.

La loro età non è un transito. Il futuro è già ben descritto  nel presente giovanile che, se può apparire aberrante, è solo perché noi adulti, consegnati alla nostra rassegnazione, quando non al cosiddetto “sano realismo”, abbiamo svilito il segreto della giovinezza, che è quel dispositivo simbolico in cui sono già ben scritte e descritte le figure del futuro, che solo la nostra pigrizia mentale e affettiva ci impedisce di cogliere.

Giulia Siena

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