L’articolo di un navigatore
Pubblichiamo l’articolo di un navigatore anonimo (l’invito della redazione è , se vuole, di farci pervenire almeno il suo nome) sulla scomparsa di Mario Delli Muti.
Si parla di memoria, di ricerca forsennata delle origini, di archivio multimediale della memoria di cultura sangiovannese: parlando di memoria delle tradizioni, oggi un grande uomo della nostra memoria, Mario Delli Muti non c’è più.
Ci sembra doveroso l’omaggio ad un pezzo della nostra cultura.
Mario Delli Muti nasce a San Giovanni Rotondo nel settembre 1919. Ereditando e approfondendo il grande interesse che suo padre aveva per i pupi e i cantastorie, negli anni ‘30 ha dato vita ad un teatrino delle marionette, che resta un importante punto di riferimento nella storia culturale del suo paese.
Buona parte della sua sensibilità poetica se l’è formata con le sue opere acquistate sulle bancarelle, durante le numerose frequentazioni di fiere, essendo la sua famiglia, in parte, dedita all’ allevamento e al commercio di animali. Nel 1939, dopo aver coperto con un panno i circa mille volumi faticosamente raccolti, partì come soldato.
Nel 1941 durante gli scontri a Tobruk, fu fatto prigioniero e deportato in Egitto. Durante la lunga prigionia nel Sud Africa, sull’altopiano del Transvall, al campo P.O.W. di Zonderwater ( 80000 prigionieri), grazie all’ insegnamento e all’incoraggiamento di alcuni maestri siciliani, realizzò un suo grande sogno: quello di fare il cantastorie, figura che aveva potuto ammirare nelle fiere di Capitanata, dell’ Abruzzo, del Molise, della Campania, ecc…
In un momento cruciale della sua vita, quando ha dovuto scegliere se studiare o continuare nella direzione dell’azienda familiare, scelse quest’ultima, ma questo non gli impedì di approfondire attraverso la lettura, con enormi sacrifici, il mondo culturale e scientifico, approfondendo ogni sorta di argomento, aiutato in questo da una grande intelligenza e da una sete di sapere senza confini.
L’amore per la tradizione l’ha spinto a prendere spunti relativi alle bellissime dinamiche tradizionali, a fiabe, a leggende, e ad altro, per cui oggi risulta vero depositano della cultura tradizionale sangiovannese.
Negli anni ‘60 è stato consigliere comunale con l’amministrazione Morcaldi, con il mandato di assessore anziano alla campagna. È stato presidente del Consorzio di Vigilanza Notturna di San Giovanni Rotondo. È stato, tra gli anni ‘70 e ‘80, presidente del Consorzio Allevatori e Armentari (soc. cooperativa A.R.L.- San Giovanni Rotondo).
Dopo una serie di collaborazioni con il periodico locale “Il Pirgiano”, per il quale ha “ritratto” personaggi e mestieri della tradizione sangiovannese, fonda con Angelo Capozzi e Paolo De Angelis, il gruppo Arcobaleno di San Giovanni Rotondo con l’intento di promuovere le tradizioni sangiovannesi, salvando la memoria storica, folklorica e proponendola in contesti scolastici e non.
Le ricerche che trovano in lui un punto di forza insostituibile, hanno dato i primi risultati in numerosi progetti scolastici e con le seguenti pubblicazioni:
1) I proverbi a San Giovanni Rotondo, CRSEC FG 27, Regione Puglia, 1997.
2) La zampogna della Daunia, CRSEC 2001.
3) Infanzia e giochi tradizionali, grafica Baa1l977.
4) Il culto della Madonna dell’Incoronata 2001.
5) I pupari di capitanata, Regione Puglia 1998.
6) Il cantastorie nelle fiere di capitanata 2002.
7) Quadri della tradizione pastorale – versi- grafica Baal 1998.
8) Figure e mestieri tradizionali a
9) San Giovanni Rotondo ai tempi di Padre Pio.
Senza di lui, non solo un pezzo di storia sangiovannese ma qualcos’altro ci mancherà, forse l’instancabile passione che aveva nella ricerca delle radici storiche, forse gli innumerevoli lavori in legno che si dilettava ad intagliare, o magari il suo semplice e cordiale saluto; ma guardando qualcuno uno dei suoi scritti, divorando avidamente le pagine e le foto di antica memoria, ricostruendo i bei tempi andati, e con un po’ di malinconia diremo semplicemente…GRAZIE MARIO.