L’armata sepolta del primo imperatore cinese, Qin
Proteggono il palazzo dalle Tenebre e vegliano colui che è lì sepolto. È un esercito composto da guerrieri armati di lance e spade, da fanti, alabardieri e da varie figure al servizio dei combattenti quali servitori, mandarini, musicisti, concubine. Un esercito di 8000 statue in terracotta, realizzate con impressionante realismo a guardia del loro «Primo Augusto Sovrano» Qin che aveva una morbosa paura della morte. Fobia che lo indusse a costruire il mausoleo con l’Esercito di Terracotta pronto a difenderlo per l’eternità.
L’armata, ora, è visibile sul Gargano. Infatti, si sono aperti i battenti della mostra, dal titolo «Memorie di un impero – Esercito di Terracotta», a San Giovanni Rotondo, presso il Centro Accoglienza «Pozzo Cavo», visibile tutti i giorni, voluta dall’associazione culturale «Il genio di Leonardo» di Firenze, Modus management e Hotel Corona di San Giovanni Rotondo, con il patrocinio della BCC-Credito Cooperativo, sotto gli auspici del Comune di San Giovanni Rotondo e con l’aiuto organizzativo dell’associazione «Eduso & Co.» e il periodico «Jano – Fatti,Uomini e Cose del Gargano».
Una mostra evento che parla del primo imperatore cinese, Qin, che non dormiva mai nella stessa stanza. L’immortalità costituiva una delle preoccupazioni principali dell’imperatore: si spostava continuamente nel suo palazzo reale composto da ben diecimila stanze per la paura che gli spiriti maligni potessero ucciderlo.
È stato Qin, l’imperatore, che ha contribuito all’unificazione della Cina. Fondando i confini del nuovo grande regno ordinò che tutte le mura difensive, che fino ad allora separavano i vari regni in conflitto, venissero ricostruite e collegate lungo tutto il territorio. Iniziativa questa che avrebbe dato origine alla Grande Muraglia Cinese.
Gli organizzatori, con l’esposizione di fedeli riproduzioni dell’Esercito di Terracotta (sono copie realizzate in Cina con gli stessi criteri per materiali, forme e dimensioni) dell’imperatore Qin Shi Huang hanno voluto dare il loro contributo per la conoscenza di popoli, così lontani, così vicini, sempre più interlocutori mondiali. Ma non solo si è voluto dare anche un tocco di originalità confrontando storicamente le due civiltà, garganico-daune e cinese nello stesso periodo interessato: 250 A.C.