Dopo il rapporto di Legambiente
A spasso per la città per vedere l’altra San Giovanni Rotondo, quella che racconta storie di rifiuti speciali trattati come ordinari da cittadini irrispettosi delle leggi, o semplicemente pigri.
A conferma di questo ci sono i dati presentati durante la conferenza stampa del rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente, dove emerge che la Puglia sale sul podio confermandosi una delle regioni più martoriate dalle discariche illegali.
La maggior parte delle infrazioni accertate si concentra nelle province di Bari con 1.641, e Foggia con 184. Dalle piccole discariche di eternit, laterizi e pneumatici fuori uso, alle cave in cui spesso vengono sotterrati i rifiuti scoperti dalle forze dell’ordine.
In questi ultimi tempi nel nostro territorio si assiste sempre più spesso a fenomeni di abbandono di rifiuti. Oltre ad essere un illecito, è un vero e proprio esempio d’inciviltà e di menefreghismo, messo in atto da chi non si accorge di danneggiare, oltre che l’ambiente ed il proprio Comune anche se stesso, perché le spese per le rimozioni dei rifiuti ricadono, inevitabilmente, su tutta la Comunità.
La salvaguardia del territorio in cui viviamo è uno degli impegni principali al quale ogni cittadino è chiamato. Tutti abbiamo il dovere di consegnare alle generazioni future un ambiente sano e pulito. Purtroppo il messaggio non è ancora chiaro e il territorio continua a subire veri e propri atti di violenza per l’ignoranza e l’inciviltà di chi persiste nell’abbandono di rifiuti di vario genere in giro per la Città.
Gli operatori ecologici vivono costantemente e direttamente questo disagio, schiacciati dal peso di appalti e costretti ad agire su un territorio che sconta i ritardi dell’amministrazione comunale nel far partire veramente la differenziata.
La differenziata, e più in genere la raccolta dei rifiuti non funziona e non certo per colpa degli operatori ecologici. Non funziona prima di tutto per l’inciviltà della gente, che continua a buttare materassi, lavandini, cisterne in amianto e mobili vicino ai cassonetti o peggio lungo il ciglio delle strade, non funziona perché non c’è alcun controllo serio da parte dell’Amministrazione comunale che negli anni non è mai riuscita a bloccare chi veramente inquina il nostro territorio, non funziona perché il Consorzio di Bonifica non riesce a fermare l’accesso ai canali, dove troviamo veri e propri cimiteri di eternit, non funziona perché la differenziata è stata finora una parola da evocare come in una seduta spiritica, dove si dice che sia presente, ma nessuno la può vedere.
Al di là di qualsiasi polemica, credo semplicemente che ognuno dovrebbe fare il suo dovere ed il proprio mestiere. Le colpe sono di tutti semplicemente perché, fino ad ora sono mancati del tutto l’informazione e il controllo che devono essere per forza a carico dell’amministrazione.
Questi due elementi sono basilari per la buona riuscita del progetto e non basta fare un’assemblea e contattare poche persone e/o gli amministratori dei palazzi. Occorre avere il coraggio di confrontarsi con i cittadini.
Ancora una volta siamo chiamati ad un atto di responsabilità nei confronti del nostro territorio. Gli Enti, il Comune, tutti i cittadini, hanno l’obbligo di impegnarsi maggiormente nella cura e nella tutela dell’ambiente. Chi è preposto alla vigilanza e al controllo lo faccia con una costanza ancora maggiore perché coloro che persistono nell’abbandono dei rifiuti vengano sanzionati, creando un esempio per il resto della cittadinanza. Iniziamo da noi stessi, dal quartiere in cui viviamo, lanciamo il messaggio che fare la raccolta differenziata dei rifiuti è un atto di responsabilità che tutela l’ambiente in modo concreto.
Cambiare rotta si può. Dipende da ognuno di noi.
Berto Dragano