L’ultimo episodio a San Severo
Altro gravissimo episodio di aggressione contro il personale di Guardia medica. L’episodio è avvenuto pochi giorni fa a San Severo. Pochi mesi fa un episodio analogo accadde nel piccolo centro di Cagnano Varano ma da allora nulla è stato fatto per tutelare il lavoro e l’incolumità del personale medico. “I medici della guardia medica sono sempre più in pericolo, nel totale silenzio assordante delle istituzioni” – ha dichiarato la dottoressa Nunzia Pia Placentino, segretario provinciale del Sindacato Medici Italiani dell’Asl di Foggia.
Increscioso e preoccupante quanto accaduto: un uomo, giunto presso l’ambulatorio di S.Severo con la compagna in stato di gravidanza che lamentava dolori, ha minacciato i sanitari presenti intimandoli di visitare subito la donna. L’uomo ha poi chiuso a chiave la porta dell’ambulatorio.
I medici, dopo aver visitato la paziente, le hanno consigliato una valutazione specialistica ginecologica presso il vicino Pronto Soccorso. A questo punto il compagno della donna ha cominciato a inveire contro tutti e a scaraventare oggetti a terra. Addirittura contro le guardie giurate, l’uomo ha ‘lanciato’ le panchine della sala d’attesa rompendo il vetro di una porta. La coppia poi è andata via prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
Il Tribunale dei diritti e dei doveri del medico ha rilevato come i Medici operanti sul territorio siano le categorie di ‘camici bianchi’ maggiormente esposti al rischio di aggressione. Secondo un sondaggio effettuato dal Sindacato Medici Italiani, su 600 guardie mediche in tutto il Paese, ben 9 medici su 10 durante tutta la loro attività hanno subìto almeno una volta un’aggressione e 8 su 10 ne hanno subìta più di una. A maggior rischio le donne. Recarsi in visita domiciliare durante la notte, con mezzi propri, in luoghi non familiari e in casa di sconosciuti, o ricevere gli assistiti in sedi di guardia medica isolate e senza vigilanza sono le situazioni più pericolose, che hanno portato nel 64% dei casi a minacce verbali, nel 20% a percosse, nel 13% dei casi a intimidazioni a mano armata e nell’11% ad atti di vandalismo. Nell’80% delle situazioni l’aggressione è avvenuta nella sede della guardia medica, mentre nell’11% a domicilio del paziente.
“E’ da sottolineare – rimarca la dottoressa Placentino – come molto spesso le forze dell’ordine si trovino in comuni adiacenti quello della sede del medico. Questi dati fanno ben comprendere come a nulla serva la chiusura degli ambulatori alle 22.30, peraltro normativa poco applicabile nel momento in cui il malvivente di turno finge un malore al di fuori della sede nel cuore della notte. Lo SMI non si renderà partecipe a questo gioco al massacro nel silenzio delle Istituzioni. Il Sindacato Medici Italiani esprime profonda solidarietà ai colleghi vittime di questa vile aggressione, e sottolinea come la Regione Puglia purtroppo detenga il triste primato degli episodi di violenza a medici della guardia medica. Denunciamo la mancanza dei livelli minimi di sicurezza nei presidi di guardia medica, veri e propri posti di frontiera, e chiediamo con forza alla ASL l’applicazione dell’Art. 68 del vigente ACN della Medicina Generale, e al Prefetto, alle Istituzioni, agli organi competenti e alle Forze dell’Ordine di individuare e mettere in atto tutte quelle misure di sicurezza in grado di garantire un servizio che, in molte zone del Paese è il primo importante riferimento di carattere sanitario. Anche a luci spente sulla vicenda, lo SMI continuerà la battaglia per la difesa del diritto dei Medici a poter svolgere in regime di sicurezza il proprio lavoro”.